● Contro l’errato insegnamento che Gesù nel Getsemani sanguinò dalla fronte, pregando il Padre di non farlo morire in croce
“…non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?” (Giov. 18:11)
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Sin dagli inizi della mia conversione ho sentito spesso insegnare da molti predicatori che le parole di Gesù nella Sua preghiera al Padre nel Getsemani:
“Padre, se tu vuoi, allontana da me questo calice!” (Luca 22:42)
… si riferissero al fatto che Gesù, a causa della sua debolezza umana, pregasse intensamente il Padre (addirittura sudando sangue!) chiedendo se fosse possibile, di non farlo morire sulla croce!
Va subito detto che questo insegnamento è per me biblicamente inaccettabile!
Il calice che Gesù pregò il Padre di non bere nel giardino del Getsemani non poteva essere affatto il calice della Sua morte espiatrice in croce, per svariate ragioni che fra breve mostrerò, ma si trattava invece di qualcos’altro che avvenne appunto, proprio nel Getsemani poco prima d’essere arrestato.
Ora questa a mio avviso errata interpretazione, è insegnata sia nel mondo Cattolico che in quello Evangelico.
Ad esempio su un sito Internet delle ADI (curato da Nello Covino), in questo articolo intitolato: “Sofferenza per i figli di Dio”, leggiamo:
“Anche Gesù, la persona più vicina al cuore di Dio, ma nello stesso tempo simile alla natura dell’uomo e quindi capace di comprenderne le reazioni, di fronte alla croce si sente “oppresso da tristezza mortale” e chiede al Padre di liberarlo da quella morte terribile: “Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice!” (Marco 14:36). Nell’uomo Gesù c’è il rifiuto per quello che dovrà accadergli di lì a poco; in Lui si è scatenato un conflitto talmente forte tra il desiderio di servire Dio e l’inaccettabilità umana del suo piano, da portarlo a sudare gocce di sangue.”
(Da: http://www.cristianievangeliciadi.it/studi-soft/273-sofferenza-per-i-figli-di-dio.html).
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Oppure come su quest’altro sito delle ADI, in questa meditazione intitolata: “i miracoli”, dove leggiamo:
“Guardiamo l’esempio di Gesù; in un momento di debolezza espone in maniera profonda la propria umanità: nel Getsemani egli pregò il Padre di allontanare il calice amaro che avrebbe dovuto bere di lì a poche ore. (…) E fu costretto a bere l’amaro calice per la nostra redenzione! E.D.F.”
(Da: http://www.tuttolevangelo.com/studi/i_miracoli.php)
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1° Confutazione
Il sangue dalla fronte
Gesù nel Getsemani non sudò mai “gocce di sangue”, infatti una lettura più attenta dell’unico passo nella Parola di Dio che apparentemente sembra supportare questa tesi, mostra che le cose non stanno affatto così.
Leggiamo quindi lo stesso passo da alcune versioni della Bibbia:
- ” … e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadeano in terra” (Luca 22:44 – versione Riveduta Luzzi),
- ” … e il suo sudore divenne simile a grumoli di sangue, che cadevano in terra” (Luca 22:44 – versione Diodati),
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Ora a meno che la lingua italiana sia solo facoltativa e quindi senza nessuna importanza, le parole: “come…” oppure: “simile…”, significano che il Suo sudore assomigliava al sangue, ma non che lo fosse!
Basta prendere un comune dizionario per vederne il significato:
(Cliccate per ingrandire)
(Da: http://www.wordreference.com/definizione/simile)
Esaminiamo ora il testo originale di Luca 22:44.
Esso dice:
“και γενομενος εν αγωνια εκτενεστερον προσηυχετο εγενετο δε ο ιδρως αυτου ωσει θρομβοι αιματος καταβαινοντες επι την γην” (versione di Stephanus, 1550);
“και γενομενος εν αγωνια εκτενεστερον προσηυχετο και εγενετο ο ιδρως αυτου ωσει θρομβοι αιματος καταβαινοντες επι την γην]]” (versione di Westcot & Hort, 1881; versione Nestle-Aland).
I due testi sono simili, anche se differiscono per un “και” / “δε”.
La traduzione interlineare è:
και = and = Ed
γενομενος = having come to be = essendo
εν = in = in
αγωνια = agony = agonia
εκτενεστερον = more earnestly = più intensamente
προσηυχετο = he was praying; = stava pregando;
και = and = e
εγενετο = became = divenne
ο = the = il
ιδρως = sweat = sudore
αυτου = of him = di lui
ωσει = as if = come se
θρομβοι = drops = gocce
αιματος = of blood = di sangue
καταβαινοντες = going down = che cadevano
επι = upon = su
την = the = la
γην]] = earth = terra
Come vedete è molto significativa: ωσει = as if = come se
Perciò non solo: “as” che significa: “come” …
ma “as if”, cioè: “come SE…”…
“Come SE gocce di sangue…”.
Per quanto riguarda ωσει i dizionari dicono quanto segue.
Il vocabolario di Guglielmo Gemoll (1949) dice: “1. come quando, come se. 2. come, al pari di, anche con agg. e pt. 3. coi numerali = a un dipresso, all’incirca, suppergiù”.
Il Rocci dice: “os-ei, e os ei, e os ei te, come se; come quando, come, … 2) nello stesso modo che; come, … 3) circa, num. spazio e tp. … NT. Matth. 14:21.”
Lo Schenkl-Brunetti dice: “os-eì (ovv. os ei; in Omero il Be semre diviso, il Dindorf sempre unito quando ha il signif. 2), talvolta diviso talvolta no nel signif 1), – come se, anche osei te. OM. – 2) = os, come. OM, ESCH. SOF. NT., anche osei te. OM. SOF. Ant. 653; con Aggett. e Partic. come se, quasi che. IL.; trattandosi di indicare o numeri o tempo o luogo: circa, presso a poco. SEN. NT.”..
In conclusione occorre riconoscere che quella di Gesù era certamente una sudorazione molto intensa, causata dell’agonia provata in quel preciso momento di sofferenza, ma che non ci fu nessun sanguinamento dalla fronte del Signore come molti invece erroneamente insegnano, facendone alcuni addirittura un trattato di medicina come in questo sito.
La Sacra Scrittura non va mai letta con superficialità ma piuttosto con molta, molta attenzione, badando bene al significato delle parole e dei termini da essa usati, altrimenti si rischia di fare degli errori grossolani come questo sul sanguinamento inesistente dalla fronte del Signore Gesù.
La cosa che più mi dispiace è che questa errata interpretazione può esser presa a supporto di una “presunta” veridicità biblica sul sanguinamento dei vari “mistici”, tipo Katharina Emmerick, Natuzza Evolo, Pio da Pietrelcina ecc. dai loro “seguaci”, quando invece le loro manifestazioni tipo stimmate o sanguinamenti vari non posson esser altro che di natura diabolica per sedurre gli uomini ad adorare la creatura, anzichè il Creatore che è benedetto in eterno.
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2° Confutazione
Il calice di Luca 22:42 non era la morte in croce –
Almeno 10 motivi per cui Gesù non pregò mai il Padre d’allontanare la croce da Lui
1° Motivo:
Gesù sapeva che secondo le profezie doveva morire proprio in croce, perciò non avrebbe mai potuto fare una simile preghiera che vanificasse l’adempimento delle Scritture.
