● “La protezione di Faraone vi tornerà a confusione, e il ricetto all´ombra dell´Egitto, ad ignominia” (Isaia 30:3)
“Guai, dice l´Eterno, ai figliuoli ribelli che forman dei disegni, ma senza di me, che contraggono alleanze, ma senza il mio spirito, per accumulare peccato su peccato; che vanno giù in Egitto senz´aver consultato la mia bocca, per rifugiarsi sotto la protezione di Faraone, e cercar ricetto all´ombra dell´Egitto! Ma la protezione di Faraone vi tornerà a confusione, e il ricetto all´ombra dell´Egitto, ad ignominia.” (Isaia 30:1,3)
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Giovedì 26 Luglio il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha ricevuto al Viminale i rappresentanti di tre fra i più rappresentativi organismi evangelici italiani; le Assemblee di Dio in Italia (ADI), nella persona del presidente Felice Antonio Loria, la Federazione delle Chiese Pentecostali (FCP) rappresentata dal presidente Remo Cristallo, accompagnato dal preside della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, Carmine Napolitano e da Alfredo Giannini, e l’Alleanza Evangelica Italiana (AEI) nella persona del presidente Roberto Mazzeschi, accompagnato dal coordinatore dell’Italia centrale, Stefano Bogliolo, e dal presidente della Conferenza Evangelica Lombarda (COEL), Riccardo Tocco, per discutere di due questioni tra cui quella dei “mancati riconoscimenti delle nomine dei ministri di culto delle chiese senza intesa” … “dovuto al diverso orientamento del Ministero dell’Interno, che fa seguito al parere 2758/2009, del Consiglio di Stato, che indica in 500 il numero minimo dei membri perché una comunità possa sperare di ottenere il riconoscimento”.
Dunque, secondo l’articolo della notizia tratta dal sito web “buonanotizia.org” (riportato integralmente più avanti) quello che segue è il parere unanime dei leader evangelici presenti che hanno affermato:
“… il Consiglio di Stato … avrebbe molto sottovalutato l‘impatto negativo che la mancata approvazione delle nomine, può avere sull’operato quotidiano dei pastori evangelici, come pure degli altri leader religiosi, alcuni dei quali incontrano comunque difficoltà pur avendo ottenuto il riconoscimento della nomina, figurarsi cosa può succedere ai ministri privi del riconoscimento“ (www.buonanotizia.org – il neretto è mio – NdR).
“Figurarsi cosa può succedere ai ministri privi del riconoscimento” ? Ma che linguaggio è mai questo?
Ecco quindi come ragionano coloro che sprezzano la libertà spirituale che si possiede sin da subito in Cristo preoccupati invece d’ottenere “libertà legale” da parte dello Stato, ansiosi d’avere a tutti i costi il riconoscimento delle nomine dei ministri di culto anche per tutte quelle comunità locali senza Intesa che non superano i 500 membri a motivo (secondo loro) delle “difficoltà” incontrate da parte dei pastori privi di questo riconoscimento.
La verità è che sin dalla nascita della Sua Chiesa, il Signore Gesù Cristo ha invece sempre chiamato molti al ministerio e al Suo servizio senza che alcun d’essi abbia mai avuto bisogno di un qualche “riconoscimento legale” da parte delle autorità terrene vigenti (tra l’altro poste in essere da Dio stesso, vedi Romani 13:1). Anzi, molto spesso furono invece proprio quelle stesse autorità terrene ad avversare e perseguitare i veri servitori di Dio, loro si quindi, in “reali” difficoltà, come avvenne ad esempio agli apostoli tra cui Pietro circa i quali leggiamo negli Atti:
“Or mentr´essi parlavano al popolo, i sacerdoti e il capitano del tempio e i Sadducei sopraggiunsero, essendo molto crucciati perché ammaestravano il popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dei morti. E misero loro le mani addosso, e li posero in prigione fino al giorno seguente, perché già era sera…
… Ma quand´ebbero comandato loro di uscire dal concistoro, conferiron fra loro dicendo: Che faremo a questi uomini? …
… affinché ciò non si sparga maggiormente fra il popolo, divietiam loro con minacce che non parlino più ad alcuno in questo nome. E avendoli chiamati, ingiunsero loro di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni, rispondendo, dissero loro: Giudicate voi se è giusto, nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anzi che a Dio. Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiam vedute e udite.” (Atti 4:1,20).
E ancora:
“Noi vi abbiamo del tutto vietato di insegnare in cotesto nome; ed ecco, avete riempita Gerusalemme della vostra dottrina, e volete trarci addosso il sangue di cotesto uomo. Ma Pietro e gli altri apostoli, rispondendo, dissero: Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini.” (Atti 5:28,29).
