● Un coraggioso Sacerdote Cattolico Romano parla contro i cosiddetti “vaccini” Covid-19
Ascoltatelo attentamente fino in fondo, perché discorsi simili non li ascolterete facilmente dai cosiddetti “ministri di culto” delle denominazioni evangeliche massonizzate. D’altronde certi preti, benché idolatri, mostrano più coraggio di molti cosiddetti “pastori” evangelici…
Se infatti sentirete parlare pubblicamente in questi termini, qualche pastore o conduttore magari delle ADI, fatemelo pure poi sapere, dato che perfino il vergognoso comunicato AEI, che io sappia e salvo prova contraria, non l’ha praticamente contestato nessuno…
(Clicca qui o sull’immagine per riprodurre il video)
N.d.R. Trascrizione dal minuto 3.20 circa in poi – Il neretto è mio:
“… E’ opportuno ricordare per altro, che quelli attualmente in commercio non sono vaccini propriamente detti, bensì farmaci sperimentali, contenenti organismi geneticamente modificati. Sono le gravissime implicazioni di questo fatto ad avere rilevanza morale. Infatti il materiale biologico utilizzato per la ricerca scientifica e per l’elaborazione di tali prodotti, non solo è di origine illecita, ma provenendo dalla stessa specie del ricevente può entrare in interazione con il suo patrimonio genetico.
Il rifiuto assoluto che bisogna opporre alla ricezione di questi prodotti, si fonda perciò su due ragioni incontestabili.
La prima, quel materiale biologico proviene da feti umani abortiti su commissione, a pagamento. Ed è stato prelevato per garantirne la qualità, da soggetti ancora vivi. Dato l’elevato numero di esperimenti necessari per ottenere una linea cellulare e poi del tutto improbabile che sia bastato un singolo aborto, mentre è impossibile che poche linee cellulari siano sufficienti in tutto il mondo.
La seconda ragione, l’utilizzo di quel materiale biologico, comporta rischi fortissimi per la salute delle persone. Non solo a breve termine come dimostrano le migliaia di casi di gravi reazioni avverse, ma anche a medio e lungo termine. Con una probabile impennata nei prossimi anni di tumori e di malattie autoimmuni.
Ora i tentativi effettuati da più parti di giustificare il ricorso al cosiddetto “vaccino”, sono accomunati dallo stesso difetto di metodo. Essi peccano di intellettualismo, in quanto facendo astrazione di tutta una serie di dati oggettivi rilevanti ai fini del giudizio morale, nascondono dietro procedimenti logico formali una realtà evidente a chiunque voglia vederla. Il problema è generalmente analizzato mediante la categoria della cooperazione al male o quella dell’appropriazione dell’effetto di un atto cattivo. Che in questo caso sono punti di vista troppo limitati e per tanto insufficienti.
La realtà che si evita constantemente di prendere in considerazione, è che esiste una vera e propria industria dell’aborto strutturalmente connessa all’industria farmaceutica.
Il caso presente non ha fatto altro che sollevare il velo su una forma di barbarie tecnologica ormai ampiamente diffusa. La cosiddetta “vaccinazione” è il fine ultimo di tutto un processo produttivo e commerciale che richiede come condizio “sine qua non” numerosi aborti e sevizie di una crudeltà disumana commesse su feti estratti vivi dall’utero. Processo che non sarebbe stato posto in atto se non ci fossero “consumatori” del prodotto. L’atto conclusivo, la vaccinazione, viene così ad essere parte integrante del processo stesso, al quale chi si vaccina partecipa attivamente, benché non cooperi se non in modo remoto all’aborto considerato “isolatamente.
Il principio giustificativo soggiacente in fondo è questo: “mors tua, vita mea” (N.d.R. morte tua, vita mia).
A quanto parte molti progressisti e tradizionalisti stanno convergendo nell’ammettere la medesima barbarie moderna che evidentemente gli uni e gli altri hanno ormai metabolizzato come una sorta di “nuova normalità”, perfettamente allineati alla propaganda di regime. Non c’è tuttavia costruzione intellettuale che possa dissimulare la radicale malizia di una pratica medica, che con il pretesto di prevenire una malattia, il cui tasso di letalità è stimato intorno allo 0,2-0,3 per cento, senza alcuna garanzia di immunizzazione e nella totale ignoranza degli effetti collaterali, esige veri e propri sacrifici umani di inaudita efferatezza!
Chiunque può facilmente arguire che i veri interessi non siano di natura sanitaria ma di natura finanziaria. Le banche che hanno investito nella produzione dei cosiddetti “vaccini” contro il Covid-19, non possono veder compromessi i loro profitti speculativi da contestazioni di carattere morale.
Chi però non riceve sovvenzioni da esse è libero di dire la verità senza artifici, per l’onore di Dio e per il bene dell’umanità, che oggi è minacciata da un tentativo di genocidio globale perpetrato per mezzo di governi fantoccio e con la complicità di una gerarchia che dimostra in gran parte di aver perso la fede.
Quanti per grazia la conserviamo ancora, non lasciamoci intimorire da nessun potere, né civile né ecclesiastico, ma temiamo unicamente il giudizio Divino.”
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Nicola Iannazzo
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