Svariate profezie contenute nella Scrittura inerenti sia la morte di Gesù sulla croce, che il fatto che Lui dovesse esser trafitto, dovevano adempiersi alla lettera, come ad esempio queste:
- “Poiché cani m´han circondato; uno stuolo di malfattori m´ha attorniato; m´hanno forato le mani e i piedi. Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano e m´osservano; spartiscon fra loro i miei vestimenti e tirano a sorte la mia veste.” (Salmo 22:16,18)
- “Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui” (Isaia 53:5)
- “…ed essi riguarderanno a me, a colui ch´essi hanno trafitto, e ne faran cordoglio come si fa cordoglio per un figliuolo unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito.” (Zaccaria 12:10)
Infatti nel Vangelo di Giovanni leggiamo:
- “I soldati dunque vennero e fiaccarono le gambe al primo, e poi anche all´altro che era crocifisso con lui; ma venuti a Gesù, come lo videro già morto, non gli fiaccarono le gambe, ma uno de´ soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua. E colui che l´ha veduto, ne ha reso testimonianza, e la sua testimonianza è verace; ed egli sa che dice il vero, affinché anche voi crediate. Poiché questo è avvenuto affinché si adempisse la Scrittura: Niun osso d´esso sarà fiaccato. E anche un´altra Scrittura dice: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.” (Giovanni 19:32,37)
Gesù stesso conosceva benissimo queste profezie che lo concernevano ed operava per il loro adempimento, infatti Lui stesso disse:
- “Da quell´ora Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrir molte cose dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed esser ucciso, e risuscitare il terzo giorno.” (Matteo 16:21,25)
Notate infatti la frase: “…doveva andare a Gerusalemme… ed esser ucciso” che il Signore affermò di se stesso ai suoi discepoli.
Ma ci sono altri passi che lo confermano e che soprattutto dimostrano come Gesù sapesse di dover morire per crocifissione:
- “Ogni giorno ero fra voi insegnando nel tempio, e voi non mi avete preso; ma ciò è avvenuto, affinché le Scritture fossero adempiute.” (Marco 14:49)
- “Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga? In quel punto Gesù disse alle turbe: Voi siete usciti con spade e bastoni come contro ad un ladrone, per pigliarmi. Ogni giorno sedevo nel tempio ad insegnare, e voi non m´avete preso; ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le scritture de´ profeti.” (Matteo 26:54,56)
- “…e io, quando sarò innalzato dalla terra, trarrò tutti a me. Così diceva per significare di qual morte doveva morire.” (Giovanni 12:32,33)
Ponete bene attenzione alla frase: “Così diceva per significare di qual morte doveva morire” (verso 33), che dimostra perfettamente come Gesù sapesse benissimo che Lui doveva morire proprio in croce!
Inoltre, riguardo la morte di Gesù che doveva avvenire proprio sul legno della crocifissione, scrisse poi anche l’apostolo Paolo:
- “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: Maledetto chiunque è appeso al legno)” (Galati 3:13)
- “… avendoci perdonato tutti i falli, avendo cancellato l´atto accusatore scritto in precetti, il quale ci era contrario; e quell´atto ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; e avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.” (Colossesi 2:13,15)
Perciò se Gesù avesse chiesto al Padre di allontanare da Lui il “calice della morte in croce” non solo avrebbe vanificato l’opera di salvezza che era venuto a compiere, non potendo divenire Egli stesso sul legno “maledizione” per noi, ma avrebbe anche contribuito affinché le stesse Scritture non si adempissero, contraddicendo così perfino le Sue stesse parole dette precedentemente.
Giudicate voi quindi se Gesù poteva mai fare una simile preghiera al Padre!
Infine anche quando Gesù risorse Lui conferma a quei due discepoli sulla via d’Emmaus che tutto ciò che gli avvenne, fu in adempimento alle Scritture, quando disse loro:
-
“Allora Gesù disse loro: O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non bisognava egli che il Cristo soffrisse queste cose ed entrasse quindi nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano.” (Luca 24:25,27)
Quale risposta daremo noi alla domanda del Cristo risorto? Doveva o non doveva soffrire le cose che soffrì e che erano innanzi scritte dai profeti? Certo che doveva.
Mai una sola volta Gesù pensò a trarsi indietro.
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2° Motivo:
Ma è per questo che sono venuto incontro a quest’ora!
- “Ora è turbata l´anima mia; e che dirò? Padre, salvami da quest´ora? Ma è per questo che son venuto incontro a quest´ora!“ (Giovanni 12:27)
C’è poi il passo di Giovanni 12:27, che come adesso vedremo smentisce categoricamente il fatto che Gesù chiedesse al Padre di risparmiarlo dalla morte sulla croce.
Da notare comunque al riguardo di Giovanni 12:27, che traduzioni diverse omettono oppure sostituiscono il punto interrogativo con quello esclamativo, in una frase di Gesù.
(Cliccate per ingrandire)
La versione Riveduta Luzzi infatti traduce Giovanni 12:27 sostituendo il secondo punto interrogativo nell’affermazione di Gesù: “…e che diro? Padre, salvami da quest’ora?”, con un punto esclamativo (“Padre, salvami da quest’ora!” ), che ne fuorvìa il senso lasciando intendere, se isolata dal contesto, che quella di Gesù fosse una richiesta a Dio, quando la Sua era invece una domanda retorica finalizzata ad una conclusione!
Infatti, sia che vi fosse il punto esclamativo (Riveduta Luzzi) o che vi fosse il punto interrogativo (Nuova Riveduta e Nuova Diodati), oppure che non vi fosse nessuno dei due (vecchia Diodati), quel che conta è la successiva affermazione dello stesso Signore Gesù che dissipa ogni dubbio riguardante la conclusione del Suo discorso:
- “Ma è per questo che sono venuto incontro a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome!” (Giovanni 12:27,28)
E cosa gli risponde infatti dal cielo la Voce divina?
“E l’ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo!” (Verso 28)
E che Gesù stesse parlando proprio dell’ora della Sua morte e della Sua morte in croce, lo si capisce chiaramente poco più avanti, nello stesso capitolo 12 del Vangelo di Giovanni, dove Lui prosegue dicendo:
- “Questa voce non s´è fatta per me, ma per voi. Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo; e io, quando sarò innalzato dalla terra, trarrò tutti a me. Così diceva per significare di qual morte dovea morire.” (Giovanni 12:30,33)
Gesù quindi è venuto incontro a quest’ora proprio perchè doveva dare la Sua vita sul legno della croce, affinchè una volta innalzato su di essa dalla terra, potesse trarre a Sé tutti coloro che si ravvederanno convertendosi dai loro peccati!
Egli perciò non chiede affatto al Padre d’esser salvato dalla morte della croce!
E non lo ha mai fatto neppure nel Getsemani!
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3° Motivo:
Gesù non da la Sua vita perchè “costretto”, ma la depone volontariamente
- “Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho potestà di deporla e ho potestà di ripigliarla. ” (Giovanni 10:17,18)”
- “Perciò, entrando nel mondo, egli dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo; non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà.
Dopo aver detto prima: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato (i quali sono offerti secondo la legge), egli dice poi: Ecco, io vengo per fare la tua volontà. Egli toglie via il primo per stabilire il secondo.
