● Quello che non viene detto di Giovanni 3:16
Giovanni 3:16
(87 minuti – mp3)
_____________________
Conoscete tutti a memoria la seguente frase biblica, magari non ricordate capitolo e versetto, ma sicuramente avete sentito dire e proclamare quanto segue:
“poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio affinchè chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”
Ho sentito dire da qualcuno che se tutte le bibbie del mondo fossero perse o bruciate, se rimanesse in giro solo questo versetto basterebbe per fare in modo che il messaggio biblico continui ad essere conosciuto e proclamato (un pò come il versetto “Dio è amore”).
Questi versetti sono bellissimi, sono una delle realtà su Dio, ma se l’asserzione di poco fa fosse giusta, mi viene spontaneo chiedermi a che cosa servono tutte le altre numerose pagine della Bibbia…
no no no no… tranquilli, non voglio fare un’elencazione di tutte le altre verità della Bibbia, né un compendio dei messaggi principali contenuti in essa, ma, vorrei invece esaminare un pochino il versetto di Giov. 3:16 menzionato, che, forse, dopo una più attenta lettura non apparirà più così bello come sembra, anzi, apparirà molto duro, e per alcuni forse diverrà una sorta di pietra d’inciampo, o quantomeno, come una nuova verità difficile da accettare…
Iniziamo a stringere un pò meno lo zoom su di esso per vedere ciò che ci sta attorno.
1. Il contesto
Immediatamente troviamo: Giovanni 3:14-17
“14 E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. 16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.”
Adesso forse riusciamo a intravedere il senso di quel “poichè” o di quel “perchè” posto all’inizio della frase che tutti conoscono a memoria, la C.E.I. riporta:
“16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.”
Qui leggiamo un “infatti”, che ci aiuta a capire che il verso 16 non è una frase con un senso compiuto già da se stessa, ma è un accodamento, una spiegazione della frase che la precede.
Volendo potremmo riallacciarci al precedente discorso di Gesù con Nicodemo, cosa che sarebbe utile fare, infatti qui Gesù sta rispondendo ai dubbi che tale maestro della Legge riconosce di non comprendere durante il loro dialogo notturno (leggere da Giovanni 3:1), ma, fermiamoci alla frase misteriosa in questione, la seguente:
“14 E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.”
ecco quindi che la frase trova un senso finalmente compiuto, parafrasando potrei proseguire dicendo: “INFATTI” allo stesso modo Dio ha amato il mondo da offrire il suo figlio unigenito Gesù affinché chi crede in Lui NON MUOIA, ma abbia la vita eterna.
Le parole “allo stesso modo” non sono mie, ma sono ricavate dal greco originale.
Qualcuno avrà già iniziato a chiedersi che c’entra Mosè e quel serpente innalzato secoli e secoli prima con il contenuto del nostro versetto così meraviglioso e foriero di vivida speranza… andiamo a leggere:
2. Una prefigurazione
NUMERI cap. 21 versi da 5 a 9
“5 Il popolo parlò contro Dio e contro Mosè, e disse: «Perché ci avete fatti salire fuori d’Egitto per farci morire in questo deserto? Poiché qui non c’è né pane né acqua, e siamo nauseati di questo cibo tanto leggero». 6 Allora il SIGNORE mandò tra il popolo dei serpenti velenosi i quali mordevano la gente, e gran numero d’Israeliti morirono. 7 Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il SIGNORE e contro di te prega il SIGNORE che allontani da noi questi serpenti». E Mosè pregò per il popolo. 8 Il SIGNORE disse a Mosè: «Fòrgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un’asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita». 9 Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un’asta e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita.”
Adesso è più chiaro, il serpente di rame era una delle prefigurazioni di Gesù, il Salvatore del mondo.
Come fu innalzato tale serpente su di un palo, per essere visto da coloro che stavano morendo a causa di una maledizione/punizione inviata da Dio, allo STESSO MODO Iddio ha fatto innalzare Gesù su di un palo affinché chiunque lo guardi (cioè si affida a Lui) otterrà misericordia dall’ira di Dio che incombe sull’umanità peccatrice.
Come noterete, i toni si stanno facendo più cupi, ma questo è il vero senso delle parole di Gesù in quei versetti. Immagino che gli studiosi e i traduttori dal greco all’italiano (e non solo in italiano) abbiano volutamente smorzato la portata di tale paragone fatto da Gesù con quel “TANTO”, riferendo tale avverbio all’amore di Dio:
“talmente tanto Dio ha amato il mondo che ha dato Gesù…”
Ma non è così! L’avverbio “tanto” nel greco non esiste, ma vi è un: COSÌ (ALLO STESSO MODO) Dio ha amato il mondo da dare il suo figlio Gesù.
