L’inferno è un luogo dal quale Dio ha ritirato la Sua misericordia e la Sua bontà, dove l’ira di Dio viene rivelata come un fuoco terrificante e consumante e dove gli uomini vivranno con le loro concupiscenze insoddisfatte nei secoli dei secoli.
Charles Haddon Spurgeon disse:
“Nell’inferno non c’è speranza alcuna. Là non c’è nemmeno la speranza di morire, o la speranza di essere annientati. Là vi sono persone perdute, perdute nei secoli dei secoli! Su ogni catena dell’inferno c’è scritto “per sempre”. Sopra la loro testa i dannati leggono “per sempre”. I loro occhi sono molestati e il loro cuore è tormentato al solo pensiero che sarà “per sempre”. Oh se solo questa sera io potessi dirvi che un giorno l’inferno terminasse, e che tutti i reprobi potranno un giorno essere ricuperati, ci sarebbe un’espressione di giubilo all’inferno al solo pensiero. Così però non è, è “per sempre” che essi sono cacciati nelle tenebre di fuori”.
“E un tale gli disse: Signore, son pochi i salvati? Ed egli disse loro: Sforzatevi d’entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno d’entrare e non potranno. Da che il padron di casa si sarà alzato ed avrà serrata la porta, e voi, stando di fuori, comincerete a picchiare alla porta, dicendo: Signore, aprici, egli, rispondendo, vi dirà: Io non so d’onde voi siate. Allora comincerete a dire: Noi abbiam mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze! Ed egli dirà: Io vi dico che non so d’onde voi siate; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità.” (Luca 13:23,27)
“Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entran per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano.” (Matteo 7:13,14)
“E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima; temete piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna. ” (Matteo 10:28)
“Ma a voi che siete miei amici, io dico: Non temete coloro che uccidono il corpo, e che dopo ciò, non possono far nulla di più; ma io vi mostrerò chi dovete temere: Temete colui che, dopo aver ucciso, ha potestà di gettar nella geenna. Sì, vi dico, temete Lui. ” (Luca 12:4,5)
Fratelli nel Signore, giovedì 15 Marzo 2012 ho ricevuto una lettera di un fratello appartenente ad una Chiesa dei Fratelli che dopo avere ascoltato una predica su ‘la vita dopo la morte’ fatta dell’anziano Davide Marazzita (l’11 Marzo 2012) della Chiesa Cristiana Evangelica dei Fratelli di Desio (Milano) è rimasto disorientato e molto perplesso, e quindi mi ha chiesto di ascoltarla e di dargli dei riferimenti dai miei studi sul tema trattato da questo anziano.
Ecco la predica integrale:
Avendo ascoltato questa predica, sono rimasto profondamente indignato nel constatare le tante menzogne presenti in questa predica, e ho deciso di segnalarvele. E considerate che questa predica è tra i podcast della radio cristiana CRC.fm – che trasmette da Seregno (MI) ed è partner del portale Evangelici.net!
Ora, le menzogne presenti in questa predica sono queste:
Gli abitanti locali lo hanno chiamato ‘La porta dell’inferno’, ma il suo nome ufficiale è il Darvaza Gas Crater.
Si trova a Darvaza, nel Turkmenistan ed è un cratere con un diametro calcolato tra i 60 e i 100 metri.
Questo gigantesco ‘buco’ risale a 40 anni fa (1971) e la sua origine è la seguente: l’allora Unione Sovietica finanziò una spedizione in questa regione al fine di trovare giacimenti di gas naturale; i geologi incaricati della ‘missione’ iniziarono le trivellazioni, ma nel corso dei lavori ci fu un cedimento della superficie sovrastante una caverna sotterranea piena di gas velenosi. Per far sì che tali gas non raggiungessero il vicino paese di Darvaza, furono incendiati nella speranza che il fuoco poi si spegnesse in pochi giorni. Ma da allora quei fuochi continuano a bruciare. Di notte, la luce prodotta dalla combustione è visibile a molti chilometri di distanza.
Ho messo questo video che riprende questo cratere per ricordarvi che esiste realmente un luogo di tormento nel cuore della terra che si chiama soggiorno dei morti e dove arde un fuoco non attizzato da mano d’uomo, e dove vanno le anime dei peccatori, in attesa di essere poi giudicati nel giorno del giudizio e gettati in un altro luogo di tormento chiamato Geenna, o stagno ardente di fuoco e di zolfo, dove saranno tormentati anima e corpo per l’eternità.
L’Iddio che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi, ha guidato i tuoi passi affinchè tu capitassi in questa pagina web e leggessi questo messaggio che ho scritto proprio per te che sei perduto e schiavo del peccato.
La vita non finisce con la morte, perché l’uomo ha all’interno del suo corpo un’anima immortale che sopravvive alla morte fisica. Dell’esistenza di questa anima immortale ne parlò pure Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ai suoi discepoli quando disse loro di non temere “coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima” (Matteo 10:28). Nota molto bene che Gesù ha detto che il corpo può essere ucciso, mentre l’anima no; per cui è ovvio che essa continua a vivere dopo la morte.
Se quindi fino ad ora hai pensato che con la morte finisce tutto, ti sei sbagliato grandemente.
Fratelli nel Signore, c’è un libro intitolato “La via che porta all’inferno”, che contiene un grosso errore dottrinale riguardante lo stato intermedio dei morti (nel libro ve ne sono anche altri di errori, ma verrà focalizzato questo in particolare) di cui potete ascoltare la confutazione audio del fratello Giacinto Butindaro.
Il libro, molto diffuso nelle librerie evangeliche, è scritto da David Pawson, ed è pubblicato da “verso la meta editrice” di catania. La prima edizione di questo libro in italia è uscita nel 1998.