In virtù di questa “volontà” noi siamo stati santificati, mediante l´offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.” (Ebrei 10:5,10))
Quando perciò la Scrittura dice che Gesù entrando nel mondo disse: “Ecco io vengo … per fare, o Dio, la tua volontà”, significa che Lui non poteva non sapere che avrebbe dovuto bere anche il calice della morte in croce preparatogli dal Padre. Il suo intento sin da quando entra nel mondo è “Volontariamente” quindi, e non perchè costretto; ma purtroppo come un’abisso chiama un’altro abisso, un’errore porta a un’altro errore, che è quello che fanno costoro nel prendere queste sante e giuste parole di Gesù nel Getsemani:
“Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Luca 22:42)
oppure:
“Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi” (Marco 14:36)
E ancora:
“Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».” (Matteo 26:42)
“…e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole.” (Luca 22:44)
Per dire che Lui accetta con sofferenza di dare la Sua vita in sacrificio per molti, solamente perchè “costretto” dalla volontà superiore del Padre Suo!
Ricordate infatti le parole della meditazione letta sul sito delle ADI?
“Guardiamo l’esempio di Gesù; in un momento di debolezza espone in maniera profonda la propria umanità: nel Getsemani egli pregò il Padre di allontanare il calice amaro che avrebbe dovuto bere di lì a poche ore. (…) E fu costretto a bere l’amaro calice per la nostra redenzione!. E.D.F.”
(Da: http://www.tuttolevangelo.com/studi/i_miracoli.php)
(Cliccate per ingrandire)
E questo l’avrebbe fatto addirittura dopo aver insistito col Padre pregando e ripetendo per ben tre volte la stessa richiesta di non farlo morire in croce?
Costoro invece errano grandemente, disonorando il Figliuol di Dio col loro insensato ragionamento, in quanto se le cose stessero veramente come dicono loro, allora Gesù avrebbe mentito ipocritamente quando disse che Lui depone invece la Sua vita volontariamente, e non quindi perchè “costretto” …
Rileggiamo nuovamente le Sue parole:
- “… io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me.” (Giovanni 10:17,18)
- “Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà.“ (Ebrei 10:7)
Gesù perciò depone la Sua vita volontariamente e questo per amore non solo di Dio, ma anche degli eletti!
Resto perciò dell’idea che il volere di Dio Padre che Suo Figlio Gesù desse la Sua vita in sacrificio per il Suo popolo (vedi Matteo 1:21), era perfettamente condivisa anche dalla volontà DELL’UOMO Gesù, in quanto gli intenti di salvarci erano comuni. Non per niente sta scritto:
- “Or avanti la festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta per lui l´ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.” (Giovanni 13:1)
Per questo l’amava il Padre!
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4° Motivo:
Gesù prima rimprovera Pietro e dopo si smentisce?
- “Da quell´ora Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrir molte cose dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed esser ucciso, e risuscitare il terzo giorno. E Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: Tolga ciò Iddio, Signore; questo non ti avverrà mai. Ma Gesù, rivoltosi, disse a Pietro: Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini.“ (Matteo 16:21,25)
Gesù, dopo aver detto ai suoi discepoli che Lui “doveva” andare a Gerusalemme, soffrire molte cose ed essere ucciso, fu tratto in disparte da Pietro che lo rimproverò per il proposito risoluto che mostrava il Signore; fu perciò a questo punto che Gesù dovette a Sua volta rimproverare Pietro con le severe parole lette innanzi.
Ora, Pietro nel Getsemani si addormentò, questo è scritto nei vangeli (vedi ad esempio Matteo 26:40,43), ma se le cose stessero come insegnano costoro e cioè che Gesù nel Getsemani pregò il Padre di allontanare da Lui il “calice della morte sulla croce”, non avrebbe avuto lo stesso Pietro tutte le ragioni di replicare magari a sua volta a Gesù in questo modo?
“Ma come! Quando ti ho tratto in disparte rimproverandoti del tuo proposito dicendoti che ciò non ti avvenisse, mi hai detto: “vattene via da me, Satana…”, e adesso tu stesso ti trai indietro pregando il Padre, se è possibile di non morire in croce?”.
Giudicate quindi voi se Pietro non avesse avuto poi ragione a replicargli in questi termini; le cose però non andarono affatto così, anzi fu proprio a Pietro, che subito dopo l’arresto Gesù disse: …
- “Rimetti la spada nel fodero; non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?“ (Giovanni 18:11)
La verità è che tutti coloro che insegnano che Gesù pregò il Padre di evitargli la morte espiatrice in croce errano grandemente, disonorando il glorioso Figlio di Dio con le loro ciance e i loro vani ragionamenti.
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5° Motivo:
Gesù non può contraddire se stesso
- “Voi non sapete quel che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?“ (Matteo 20:22)
Come poteva Gesù chiedere al Padre di allontanare da Lui il “calice della morte in croce”, dopo aver affermato alla madre dei figliuoli di Zebedeo e a loro stessi (Giacomo e Giovanni) che Lui quel calice si accingeva proprio a berlo? (vedi Matteo 20:22) .
Gesù non può contraddire se stesso, infatti confermò anche a Pietro la Sua precisa volontà di bere quel calice (il calice della morte in croce) quando dopo l’arresto gli disse:
- “Rimetti la spada nel fodero; non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?“ (Giovanni 18:11)
Eppure c’è chi pensa e insegna che Gesù possa aver detto una cosa e poi pregato il Padre per chieder tutto l’opposto!
Quale insensatezza nei vani ragionamenti di costoro!
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6° Motivo:
Gesù era ed è Padrone assoluto degli eventi, non una sua ignara vittima
- “Credi tu forse ch´io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in quest´istante più di dodici legioni d´angeli? Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga?” (Matteo 26:54,56)
- “Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho potestà di deporla e ho potestà di ripigliarla. Quest’ordine ho ricevuto dal Padre mio.” (Giovanni 10:17,18)
Più chiaro di così, Gesù ha potestà di deporre la Sua vita come pure di ripigliarla! Ma con la Sua stessa podestà decide di deporre da Se stesso la Sua vita (non chiede certamente che le venga risparmiata!) affermando che nessuno avrebbe mai potuto togliergliela per il proprio volere!
Infatti nessuno mai potè farlo morire prima del tempo e del modo prestabilito da Dio e dalle Scritture profetiche, e cioè la morte sul legno della croce!
Non riuscì a farlo morire Erode prima del tempo stabilito da Dio, secondo che è scritto:
- “…ecco un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Lèvati, prendi il fanciullino e sua madre, e fuggi in Egitto, e sta´ quivi finch´io non tel dica; perché Erode cercherà il fanciullino per farlo morire. Egli dunque, levatosi, prese di notte il fanciullino e sua madre, e si ritirò in Egitto; ed ivi stette fino alla morte di Erode, affinché si adempiesse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: Fuor d´Egitto chiamai il mio figliuolo.” (Matteo 2:13,15)
Non ci riuscì nemmeno Satana, quando lo trasportò sul pinnacolo del tempio cercando di tentarlo a buttarsi giù, secondo che è scritto:
- “Allora il diavolo lo menò seco nella santa città e lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: Se tu sei Figliuol di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine di suoi angeli intorno a te, ed essi ti porteranno sulle loro mani, che talora tu non urti col piede contro una pietra. Gesù gli disse: Egli è altresì scritto: Non tentare il Signore Iddio tuo.” (Matteo 4:5,7)
Non ci riuscirono a Nazaret, secondo che è scritto:
- “E tutti, nella sinagoga, furon ripieni d´ira all´udir queste cose. E levatisi, lo cacciaron fuori della città, e lo menarono fin sul ciglio del monte sul quale era fabbricata la loro città, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro se ne andò” (Luca 4:28,30).
