● Contro la visualizzazione creativa insegnata e praticata da Paul Yonggi Cho
Contro la visualizzazione creativa insegnata e praticata da Paul Yonggi Cho
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Introduzione
Paul Yonggi Cho, pastore di una grande Chiesa pentecostale (delle Assemblee di Dio) in Corea del Sud di cui alcuni libri sono disponibili anche in italiano e che in questi ultimi anni è venuto a predicare alcune volte in Italia, ha scritto:
‘Se tu non hai visualizzato chiaramente nel tuo cuore esattamente quello che speri, esso non può diventare una realtà per te (..) Le cose che tu speri veramente, possono essere possedute solo quando tu le visualizzi chiaramente nel tuo cuore e nella tua mente. Quando esse sono chiare nella tua mente, il profondo desiderio che Dio ti conceda quella richiesta diventa allora una visione nel tuo cuore come anche una preghiera. Tu la sognerai ogni giorno, mentre sei in preghiera e mentre vai al tuo lavoro quotidiano. Senza visualizzarle tu non puoi avere quelle cose nel regno dello ‘sperato’. (…) Noi dobbiamo imparare a come usare le nostre visioni e i nostri sogni’ (Paul Yonggi Cho, The Fourth Dimension [La Quarta Dimensione], Vol. 2, So. Plainfield, NJ, USA, 1983, pag. 25, 26).
Quindi, secondo questo pastore, noi quando preghiamo e dopo avere pregato dobbiamo visualizzare la risposta di Dio o in altre parole dobbiamo riempire la nostra mente con visioni e sogni. Per lui infatti visualizzare e aver visioni e sogni sono la stessa cosa infatti più avanti dopo avere detto che nell’Antico Testamento Dio diede visioni e sogni concernenti eventi futuri, e che nel Nuovo Testamento uomini come Anania, Paolo e Cornelio ebbero profetiche visioni e sognarono sogni egli afferma:
‘Questo non significa necessariamente che noi tutti dovremmo rimanere in stati di estasi. Comunque, esso significa che noi dobbiamo partecipare al compimento della volontà di Dio nelle nostre vite innanzi tutto visualizzando il suo scopo e poi riempiendo la nostra immaginazione con esso sognando. Di conseguenza, il credente non dovrebbe essere limitato al livello della terza dimensione, ma dovrebbe andare oltre di esso nel quarto livello dimensionale della realtà’. (Ibid., pag. 55).
A sostegno di questo suo insegnamento, Cho prende l’esempio di Abrahamo che secondo lui divenne padre di molte nazioni perchè ‘usò il pensare della quarta dimensione’ (Ibid., pag. 59 – A tal proposito, Cho asserisce che quando Dio gli disse di guardare il cielo e contare le stelle se le poteva contare, Abramo vide tutte le stelle trasformarsi nelle facce dei suoi discendenti, e gridare ‘Padre Abrahamo!, e che quelle immagini divennero i suoi sogni e le sue immagini. Quelle immagini diventarono immediatamente parte della sua quarta dimensione, quelle visioni e quei sogni ebbero un forte impatto sul suo vecchio corpo ed esso si trasformò come se fosse un corpo giovane) e di sua moglie Sara la quale diventò madre a novant’anni perchè ‘cominciò a visualizzare il ritorno della sua giovinezza’ e presto si verificò in lei un cambiamento fisico (Ibid., pag. 62).
Confutazione
Questo è un insegnamento falso e adesso lo dimostreremo mediante le Scritture.
Quando noi preghiamo Dio per ottenere qualche cosa noi siamo chiamati ad avere fede, cioè a fare la nostra richiesta a Dio con fede; in questa maniera noi otterremo quello che gli abbiamo chiesto (fermo restando però che quella determinata cosa che abbiamo domandato rientri nella volontà di Dio per noi – 1 Giovanni 5:14-15, e che noi facciamo le cose che gli sono grate – 1 Giovanni 3:21-22).
