In seno a molte Chiese Evangeliche viene insegnata la seguente dottrina: che chi ha creduto nel Signore non corre in alcun modo il rischio o il pericolo di andare in perdizione; in altre parole la dottrina che esclude possa esserci la possibilità che un credente dopo avere creduto per un certo tempo rinneghi la fede e vada così in perdizione. Tra le Chiese che la insegnano ci sono le chiese Battiste, le Chiese Riformate, le Chiese Valdesi, le Chiese Presbiteriane, e le Chiese dei Fratelli. Ecco alcune dichiarazioni a tale proposito: citerò prima dichiarazioni di singoli credenti e poi alcuni articoli di fede di alcune famose confessioni di fede. Renè Pache, che è stato direttore della Scuola Biblica Emmaus di Ginevra, i cui libri tradotti anche in Italiano sono molto apprezzati anche in seno alle Chiese dei Fratelli, ha scritto:
Guglielmo Standridge, responsabile di una Chiesa evangelica di Roma e capo redattore del giornale ‘La voce del vangelo’, nel suo libro ‘Coi terremoti Dio che c’entra?’ che ha avuto 4 edizioni, afferma quanto segue sui terremoti attuali:
‘È stato notato che i terremoti sono più numerosi in alcune zone del mondo, Giappone e Cina, per esempio, in oriente, e Italia, Grecia, i Balcani e nord Africa, in occidente. Dal confronto di queste zone, si è arrivati alla teoria che esistano nella crosta della terra delle fratture, o faglie, lunghe anche centinaia di chilometri. Secondo questa teoria, i terremoti avverrebbero quando, a motivo delle pressioni esercitate sulla superficie o in profondità, si produrrebbe un certo slittamento fra i due lati di queste fratture. Una teoria più recente afferma, invece, che esisterebbe circa una dozzina di zolle tettoniche che formano la crosta terrestre, e che queste sarebbero in costante, impercettibile movimento. Sarebbero un po’ come delle grandi lastre di ghiaccio che galleggiano e si scontrano in un mare appena scongelato. L’Italia sarebbe in una posizione particolarmente infelice, in un punto di incontro, o di scontro, fra una zolla formata dall’eurasia, che preme da est, una seconda zolla europea, che preme da ovest, ed una terza zolla africana che preme dal sud. Queste zolle, profonde circa cento chilometri, si muoverebbero di alcuni centimetri all’anno, premendo l’una sull’altra con una forza incredibile. Dal loro incontro deriverebbero non solo i terremoti, ma anche il sorgere di nuovi vulcani, l’azione di quelli esistenti e la formazione delle catene montagnose. Dato che si può definire l’origine dei terremoti e spiegare tutto scientificamente, si potrebbe concludere che Dio non c’entra. Certamente si può concludere che il terremoto non è un segno dell’ira di Dio contro un qualsiasi villaggio o nazione, come alcuni religiosi hanno avuto la sfrontatezza di dire.Leggi tutto… “● Guglielmo Standridge e i terremoti”