E non ci riuscirono neppure i Farisei (vedi Matteo 12:14,15) o i capi sacerdoti e gli scribi (vedi Luca 19:47,48). Il motivo per cui non ci riuscirono? Non era quello ne il tempo e neppure il modo in cui Gesù doveva morire dato che secondo le profezie Lui avrebbe dovuto morire trafitto in croce.
Ascoltiamo nuovamente le stesse parole del Signore:
- “Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che così avvenga? In quel punto Gesù disse alle turbe: Voi siete usciti con spade e bastoni come contro ad un ladrone, per pigliarmi. Ogni giorno sedevo nel tempio ad insegnare, e voi non m´avete preso; ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le scritture de´ profeti.” (Matteo 26:54,56)
- “…e io, quando sarò innalzato dalla terra, trarrò tutti a me. Così diceva per significare di qual morte doveva morire.” (Giovanni 12:32,33)
Ma non è chiara la frase: “Così diceva per significare di qual morte doveva morire” (verso 33), che dimostra perfettamente come Gesù sapesse benissimo che Lui doveva morire proprio in croce ?
Gesù ha fatto queste affermazioni, perciò credeteGli!
Cessate quindi dall’insegnare che nel Getsemani avesse mai potuto chiedere al Padre che la Sua stessa vita gli fosse risparmiata non morendo in croce!
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7° Motivo:
Gesù è il nostro esempio di fede, non di egoismo e codardia
- “… riguardando a Gesù, duce e perfetto esempio di fede, il quale per la gioia che gli era posta dinanzi sopportò la croce sprezzando il vituperio, e s´è posto a sedere alla destra del trono di Dio. Poiché, considerate colui che sostenne una tale opposizione dei peccatori contro a sé, onde non abbiate a stancarvi, perdendovi d’animo.” (Ebrei 12:2,3).
Come potrebbe Gesù, essere il nostro “perfetto esempio di fede”, se fosse vero che nel Getsemani Lui pregò il Padre di risparmiarlo dalla morte della croce e perciò di vanificare tutta l’opera di Dio (compreso l’adempimento delle Scritture), per salvar se stesso?
Chi insegna questo disonora grandemente il Figlio di Dio, dipingendo Gesù come codardo, attribuendogli l’immagine di un vile egoista che teme per la propria vita anteponendola a quella delle pecore perdute che da buon pastore era venuto invece a cercare e salvare.
Ma cosa è scritto nel profeta Isaia?
- “Egli vedrà il frutto del tormento dell’anima sua, e ne sarà saziato; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, e si caricherà egli stesso delle loro iniquità” (Isaia 53:11)
Il frutto del tormento dell’anima Sua, non siam tutti noi che abbiam creduto per grazia?
E qual’era la gioia che gli era posta dinanzi di Ebrei 12:2, se non sapere che il Suo sacrificio avrebbe reso giusti i molti? Per questo sopportò la croce sprezzando il vituperio!
E’ davvero triste e vergognoso sapere che ci sia chi, col suo errato insegnamento, raffiguri INDIRETTAMENTE Gesù come un egoista codardo che muore per noi solo perchè “costretto” dal Padre!
Ravvedetevi, voi tutti che insegnate tutto questo sul glorioso ed altruista Figlio di Dio!
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8° Motivo:
Liberato dal timore o “esaudito per il Suo timore di Dio” ?
- “Il quale, ne´ giorni della sua carne, avendo con gran grida e con lagrime offerto preghiere e supplicazioni a Colui che lo potea salvar dalla morte, ed avendo ottenuto d´esser liberato dal timore…“ (Ebrei 5:7 – versione Riveduta Luzzi)
Gli assertori dell’errato insegnamento secondo la quale Gesù nei Getsemani pregò il Padre di non farlo andare a morire sulla croce, citano il passo di Ebrei 5:7 dalla versione della Bibbia Riveduta di Giovanni Luzzi, dicendo che sta scritto quivi che Gesù avesse paura di morire, dove effettivamente si legge:
- “ed avendo ottenuto (Gesù N.d.R.) d’esser liberato dal timore…“,
…e che quindi lasciasse intendere una qualche forma di paura della morte in croce da parte di Gesù.
Un esame approfondito del versetto in questione mostra invece un quadro completamente diverso, in quanto veniamo a scoprire che Giovanni Luzzi con la sua traduzione stravolge il senso di questo passo della Scrittura, infatti comparando la versione Riveduta con altre versioni della Bibbia scopriamo che le cose non stanno affatto così!
(Cliccate per ingrandire)
Solo la versione Riveduta di Giovanni Luzzi ci parla “…d’esser liberato dal timore” !
Diodati e Nuova Riveduta traducono invece: “ed essendo stato esaudito per la sua pietà.” Mentre la Nuova Diodati cambia invece completamente il senso del verso rispetto la Riveduta, traducendo:
- “…e fu esaudito a motivo del suo timore di Dio”.
Ora il termine greco usato in Ebrei 5:7 per la parola “timore” è “eulabeia” che significa Riverenza, timore di Dio e non “phobos” che significa appunto paura o timore.
Timore di Dio dunque, non della morte in croce!!!
E’ vero che poco prima nello stesso versetto sta scritto che Gesù pregava e supplicava a Colui che poteva salvarlo dalla morte, ed infatti come abbiamo visto precedentemente Gesù fu salvato da Dio svariate volte dalla morte, sia quand’era fanciullo (quando lo voleva far morire Erode), che quando Lui crebbe e divenne adulto.
Tutto questo però non riguardava affatto la Sua futura morte in croce.
Gesù non poté mai fare nessuna richiesta al Padre di salvarlo dalla Sua missione di dar la Sua vita sulla croce, dato che una simile preghiera avrebbe vanificato l’adempimento delle Scritture profetiche che lo riguardavano!
Come si può credere che Gesù pensasse davvero che il Padre potesse esaudire una Sua simil richiesta?
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9° Motivo:
Fu esaudito!
- “Nei giorni della sua carne, con grandi grida e lacrime, egli offrì preghiere e supplicazioni a colui che lo poteva salvare dalla morte, e fu esaudito a motivo del suo timore di Dio.” (Ebrei 5:7 – Nuova Diodati)
Inoltre c’è ancora una cosa che smentisce categoricamente l’uso di Ebrei 5:7 per supportare che avendo Gesù nel Getsemani timore di morire in croce pregò il Padre di evitargliela, ed è che Ebrei 5:7 dice che le preghiere di Gesù furono esaudite!
Perciò faccio questa domanda a tutti coloro che citano Ebrei 5:7 asserendo che questo passo supporti il fatto che Gesù nel Getsemani, a causa della sua umanità, temette di morire in croce:
“Se come dite voi Gesù nel Getsemani pregò il Padre che se fosse possibile, “il calice della morte in croce” fosse da Lui allontanato, e citate Ebrei 5:7 per asserire che questo passo conferma che Gesù avesse timore della morte sulla croce, ebbene allora come mai in questo stesso verso leggiamo che le preghiere di Gesù furono esaudite, se poi alla croce comunque Lui ci andò?