Gesù ha detto infatti: “Tutte le cose che voi domanderete nella preghiera se avete fede le otterrete” (Matteo 21:22). Ma che cosa significa pregare Dio con fede? Significa essere certi che riceveremo quello che gli abbiamo chiesto. Gesù questo lo ha spiegato in questi termini: “Tutte le cose che voi domanderete pregando, crediate che le riceverete e voi le otterrete” (Marco 11:24 – Diodati). Quindi, nella nostra mente non ci deve esser nessun dubbio sia quando noi preghiamo Dio e sia dopo che lo abbiamo pregato, se vogliamo essere esauditi da Dio. Il dubbio rende inutile la preghiera: Giacomo lo ha spiegato quando dice che se uno manca di sapienza la deve chiedere a Dio, ma la deve chiedere “con fede senza stare punto in dubbio; perchè chi dubita è simile a un’onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Non pensi già quel tale di ricevere nulla dal Signore, essendo uomo d’animo doppio, instabile in tutte le sue vie” (Giacomo 1:5,8).
Forse che credere che si riceveranno determinate cose significa doversi mettere a visualizzare quelle cose con la propria mente? Niente affatto: la Scrittura non dice simili cose. Se si leggono gli esempi di uomini e donne che hanno pregato Dio sia nell’Antico Testamento che nel Nuovo non si troverà traccia di questa visualizzazione di cui parla Cho che se la si considera attentamente è piuttosto una pratica che affonda le sue radici nell’occulto e non una pratica biblica. Lui infatti mette molta enfasi sulla mente, e sul potere che ha la mente sulla persona tanto è vero che dopo avere detto che Sara visualizzò il ritorno della sua gioventù afferma che ‘se una donna comincia a pensare di sè stessa di essere attraente, ella lo può essere. Non solo avranno luogo cambiamenti fisici, ma l’immagine che lei ha di sè cambierà e comincerà a prendersi una cura migliore di lei e comincerà a vestirsi come una persona attraente’ (Ibid., pag. 62).
Questa visualizzazione di Paul Yonggi Cho – o quarta dimensione come la chiama lui – in effetti assomiglia molto alla visualizzazione creativa molto presente nel New Age (il supermovimento socio-religioso impregnato di occultismo, di esoterismo e di falsità di ogni genere) e che è una tecnica meditativa che è presente sia nelle religioni orientali e sia nell’occultismo mediante la quale con l’immaginazione (che è accompagnata spesso da espressioni positive) – dicono i suoi sostenitori – si possono determinare ogni sorta di avvenimenti positivi, guarigione da malattie, prosperità economica, ecc. In altre parole una tecnica con cui si arriva alla consapevolezza di essere gli ‘architetti’ della propria vita, dei dèi. Shakti Gawain ha affermato: ‘La visualizzazione creativa non è solo una tecnica ma è, in ultima analisi, uno stato di consapevolezza. E’ una consapevolezza nella quale ci rendiamo conto, in un modo profondo, che noi siamo incessantemente i creatori del nostro universo, del quale siamo responsabili in ogni momento. Non c’è una separazione fra noi e Dio (…) la visualizzazione creativa è il processo di realizzare e rendere visibile, nella sfera fisica, il nostro potenziale divino’ (Shakti Gawain, Creative Visualization [Visualizzazione creativa], New York 1982, pag. 120).
Un’altra affermazione sulla visualizzazione creativa che fa capire in che cosa essa consiste la troviamo nel libro di Carlo Biagi Diventare sensitivi: ‘Nel corpo astrale, il desiderio di raggiungere un obbiettivo, rafforzato dalla visualizzazione, accumula un forte potere energetico che attirerà il risultato desiderato come un magnete. Dobbiamo pensare che il pensiero è una forma energetica e come tale è in grado di attirare energie con la stessa frequenza. Sul piano astrale esso ha un potere ideoplastico, cioè crea istantaneamente l’immagine di ciò che è stato ideato, portando l’energia necessaria per realizzare il proposito anche sul piano materiale (…) Visualizzare significa dunque agire sull’astrale, ma anche sulla propria psiche, per renderci autori della nostra vita’ (Carlo Biagi, Diventare Sensitivi: le tecniche per sviluppare il potenziale psichico: telepatia, chiaroveggenza, medianità, autoguarigione, Milano Sonzogno 1994, pag. 45).