David Pawson è un predicatore itinerante di nazionalità inglese, molto conosciuto in ambito evangelico, di estrazione battista, che è stato un tempo un ministro di culto della chiesa metodista ma poi è passato alla chiesa battista.
Ora, in questo libro, occorre naturalmente dirlo sin dall’inizio, David Pawson parla dell’esistenza dell’inferno, quindi di un luogo di tormento dove saranno tormentati per l’eternità gli empi, e in esso lui confuta coloro che parlano di “annientamento” dei peccatori.
Lui crede quindi che gli empi dopo il giorno del giudizio o comunque nel giorno del giudizio saranno presi e gettati anima e corpo nel fuoco eterno che lui chiama inferno.
Dunque di primo acchito parrebbe che sia tutto a posto, ma non è cosi…
In questo libro infatti c’è un grosso errore di David Pawson che concerne lo stato intermedio dei morti per gli empi, cioè per i peccatori che muoiono nei loro peccati.
Ora fermo restando che quando lui usa il termine “inferno” si riferisce al luogo di tormento dove andranno per l’eternità gli empi a partire dalla risurrezione, lui dice queste parole alla pagina 40 di questo libro:
“L’inferno dunque appartiene al futuro, non al presente. Ancora nessuno si trova li, nemmeno il diavolo (se lo fosse non potrebbe avere più influenza sulla terra). Abbiamo risposto alla domanda: quando avrà inizio l’inferno? Nel giorno del giudizio. Quando finirà? Finirà mai? Questa è la questione cruciale che esamineremo adesso.”
E in effetti dopo lui risponde dicendo che non finirà mai.
Ora l’errore che viene confutato a David Pawson è questo. Lui ritiene che per quanto riguarda lo stato intermedio degli empi che muoiono nei loro peccati la Scrittura non ci da abbastanza, diciamo, nozioni o conferme per dire che vanno in un luogo di tormento con fiamme di fuoco.
Giacinto Butindaro dimostra invece che la Scrittura ci mostra in maniera incontrovertibile che i peccatori, immediatamente dopo la morte, vanno con la loro anima in un luogo di tormento, chiamato Ades, dove vi rimarranno in maniera cosciente fino alla resurrezione, quando saranno gettati anima e corpo in un altro luogo di tormento chiamato Geenna o stagno ardente di fuoco e di zolfo dove saranno tormentati per l’eternità.
Consiglio quindi l’ascolto della confutazione audio per vedere se, alla luce delle Sacre Scritture, le cose dette da David Pawson, stanno davvero così…
Le A.D.I. (Assemblee di Dio in Italia) insegnano che quando la Scrittura parla di fuoco sia in riferimento all’Ades che alla Geenna il termine fuoco non va inteso letteralmente ma metaforicamente.
Ecco delle parti scannerizzate dal Nuovo Commentario Biblico Illustrato, ‘tradotto’ e pubblicato da ADI-Media, che provano ulteriormente in maniera inconfutabile che le Assemblee di Dio in Italia insegnano la falsa dottrina che il fuoco eterno di cui parlò Gesù, e che nell’Apocalisse è chiamato “stagno ardente di fuoco e di zolfo”, non è reale ma simbolico.
Le pubblico non solo affinchè servano di conferma a quanto noi diciamo da tanto tempo, ma anche affinchè quei credenti che frequentano Chiese ADI che dicono: ‘Ma il nostro pastore non ha mai insegnato questa cosa!’ siano persuasi che questo è l’insegnamento ufficiale delle ADI.
Come potete vedere, le parole del Nuovo Commentario Biblico che provano questo falso insegnamento delle ADI, sono le seguenti: ‘Un’angoscia inesprimibile è simboleggiata da ‘fuoco e zolfo’, v. 10b (cfr. Is. 30:33; Ap. 20:10). La punizione eterna è simboleggiata dal ‘fumo del loro tormento’ che sale ‘nei secoli dei secoli’, v. 11′ (Merrill F. Hunger – Gary N. Larson, Nuovo Commentario Biblico Illustrato, ADI-Media, 2009, pag. 679); ‘Il giudizio preannunciato su Satana (Gen. 3:15) viene ora eseguito. Prima cacciato via dalla sfera del cielo (12:9), poi imprigionato nell’abisso (20:1-3), egli viene ora consegnato al suo destino eterno, lo stagno di ‘fuoco e zolfo’, che raffigura un inesprimibile cosciente tormento (14:10; Is. 30:33)’ (Ibid., pag. 687). Fratelli guardatevi dal lievito delle ADI.
Ecco cosa Francesco Toppi, ex-presidente delle A.D.I., ha scritto nel suo libro A Domanda Risponde:
‘La concezione di un inferno o di un fantastico ‘purgatorio’ con vere fiamme di fuoco, immagini tanto care alle descrizioni medievali, è un’idea sfruttata da predicatori astuti ma poco seri che, ormai, riesce a terrorizzare soltanto qualche pia vecchietta, la quale si vede già ardere per l’eternità’(Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Volume 1, pagina 231, ADI-MEDIA, seconda edizione, Roma 2004).
Lo stesso ha affermato durante il programma ‘Dai nostri culti’ trasmesso da RadioEvangelo qui a Roma, durante una predicazione che verteva sulla vita dopo la morte, che quando Gesù parlò della fiamma che tormentava l’anima del ricco nell’Ades, non intese riferirsi ad un fuoco letterale ma usò un linguaggio metaforico! E che nelle ADI non sia cosa rara sentire parlare così in riferimento al fuoco dell’inferno me lo ha confermato un fratello che parlando con un aspirante pastore delle ADI si è sentito rispondere: ‘Ma fratello, non penserai mica che quello sia veramente fuoco?!’Leggi tutto… “● Le ADI hanno ‘tolto’ il fuoco dall’inferno…”