Vi rendete conto che c’è qualcosa che non torna nei vostri vani ragionamenti?”
Se Gesù avesse chiesto in preghiera al Padre di non fargli bere il “calice della croce”, in Ebrei 5:7 avremmo dovuto leggere il contrario, e cioè che NON fu esaudito, dato che alla croce invece ci andò!
Questo dimostra ulteriormente l’assoluta inconsistenza di questa tesi.
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10° Motivo:
L’oggetto della preghiera di Gesù si trova in Marco 14:35. Il calice che Gesù supplicò di non bere era quell’ora STESSA di sofferenza nel Getsemani, non quella FUTURA della morte in croce
- “E andato un poco innanzi, si getto a terra; e pregava che, se fosse possibile, quell’ora passasse oltre da lui“ (Marco 14:32,35)
Leggiamolo ancora:
- “… pregava che… quell’ora passasse oltre da Lui” (Marco 14:32,35)
Quell’ora! Cioè quella “stessa” ora di sofferenza!
Il calice che Gesù chiese fosse allontanato da Lui era quindi il calice della sofferenza di quell’ora presente (ricordiamoci che sta scritto che in quei momenti Gesù fu perfino in agonia – vedi Luca 22:44), non il calice futuro della morte in croce, il quale Gesù ha invece più volte ribadito che avrebbe bevuto (vedi Matteo 20:22; Giovanni 18:11).
Infatti vorrei dimostrarvi come Marco 14:35 DISTRUGGA L’INTERPRETAZIONE secondo la quale Gesù nel Getsemani pregasse di non bere il calice della Sua morte sulla croce.
Ora abbiamo letto come Marco ci dice quale fosse il VERO SOGGETTO DELLA PREGHIERA di Gesù nel Getsemani in quelle poche parole: “…e PREGAVA che, … QUELL’ORA PASSASSE OLTRE DA LUI”, quindi ciò che stava accadendo nel Getsemani e non l’ora futura della croce.
E che si trattasse proprio dell’ora di ciò che stava accadendo nel Getsemani e non dell’ora futura della croce, è confermato da Gesù quando Lui dice a Pietro: “Simone, dormi tu? non sei stato capace di vegliare UN’ORA SOLA?” (Marco 14:37).
Notato quel: “…UN’ORA SOLA?”
Vedete che Gesù stava pregando per ciò che stava succedendo nel Getsemani in quell’ora stessa e non per un’ora futura? Infatti chiede la collaborazione in preghiera a Pietro confermando che si trattava di “UN’ORA SOLA” lì, subito, in quel preciso momento!
Ora desidero rispondere all’obiezione fattami mostrandomi il verso 41 che dice: “Basta! L’ORA E’ VENUTA: ecco, il Figliuol dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori.” (Matteo 14:41)
Con la vostra obiezione quindi vorreste dirmi che “L’ORA” in questione è quella del verso 41, cioè l’ora del Suo arresto e quindi “l’ora” in cui Gesù è dato in mano ai peccatori. Perciò associando Marco 14:35 a Marco 14:41 dovremmo intendere così questo passaggio della Scrittura:
“…e PREGAVA che, se fosse possibile , QUELL’ORA (in cui sarebbe stato dato in man dei peccatori) PASSASSE OLTRE DA LUI.” (Marco 14:35)
Il punto è questo però, che così dicendomi CROLLA DEFINITIVAMENTE la vostra tesi che Gesù pregasse per allontanare il calice della Sua morte in croce!
Infatti partendo dal presupposto INNEGABILE E INCONFUTABILE che il SOGGETTO della preghiera di Gesù nel Getsemani è quello descritto in Marco 14:35 che dice: “…PREGAVA che, se fosse possibile , QUELL’ORA passasse oltre da Lui.”, dovremmo quindi parafrasare in questo modo la preghiera di Gesù, applicando il soggetto della preghiera di Gesù di MARCO 14:35 insieme a quello INTERPRETATO DA VOI di Marco 14:41, e ne verrebbe:
1) “Abba, Padre! ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice … DELL’ORA IN CUI SARO’ DATO IN MAN DEI PECCATORI!” (Marco 14:36)
Oppure:
2) “Padre mio, se non è possibile che questo calice DELL’ORA IN CUI SARO’ DATO IN MAN DEI PECCATORI passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”. (Matteo 26:42)
Ditemi quindi: “Ammesso che abbiate ragione voi con l’ora di Marco 14:41, dove vedete voi che Gesù parlasse della Sua futura morte in croce? Ma dove lo vedete? “
Riguardo poi al termine “parafrasare” ci tengo a precisare bene che questa parola non significa “adulterare” le Scritture, ma significa invece “RIPETERE qualcosa con parole diverse MANTENENDONE IL SENSO” (http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/P/parafrasare.shtml).
Dico questo verso i contenziosi che potrebbero accusarmi di adulterare o torcere le Scritture solo perchè non conoscono il significato del termine “parafrasare”.
In conclusione Marco 14:35 insieme a Marco 14:37 ci parlano quindi dell’ora PRESENTE nel Getsemani e non dell’ora futura della morte in croce; e CHE VI PIACCIA O NON VI PIACCIA è stato il soggetto unico della preghiera di Gesù, altrimenti avremmo dovuto leggere così: “…e PREGAVA che, se fosse possibile , quell’ora passasse oltre da lui… COMPRESO IL CALICE DELLA MORTE IN CROCE” !
Questo però non sta scritto, perciò vi esorto nel nome del Signore: “NON INVENTATELO VOI!”.
Ma allora, perchè Gesù soffrì nel giardino del Getsemani?
La ragione principale per cui Gesù dovette soffrire nel giardino del Getsemani era affinchè si adempisse una delle profezie che lo concerneva riguardanti i Suoi ultimi momenti prima della crocifissione.
Profezia che si trova nel Salmo 22 (che consiglio a tutti di leggere interamente visto che in questo Salmo ci sono anche altre profezie sempre inerenti la futura crocifissione di Gesù) e più precisamente nei versi da 11 a 14.
Questa:
“Non t´allontanare da me, perché l´angoscia è vicina, e non v´è alcuno che m´aiuti. Grandi tori m´han circondato; potenti tori di Basan m´hanno attorniato; apron la loro gola contro a me, come un leone rapace e ruggente.