Dunque, nella sostanza l’insegnamento di Cho sulla visualizzazione, quantunque egli afferma che è Dio che adempie il suo piano nella nostra vita, è contaminato da insegnamenti occulti. Cho non ha fatto altro che prendere dei principi occulti presenti nell’occultismo e nelle religioni orientali e inserirli molto abilmente (direi di soppiatto) in mezzo alla Chiesa. Ma forse queste mie affermazioni vi parranno esagerate o ingiustificate, e allora vi propongo di ascoltare queste altre parole di Paul Yonggi Cho che sono ancora più eloquenti delle precedenti: ‘Tu crei la presenza di Gesù con la tua bocca …. Egli è legato dalle tue labbra e dalle tue parole …. Ricorda che Cristo dipende da te e la tua parola pronunciata per liberare la Sua presenza. Sokagakkai una setta buddista ha applicato la legge della quarta dimensione ed ha compiuto miracoli. Inoltre molte persone coinvolte nello yoga … guariscono i malati con la meditazione yoga … nel buddismo i monaci anche hanno operato miracoli eccezionali’ e: ‘Quindi lo Spirito Santo mi disse: Guarda i Sokagakkai. Essi appartengono a Satana… e con la quarta dimensione essi esercitano il dominio nei loro corpi e circostanze’ …. Dio allora mi insegnò che (visto collegare la quarta dimensione del nostro spirito a quella del Santo Padre il creatore dell’universo) possiamo avere ancora più dominio sulle circostanze’ ed ancora: ‘Ognuno, come anche l’occultismo, può applicare la legge della quarta dimensione …. e fare miracoli, chi pratica l’occulto, o il cristiano può creare il suo proprio mondo (come Dio) tramite la potenza della propria immaginazione’ (citazioni tratte da: ‘Cristiani Oggi’, 16-31 Dicembre 1993, pag. 5. L’articolo si intitola ‘Spiriti seduttori’ e l’autore è Joseph Manafò).
State dunque molto attenti, fratelli nel Signore, e non fate posto a questa visualizzazione creativa, o quarta dimensione che dir si voglia, nella vostra mente.
Ma c’è un’altra falsità nell’insegnamento di Yonggi Cho, che è il fatto che lui chiama queste immaginazioni e questi pensieri visioni e sogni e che per confermare ciò prende gli esempi dei profeti e quelle scritture dove si parla di visioni e di sogni. Perchè in questa maniera egli perverte il significato che hanno questi termini e fa credere al credente che mettersi a pensare a qualche cosa significa avere visioni e sogni da parte di Dio e perciò a suo tempo essi dovranno tramutarglisi in realtà perchè così avvenne nell’antichità a coloro che ebbero visioni e sogni. Leggendo i suoi scritti non si può non rimanere disgustati nel sentirgli fare questi paragoni. Sia chiaro fratelli; le visioni e i sogni che sono trascritti nella Scrittura, che hanno avuto Abramo, Giacobbe, Giuseppe, Daniele, Paolo, Anania, Pietro e tutti gli altri non hanno nulla a che fare con le visioni e con i sogni di cui parla Cho quando parla di visualizzazione. Questo perchè nel caso dei sogni e delle visioni di Cho si tratta di uno sforzo mentale del credente e nulla di più, o meglio di pensieri che egli intrattiene nella sua mente, mentre nel caso delle visioni e dei sogni che si ricevono da Dio sono delle visitazioni di Dio in cui Dio in maniera imperscrutabile e gloriosa riesce a fargli vedere delle cose.
Nel caso delle visioni, esse si possono avere a occhi aperti con i propri sensi attivi, come nel caso della visione che le donne ebbero dell’angelo al sepolcro (cfr. Matteo 28:1-7), e di quella dei due angeli che ebbero i discepoli del Signore quando Gesù fu assunto in cielo (cfr. Atti 1:9-11); a occhi chiusi come nel caso della visione di Saulo da Tarso mentre si trovava in casa di Giuda in cui vide Anania entrare e imporgli le mani (cfr. Atti 9:11-12); o in estasi (e quindi con i sensi fisici sospesi per tutto il tempo dell’estasi) come nel caso di Pietro sul terrazzo della casa di Simone coiaio in cui vide quella cosa simile a un lenzuolo scendere dal cielo (cfr. Atti 10:9-16).
Nel caso dei sogni essi si hanno solo mentre si dorme; tra questi si possono menzionare i sogni di Giuseppe (cfr. Genesi 37:5-11), quelli di Faraone (cfr. Genesi 41:1-32), quello di Salomone (cfr. 1 Re 3:5-15), e quelli di Nebucadnetsar (cfr. Daniele cap. 2 e cap. 4).