Diverso quindi è il ragionamento che farà invece ogni vero servitore e ministro timorato di Dio che al contrario dei “leader” sopramenzionati non cercherà mai alcun “riconoscimento” da parte delle autorità terrene indipendentemente dal numero di membri da curare (che siano 2, 5, 10, 500, 1000 oppure molti di più), a lui “toccati in sorte” (1° Pietro 5:2,3) dal Signore, non avendo proprio cosa farsene di tale riconoscimento terreno, ma desideroso e “preoccupato” unicamente di piacere solo a Dio, incurante di eventuali “difficoltà” o persecuzioni a cagion di Cristo e dell’Evangelo, facendo proprie le parole dell’Apostolo Paolo:
“…siccome siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare l´Evangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.” (1° Tessalonicesi 2:4).
“…molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi su me. Per questo io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando son debole, allora sono forte.” (2° Corinzi 12:9,10).
Nicola Iannazzo.
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Gli Evangelici italiani ricevuti dalla Ministra Cancellieri
26 lug. 2012 – Il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha ricevuto stamani al Viminale una delegazione dei rappresentati di tre fra i più rappresentativi organismi evangelici italiani; le Assemblee di Dio in Italia (ADI), nella persona del presidente Felice Antonio Loria, la Federazione delle Chiese Pentecostali (FCP) rappresentata dal presidente Remo Cristallo, accompagnato dal preside della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, Carmine Napolitano e da Alfredo Giannini, e l’Alleanza Evangelica Italiana (AEI) nella persona del presidente Roberto Mazzeschi, accompagnato dal coordinatore dell’Italia centrale, Stefano Bogliolo, e dal presidente della Conferenza Evangelica Lombarda (COEL), Riccardo Tocco.
Hanno partecipato all’incontro anche l’On. Sandro Oliveri (MPA), che è stato l’artefice dell’incontro, e il Senatore Lucio Malan (PDL). La Ministra era accompagnata dal prefetto Angela Pria, capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione.
Al centro della discussione due questioni, i mancati riconoscimenti delle nomine dei ministri di culto delle chiese senza intesa, e la legge regionale della Lombardia, che impone che “ i mutamenti di destinazione d’uso di immobili, anche non comportanti la realizzazione di opere edilizie, finalizzati alla creazione di luoghi di culto e luoghi destinati a centri sociali, sono assoggettati a permesso di costruire», e che ha ad oggi provocato la chiusura di numerose sedi di chiese evangeliche e di altre comunità religiose.
Come è noto il blocco dei riconoscimento delle nomine dei ministri di culto, è dovuto al diverso orientamento del Ministero dell’Interno, che fa seguito al parere 2758,/2009, del Consiglio di Stato, che indica in 500 il numero minimo dei membri, perché una comunità possa sperare di ottenere il riconoscimento.
I rappresentati evangelici hanno sottolineato che tale limite non ha nessuna giustificazione logica, e che non è nemmeno corretto quanto affermato dal Consiglio quando dice che alla stessa Chiesa cattolica si applica tale criterio, quando tutti sanno che numerose chiese cattoliche, specialmente nei piccoli paesi, sono ben lungi da raggiungere la cifra di 500 membri.
Si è inoltre osservato che il postulato, secondo il quale l’approvazione delle nomine, non sarebbe un atto dovuto, ma una concessione, perché conferisce la facoltà di compiere atti di rilevanza giuridica, e quindi necessaria unicamente per la celebrazioni di matrimoni validi agli effetti civili, e che quindi non limiterebbe per il resto l’attività spirituale dei ministri, non è rispondente alla realtà dei fatti.
Infatti la norma sui culti ammessi, ancora vigente, prevede per ministri di culto muniti dell’approvazione governativa, anche la facoltà di aprire luoghi di culto, assistere i propri membri nei luoghi di cura, negli istituti di pena, nelle caserme; viene inoltre garantito loro riconosciuto la tutela del segreto professionale, la possibilità di raccogliere le ultime volontà testamentarie da persona morente, e tutta una serie di facoltà riferite agli edifici e alle relative attività di culto.
Pertanto il Consiglio di Stato, secondo i leader evangelici, avrebbe molto sottovalutando l’impatto negativo che la mancata approvazione delle nomine, può avere sull’operato quotidiano dei pastori evangelici, come pure degli altri leader religiosi, alcuni dei quali incontrano comunque difficoltà pur avendo ottenuto il riconoscimento della nomina, figurarsi cosa può succedere ai ministri privi del riconoscimento.
La Ministra Cancellieri, dal canto suo, ha ascoltato con molto interesse i vari interventi, e s’è detta disponibile a studiare insieme delle forme per superare il problema, dando alcuni suggerimenti ai leader presenti, i quali hanno apprezzato l’apertura del ministro.
Anche per la questione della legge regionale della Lombardia, la Ministra ha dato una serie di suggerimenti, disponendosi a fare quanto di sua competenze per favorire una soluzione positiva del problema. La titolare del Viminale ha anche prospettato l’opportunità di incontri periodici per verificare gli sviluppi delle questioni esposte.
SB
Tratto da: www.buonanotizia.org
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