Io son come acqua che si sparge, e tutte le mie ossa si sconnettono; il mio cuore è come la cera, si strugge in mezzo alle mie viscere.” (Salmo 22:11,14)
In essa vediamo infatti alcune analogie adempiutesi proprio nel Getsemani:
1) La preghiera:
– “Non t’allontanare da me…” (Salmo 22:11)
– ” e postosi in ginocchio pregava…” (Luca 22:41)
2) L’angoscia:
– “Perchè l’angoscia è vicina…” (Salmo 22:11)
– “E prese seco Pietro e Giacomo e Giovanni e cominciò ad essere spaventato ed angosciato.” (Marco 14:33)
3) Lasciato solo nel bisogno e nella prova:
– “… e non v’è alcuno che m’aiuti.” (Salmo 22:11)
– “Poi venne a’ discepoli, e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: Così, non siete stati capaci di vegliar con me un’ora sola?” (Matteo 26:40)
4) L’avversario, cioè il diavolo:
– “Grandi tori m’han circondato, potenti tori di Basan m’hanno attorniato; apron la loro gola contro a me, come un leone rapace e ruggente.” (Salmo 22:12,13)
– “Allora egli fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra” (Luca 22:41)
5) Il sudore… e sudore abbondante:
– “Io son come acqua che si sparge…” (Salmo 22:14)
– ” e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadeano in terra.” (Luca 22:44)
6) L’agonia mentre pregava:
– “…e tutte le mie ossa si sconnettono; il mio cuore è come la cera, si strugge in mezzo alle mie viscere.” (Salmo 22:14)
– ” Ed essendo in agonia, egli pregava vie più intensamente…” (Luca 22:44)
Solo coincidenze? Giudicate voi se in pochi versi tutti consecutivi possano trovarsi tante “coincidenze” tutte comunque rapportabili agli avvenimenti nel Getsemani, come la Sua angoscia, il fatto che nessuno che l’aiutasse (e difatti nel Getsemani Gesù non fu aiutato nemmeno in preghiera essendosi i tre discepoli tutti addormentatisi), e poi l’espressione “come acqua che si sparge” che ci ricorda il suo abbondante sudore mentre era in agonia.
Tutte cose che avvennero nel Getsemani e non sulla croce.
E infine quei tori di Basan che sono attorno a Gesù “come un leone ruggente” che simboleggia l’avversario, il diavolo (vedi 1° Pietro 5:8,9 – Salmo 22:21 – 2° Timoteo 4:17) e non gli uomini (per un’approfondimento del salmo 22 e del perchè reputo che i versi da 11 a 14 si riferiscano al getsemani e non alla croce vi rimando a questo successivo mio articolo:
“Le profezie inerenti il Messia contenute nel Salmo 22”.
Qualcuno potrà però obiettare dicendo: “L’avversario? Come l’avversario!” Fra breve lo vedremo analizzando più da vicino le Sacre Scritture e più precisamente il passo di Luca 22:41.
Ora i passi biblici sinottici e comparati di quel che avvenne nel Getsemani sono i seguenti:
Non ve ne sono altri. Iddio d’altronde ha voluto così, non facendoci sapere più di quanto non fosse riportato dai vangeli; i passi biblici a nostra disposizione sono perciò pienamente sufficienti per ciò che serve alla nostra conoscenza e alla nostra edificazione.
Ma vediamo più da vicino Luca 22:41.
Luca 22:41 – Come cambia il senso tra le varie versioni della Bibbia
Se compariamo Luca 22:41 fra quattro versioni della Bibbia: la Diodati, la Nuova Diodati, la Riveduta e la Nuova Riveduta, scopriamo una differenza molto importante di quel che accadde nel Getsemani che solamente la vecchia Diodati mostra, e che non è possibile invece intendere in tutte le altre versioni essendo il passo in questione tradotto diversamente, talché ne cambia il senso.
Infatti nel passo biblico di Luca 22:41 Nuova Diodati sta scritto che Gesù giunto nel Getsemani “…si allontanò da loro, circa un tiro di sasso…” e quindi chiunque potrebbe con ciò dedurre che Lui si allontanò dai discepoli camminando a piedi.
La stessa cosa si potrebbe dedurre leggendo Marco 14:35 versione Riveduta, dove è scritto: “E andato un poco innanzi… “ (come pure in Matteo 26:39).
Le cose però già cambiano leggendo Luca 22:41 nelle versioni Riveduta e Nuova Riveduta che non usano lo stesso termine della Nuova Diodati: “si allontanò” (che ripeto, lascia intendere uno spostarsi volontario a piedi), ma usano invece il termine “si staccò da loro circa un tiro di sasso” !
Talchè c’è da chiedersi come mai Luzzi usa il verbo “staccare” anzichè “allontanare” (il termine “staccare” però è giusto, lo vedremo a breve) .
Infine c’è la traduzione di Giovanni Diodati che usa un verbo ancora più strano, che è “divellere”.
Rileggiamo infatti nuovamente Luca 22:41 versione Diodati:
- “Allora egli fù divelto da loro, quasi per una gettata di pietra.”
(Cliccate per ingrandire)
“Divelto”, dal verbo “divellere”, significa: “staccato con forza” e non: “allontanarsi a piedi” !
Se Luzzi nella Bibbia Riveduta usa un termine che sembra anomalo, cioè: “si staccò”, Diodati ne usa uno ancora più strano (ma come vedremo più avanti, più preciso) e cioè: “fu divelto”, dato che il verbo “divellere” significa si: “staccare” … ma: “con forza” e non come traduce la Luzzi: “Ed egli si staccò da loro…” che può esser erroneamente inteso o interpretato come nel senso di allontanarsi da loro a piedi!
(Cliccate per ingrandire)
(da: http://www.wordreference.com/definizione/divellere)
Ho perciò voluto approfondire la cosa risalendo anche al testo greco originale del passo di Luca 22:41 “Allora egli fù divelto da loro, quasi per una gettata di pietra”, per comprendere come mai l’uso del termine “divelto” da parte di Giovanni Diodati.
Andando quindi sul sito “La Parola.net” e digitando Luca 22:41 nella ricerca del testo greco originale (all’indirizzo http://www.laparola.net/greco/index.php ), si può così leggere:
καὶ αὐτὸς ἀπεσπάσθη ἀπ’ αὐτῶν ὡσεὶ λίθου βολήν, καὶ θεὶς τὰ γόνατα προσηύχετο ;
Quindi cliccando sulla parola ἀπεσπάσθη ho cercato nel vocabolario del sito (a questo link) cosa significasse esattamente questa parola che è stata tradotta nella Nuova Diodati: “Allontanò”, nella Riveduta e Nuova Riveduta: “Staccò”, e solamente nel Diodati antico: “Divelto” .
In greco moderno ἀπεσπάσθη si traduce quindi apospaô e questo è il suo significato originale:
1) ritirare, strappare, – per trascinare – separare – dire addio – prendere – staccare
Quindi non un allontanamento “volontario” camminando a piedi, da parte di Gesù, ma qualcosa causato da una forza esterna che stacca con forza, strappa, separa!
Ecco spiegata la continuazione del versetto: “…un tiro di sasso” ; “…una gittata di pietra” (Luca 22:42) che da l’idea di uno spostamento veloce, improvviso, violento!
Ma poi che linguaggio sarebbe questo, del “tiro di sasso” ?
Chi di noi passeggiando con qualcuno gli direbbe, magari per allontanarsi a vedere una vetrina: “aspetta un’attimo, mi allontano “un tiro di sasso”, “una gittata di pietra” “ ?!
Era un linguaggio allora in uso? Uno “slang” del tempo? Non mi risulta…
E allora i passi dove leggiamo: “E andato un poco innanzi, …” (Matteo 26:39 Diodati) oppure: “E, andato un po’ più avanti, …” ( versione Nuova Riveduta) oppure: “…si allontanò da loro” (Luca 22:41 Nuova Riveduta) come si spiegano? Dirà qualcuno.
Nessuna contraddizione, Gesù la prima volta (prima di gettarsi con la faccia a terra pregando, non dopo quando si alzò e andò da Pietro, Giacomo e Giovanni vedendoli dormire), andò davvero un pò più avanti, allontanandosi da loro… e questo proprio perchè: “fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra” (Luca 22:41 Diodati antica) !