Alcune parole ora su Abrahamo e Sara. La Scrittura dice: “Dopo queste cose, la parola dell’Eterno fu rivolta in visione ad Abramo, dicendo: ‘Non temere, o Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima’. E Abramo disse: ‘Signore, Eterno, che mi darai tu? poiché io me ne vo senza figliuoli, e chi possederà la mia casa è Eliezer di Damasco’. E Abramo soggiunse: ‘Tu non m’hai dato progenie; ed ecco, uno schiavo nato in casa mia sarà mio erede’. Allora la parola dell’Eterno gli fu rivolta, dicendo: ‘Questi non sarà tuo erede; ma colui che uscirà dalle tue viscere sarà erede tuo’. E lo menò fuori, e gli disse: ‘Mira il cielo, e conta le stelle, se le puoi contare’. E gli disse: ‘Così sarà la tua progenie’. Ed egli credette all’Eterno, che gli contò questo come giustizia.” (Genesi 15:1-6), ed ancora: “Egli, sperando contro speranza, credette, per diventar padre di molte nazioni, secondo quel che gli era stato detto: Così sarà la tua progenie. E senza venir meno nella fede, egli vide bensì che il suo corpo era svigorito (avea quasi cent’anni), e che Sara non era più in grado d’esser madre; ma, dinanzi alla promessa di Dio, non vacillò per incredulità, ma fu fortificato per la sua fede dando gloria a Dio ed essendo pienamente convinto che ciò che avea promesso, Egli era anche potente da effettuarlo. Ond’è che ciò gli fu messo in conto di giustizia.” (Romani 4:18-22).
Abrahamo dunque non fece ricorso a nessuna visualizzazione per diventare padre di molte nazioni, ma semplicemente credette nella promessa di Dio. La Bibbia è chiara a tale riguardo. La stessa cosa dicasi per Sara, infatti la Scrittura dice: “Per fede Sara anch’ella, benché fuori d’età, ricevette forza di concepire, perché reputò fedele Colui che avea fatto la promessa. E perciò, da uno solo, e già svigorito, è nata una discendenza numerosa come le stelle del cielo, come la rena lungo la riva del mare che non si può contare” (Ebrei 11:11-12).
Cho dunque erra grandemente nel dire che Abrahamo e Sara poterono diventare genitori nella loro vecchiezza in virtù della pratica della visualizzazione, perché la Bibbia non fa menzione di una simile cosa. Credere non significa visualizzare.
Vi esorto dunque a non mettervi a chiamare i vostri pensieri o le vostre immaginazioni né visioni e neppure sogni perchè essi non lo sono affatto. Voi potete pensare a una cosa quanto volete e con fede pure, ma se quella cosa non è nel volere di Dio voi non la otterrete.
Invece se voi ricevete da Dio una visione o un sogno in cui Dio vi promette di darvi qualche cosa, allora state tranquilli e certi che quella cosa la riceverete per certo perchè quella visione o quel sogno è la parola di Dio e Dio la manderà ad effetto a suo tempo.
Potete pensare a quella visione o a quel sogno tutte le volte che voi vorrete (e farete bene a farlo perchè quella visione o quel sogno venivano da Dio e non erano vostre invenzioni) e ne riceverete del bene e credendo che la visione o il sogno si avvererà per volere di Dio proverete una grande gioia e una grande consolazione nei momenti più difficili dell’attesa quando sembra che Dio si sia dimenticato della sua parola che vi ha rivolta. E non chiamate visioni e sogni neppure i vostri desideri perchè la Scrittura non li chiama mai così.
Badate fratelli a voi stessi, perchè è sbagliato e molto pericoloso mettersi a chiamare i propri pensieri o i propri desideri visioni e sogni perchè in questa maniera si mettono allo stesso livello delle visioni e dei sogni che vengono dati da Dio, e si comincia a pensare che prima o poi essi dovranno adempiersi quando non è per forza così. Può essere infatti che un desiderio vostro sia nel volere di Dio, allora in questo caso Dio lo adempirà, ma lo ripeto se non è nel volere di Dio potrete pensarci quanto tempo volete, esso non si adempirà, ripeto esso non si adempirà mai. Era solo un pensiero.
Fratelli, che Dio vi dia visioni e sogni per la vostra edificazione ed esaudisca le vostre domande.
A lui sia la gloria in eterno. Amen.
Giacinto Butindaro
Tratto da: http://www.lanuovavia.org/confutazioni-visualizzazione.html
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