Non camminando però, anche perchè Diodati traduce: “fu” divelto, cioè da qualcosa o qualcuno, non già da se stesso…
Fratelli, quel che è scritto è scritto! Se vi par strano tutto questo, solo perchè avete sempre sentito la cosa diversamente, allora occorrerebbe non solo cancellare Luca 22:41 da tutte le Bibbie ma anche la parola “apospaô” da tutti i dizionari di lingua greca!
Se avete un’altra risposta fatemela sapere. C’è sempre da imparare e sono pronto a farlo, se la risposta è veramente persuasiva e confermata dalle Sacre Scritture.
Gesù quindi si stava appartando per pregare da solo (Matteo 26:36; Marco 14:32) quando all’improvviso cominciò ad essere spaventato ed angosciato, allora chiese a Pietro, Giacomo e Giovanni di vegliare e pregare…
Ed ecco che subito dopo fu “divelto”, cioè staccato, strappato da loro circa un tiro di sasso!
Uno scatenamento delle forze sataniche contro di lui? Cosa c’è di tanto strano? Infatti Gesù dodici versetti più avanti (in Luca 22:53) dirà a coloro che lo arrestarono che quella era:
“… l’ora vostra e la potestà delle tenebre“ (Luca 22:53)
Ed anche poco prima, nel discorso fatto dopo l’ultima cena e perciò poco prima di recarsi nel Getsemani, lui disse anche:
“Io non parlerò più molto con voi, perché viene il principe di questo mondo. Ed esso non ha nulla in me.” (Giovanni 14:30).
Poi sempre Gesù poco prima disse a Pietro queste altre parole:
“Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano. Ma io ho pregato per te, acciocchè la tua fede non venga meno” (Luca 22:31,32).
Pietro lo sappiamo, nel Getsemani lasciò invece Gesù solo a combattere, addormentandosi con Giacomo e Giovanni, adempiendo così la profezia del Salmo 22:11 “e non v’è alcuno che m’aiuti”.
Infine c’è il Salmo 22:11,14 dov’è contenuta la seguente profezia che doveva adempiersi, dove nella preghiera è menzionata l’angoscia di un uomo in agonia, lasciato solo nel bisogno proprio come avvenne a Gesù nel giardino del Getsemani:
“Non t´allontanare da me, perché l´angoscia è vicina, e non v´è alcuno che m´aiuti. Grandi tori m´han circondato; potenti tori di Basan m´hanno attorniato; apron la loro gola contro a me, come un leone rapace e ruggente. Io son come acqua che si sparge, e tutte le mie ossa si sconnettono; il mio cuore è come la cera, si strugge in mezzo alle mie viscere.“ (Salmo 22:11,14)
Ora, chi sono i “grandi tori, i potenti tori di Basan che apron la loro gola come un leone rapace e ruggente“ che circonderanno e attornieranno il Messia di cui parla il salmista se non proprio l’avversario, il diavolo, che Gesù chiama (Giov.12:31; 14:30; 16:11) “il principe di questo mondo” ?.
Infatti qualcuno potrebbe proprio dire: “Cosa centrano i grandi tori, i potenti tori di Basan col diavolo?” .
Essi aprono la loro gola come un leone rapace e ruggente abbiamo letto.
Occorre perciò ricordare che il fatto che il diavolo sia raffigurato nella Bibbia anche come una fiera pericolosa, è confermato anche dall’apostolo Pietro, il quale metaforicamente parlando descrive il diavolo proprio come un leone ruggente, secondo che è scritto:
“Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno a guisa di leon ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo.” (1° Pietro 5:8,9).
Ora è vero che la parola leone è usata nella Bibbia anche per raffigurare degli uomini malvagi (vedi Salmo 10:8,9), nonchè lo stesso Gesù (Apocalisse 5:5), ma non quando parla della GOLA DEL LEONE.
Infatti il Salmo 22, parlando di quei tori, non solo dice:
“…apron la LORO GOLA contro a me, come un leone rapace e ruggente…” (Salmo 22:12,13).
Ma più avanti sempre il Salmista profeticamente continua dicendo: “…salvami DALLA GOLA del leone.” (Salmo 22:21).
Cosa che verrà ripresa da Paolo quando sempre riferendosi al diavolo dirà: “…sono stato liberato DALLA GOLA del leone.” (2° Timoteo 4:17).
Come si vede quei tori rappresentano proprio Satana, l’avversario, E NON DEGLI UOMINI.
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“E cosa centrano i tori di Basan col passo “fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra” (Luca 22:41 Diodati antica) ? Non c’è alcuna analogia tra le due cose…”. Potreste aggiungere…
Voglio far notare che l’analogia tra i tori (che ricordo come abbiamo visto rappresentano anch’essi metaforicamente parlando il diavolo) e l’essere “divelto”, cioè “staccato” violentemente dal suolo c’è invece, eccome.
Avete mai visto nelle corride spagnole cosa succede quando un toro riesce ad incornare un torero? Egli viene letteralmente “divelto” dal suolo, cioè lo “stacca” violentemente dal suolo!
Ecco perchè non è per nulla strano che il diavolo sia simboleggiato in questo contesto proprio dalla possente forza di tori furiosi contro il Messia.
Forse non tutti si rendono conto di quello che possono fare satana e i suoi demoni.
Leggetevi le testimonianze di ex maghi convertiti al cristianesimo e vedrete che la possibilitá che Gesù fosse stato letteralmente sollevato dal suolo non è una mia “fantasia”.
Basta ricordarsi del passo in Matteo in cui già Gesù fu tentato dal diavolo…
Ora chiedetevi, come fece satana a trasportare “fisicamente” Gesù sul pinnacolo del tempio, oppure su quel monte altissimo (Matteo 4:5,8)?
Infine occorre anche ricordare che al diavolo rimaneva poco tempo, dopodichè alla morte di Cristo in croce lui avrebbe dovuto arrendersi definitivamente alla Signoria di Cristo! Infatti proprio sulla croce Gesù: “…avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo trionfando su di loro per mezzo della croce“ (Colossesi 2:13,15).
Qual’era lo scopo del diavolo? Tentare Gesù per farlo peccare, oppure farlo morire, come già fece nel deserto all’inizio del Suo ministerio? (leggi Matteo 4:1,11)
Secondo le Scritture sappiamo questo e cioè che Gesù fu in agonia con la fronte grondante di sudore, al punto che il Padre inviò a Lui perfino un angelo a confortarlo:
“E un angelo gli apparve dal cielo a confortarlo. Ed essendo in agonia, egli pregava vie più intensamente; e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadevano in terra… e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole” (Luca 22:44 – Matteo 26:44)
Possibile, qualcuno dirà… che il diavolo avesse potuto scagliarsi contro Gesù come un toro inferocito nella sua ira?
Non dimentichiamo che la parola “agonia”, è un termine greco che significa anche: “periodo che precede la morte” (http://
Ed anche: “Stadio terminale della vita” (http://
http://www.etimo.it/
Mentre su wikipedia c’è questo significato per la parola “agonia:
“Per agonia si intende di solito lo stato che precede la fine della vita di un essere vivente, nell’ambito medico è il momento dell’indebolirsi di funzioni vitali prima della morte di un individuo, in particolare l’energia dei muscoli, l’attività cerebrale e cardiaca. In senso simbolico indica angoscia o una condizione prossima alla fine.” (Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Agonia)
Qui troverebbe perfetto equilibrio e coerenza il passo di Ebrei 5:7 in cui Gesù fu liberato dalla morte, ed esaudito per il Suo timore di Dio.
Quando Gesù perciò prega dicendo: “Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”. (Matteo 26:42); “Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi” (Marco 14:36)
Lui potrebbe aver chiesto a Dio di salvarlo dalla morte.
E anche quivi Dio lo esaudisce, secondo che disse Gesù in un altra circostanza: “E Gesù, alzati gli occhi in alto, disse: Padre, ti ringrazio che m´hai esaudito. Io ben sapevo che tu MI ESAUDISCI SEMPRE” (Giovanni 11:41,42).
Ma dico, perché stupirsi o meravigliarsi che il maligno potesse aver fatto questo al Signore? Satana già provò a farlo morire corporalmente!
Avvenne infatti, come ho citato prima, trasportandolo fisicamente sul pinnacolo del tempio per indurlo a gettarsi giù da quell’altezza e così sfracellarsi al suolo:
“Allora il diavolo lo menò seco nella santa città e lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: Se tu sei Figliuol di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine di suoi angeli intorno a te, ed essi ti porteranno sulle loro mani, che talora tu non urti col piede contro una pietra.
Gesù gli disse: Egli è altresì scritto: Non tentare il Signore Iddio tuo.” (Matteo 4:5,7 )
E tutto ciò non avvenne “spiritualmente” o “metaforicamente” ma realmente!
La Scrittura poi prosegue dicendo: “Allora il diavolo, finita che ebbe ogni sorta di tentazione, si partì da lui fino ad altra occasione.” (Luca 4:13).
“Fino ad altra occasione…”
Perchè dunque escludere nella maniera più assoluta che non avvenne proprio nel Getsemani quell’altra occasione?
Conclusione
“Padre mio tu sai che sono anche vero uomo e la carne è debole, sono tanto angosciato per quello che dovrò affrontare, ti prego che io possa evitare di bere il calice della morte in croce nonostante questo comporti che sia resa vana l’opera di salvezza dell’umanità essendo io stato da Te stabilito l’agnello preordinato prima della fondazione del mondo e nonostante tutte le Scritture profetiche che parlano di me cadranno a terra inadempiute; e se questo non è possibile sia fatta la Tua volontà. L’accetterò mio malgrado”.
Paradossalmente questa preghiera blasfema è proprio la preghiera che indirettamente fanno dire a Cristo tutti coloro che asseriscono ciò che contesto nel mio articolo.
Non immaginate quanto essa mi disgusta, ma mi son sentito spinto a comporla non per disonorare il mio Signore, ma per smuovere le coscienze.
Affermare che Gesù solo perchè vero uomo volesse fuggire la croce, e questa preghiera impossibile, sono per me infatti la stessa identica cosa, poiché equivale il fare dire a Cristo qualcosa di illogico che abborrisco con tutto me stesso, anche a costo d’esser lasciato solo da tutti e reputato pazzo eretico e sviato!
Ma non m’importa. L’importante è quel che Dio pensa di me…
Siate perciò sinceri fratelli.
Non è proprio come se Gesù avesse pregato così, per voi tutti che credete che nel Getsemani, quando Gesù disse:“Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”. (Matteo 26:42) “Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi” (Marco 14:36)
… Egli si riferisse alla Sua morte sulla croce?
Ebbene questo lo reputo biblicamente inaccettabile!
Non posso credere che Gesù pensasse davvero che il Padre potesse non solo esaudire, ma neppure ascoltare, una preghiera simile…
Questo perchè molti passi biblici dichiarano che Gesù aveva pensieri completamente opposti ad una simil preghiera.
Non dite che adesso ho esagerato fratelli, perchè se Gesù nella preghiera nel Getsemani pensasse davvero al calice della croce, sarebbe stato proprio come se Lui avesse pregato in quel modo…
Concludo ribadendo per l’ennesima volta solo questo: “quell’ora” e “quel calice” non si riferivano alla croce e non potevano esserlo nella maniera più assoluta. Il calice era quello della prova nel Getsemani stesso, l’adempimento del combattimento e della preghiera che Gesù doveva affrontare in solitudine, abbandonato da tutti, profetizzato da Davide nel Salmo 22:11,12.
Non la morte sulla croce!
Gesù non avrebbe potuto nella maniera più assoluta fare una preghiera così contraddittoria e cioè chiedere al Padre di esaudirlo in una richiesta che annullasse le Scritture, e che perciò Dio non poteva affatto ascoltare!
Tutti coloro che insegnano che quel calice era la croce o la paura d’essa, e che quindi Gesù chiese di “allontanarla da Lui”, errano grandemente rappresentando in tal modo Gesù come vile ed egoista, cosa che non fu mai il vero Gesù nella Parola di Dio.
Gesù ha lottato strenuamente per me e per te dal primo all’ultimo giorno della Sua vita terrena. Ed ha vinto!!!
Mai un solo momento Gesù pensò di tirarsi indietro dal salvare i Suoi eletti ed obbedire al Padre!
E se tu che leggi non l’hai mai fatto, ravvediti adesso dei tuoi peccati e chiedi perdono a Dio e anche alle persone se hai fatto loro del male.
Poi unisci ad altri credenti e fatti battezzare in acqua per immersione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Anche tu così entrerai gia da adesso a far parte del popolo dei santi e dei riscattati da Dio. Apparterrai così a Gesù e riceverai la promessa di vita eterna che si concretizzerà al Suo glorioso ritorno!
“A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati col suo sangue, e ci ha fatti essere un regno e sacerdoti all´Iddio e Padre suo, a lui siano la gloria e l´imperio nei secoli dei secoli. Amen.” (Apocalisse 1:5,7)
Nicola Iannazzo
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Commento by Giuseppe | Dicembre 6th, 2019
Pace, grazie.
Commento by claudio bettinelli | Dicembre 28th, 2019
Buongiorno,
non mi occupo di questioni religiose, ma stamattina, al bar, parlavo proprio del “sudar sangue” (era solo un comico riferimento agli sforzi fatti dal mio partito), un sudare anomalo che ho sempre interpretato come lo schifo infinito – che sicuramente sale come un’onda solida e massiccia – che deve per forza provare un uomo che per tre interi anni ha continuato a dare, dare, dare, dare (osannato dalle folle) per ritrovarsi poi lasciato solo fino alla morte e persino dopo. A differenza infatti di un qualsiasi condannato a morte, Gesù ha dovuto affrontare la piccolezza atroce di tutti quelli che lo circondavano e quindi l’orrore supremo di un’umanità che oggi tranquillamente e con disprezzo chiameremmo “il pecorame”. Sacrificarsi per la nullità (semplici ombre) diventa così una bestemmia, il “buttare perle ai porci”. Non so se sia possibile parlare chiaro e tondo di “schifo supremo dell’umanità”, di “orrore dell’uomo”, perché gli uomini hanno di sé un’opinione molto elevata, ma comunque complimenti per l’analisi tecnica e soprattutto la volontà di rimettere finalmente le cose a posto.
(Paura di morire? Uno come Gesù??? Da spanciarsi dalle risate! Il pecorame umano lo lascia solo ancora oggi, 2.000 anni dopo, proiettando se stesso).
Claudio Bettinelli – Cremona.