Così allo stesso modo di che? Allo stesso modo dell’innalzamento del serpente!!
Vorrei che notaste che Iddio, dopo la preghiera del popolo e di Mosè, seppur potendo, non tolse di mezzo quei serpenti da Lui inviati, ma li lasciò lì, vivi e vegeti, ben operanti nel continuare a incutere timore contro i ribelli e sempre forniti del veleno letale. Ma… Iddio, nella Sua grande misericordia e compassione, ha provveduto una via di uscita, una SALVEZZA da quella morte certa, per chi ovviamente si fosse prodigato a mirare quel serpente, simbolo rispecchiante la maledizione stessa.
Ecco infatti il motivo delle parole che troviamo al verso 17 che sembra posto lì a confermare invece la falsa linea interpretativa che, sopratutto negli ultimi decenni, sembra andare per la maggiore:
“17 Infatti Dio NON ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui.”
Amen! È proprio così, Gesù è venuto nel mondo affinché esso sia salvato per mezzo di LUI, allo stesso modo di come il serpente di rame salvava dalla morte coloro che lo avrebbero “guardato”.
3. Il giudizio in corso
E se qualcuno punto dal veleno mortifero del peccato non guarda a Gesù? che succede? Succede quello che è descritto al versetto successivo:
“18 Chi crede in lui non è giudicato ma chi non crede È GIÀ giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.”
Purtroppo, devo constatare che molti credenti, nelle loro condivisioni, messaggi telematici, ed evangelizzazioni a tu per tu, si fermano sempre al versetto 17, dopo aver menzionato le parole contenute nel versetto 16, ed evitano (spero in buona fede) di riportare sia i versetti successivi sia quelli precedenti:
per favore leggiamo tutta la Parola, e cerchiamo di capirla nella sua interezza, così da costruire su basi solide, alla gloria di Dio. Se Egli ci ha voluto rendere noto un messaggio, esaminiamolo per intero, non prendendolo a pezzetti e scartando quello che pare poco affettuoso, perché rischiamo di far dire a Dio quello che invece non vorrebbe, a scapito della nostra persona e a scapito delle anime che ci ascoltano.
Riprendiamo quindi il versetto 18 “molto meno famoso”,
“18 Chi crede in lui non è giudicato ma chi non crede È GIÀ giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.”
mentre nel verso precedente è dichiarato che la venuta di Gesù NON è avvenuta per giudicare, ma per liberare, qui parla invece esplicitamente di un GIUDIZIO già in corso. Tale giudizio per alcuni non ci sarà, perché credono, o crederanno, nel Suo nome, ma per tutti gli altri questo è già in corso e sarà irrevocabile, a prescindere da qualsiasi atto benevolo riescano umanamente a compiere. Rinnegare Gesù, è letale.
Ecco quindi l’amore di DIO per il mondo: chi crederà in GESÙ sarà SALVO: non avrà più timore, Iddio che tutto può, farà in modo che i suoi prediletti scamperanno per misericordia al giusto giudizio che li attende.
La condanna è invece necessaria affinché il peccato sia punito, non potrà infatti passare al vaglio della SANTITÀ e GIUSTIZIA incommensurabili di DIO, e la condanna, come dichiarato più volte nella Sua Parola, è la remunerazione stabilita dall’inizio dei tempi come conseguenza del peccato. Perciò, chi non crede all’unico Salvatore, è “già” giudicato, se rifiuta la Buona notizia, sarà per certo condannato.
Dio è l’amore PERFETTO, senza affezioni, senza sentimenti di sorta, senza simpatia o favoritismo, ma consistente in una decisione presa da Lui con gran dolore: lo scambio della pena giustamente a noi spettante addossata sul Figlio Suo prediletto anziché su di noi.
E questa, caro lettore, è una grande opportunità, non renderla vana, ne va della tua vita eterna.
4. Un Evangelo distorto
Come poco fa accennato, sembra che talvolta venga presentato un Dio Padre che ama TALMENTE TANTO il mondo, che ha dimostrato il suo amore donando Suo Figlio, e che tutti QUINDI possono rilassarsi e ringraziare Dio in quanto Suo Figlio è riuscito a compiere l’opera Sua: è morto per i nostri peccati, ed è risorto per la nostra giustificazione QUINDI alla luce di questo, non si può che concludere che Dio ci ha amato e ci ama incondizionatamente in forza del sacrificio già compiuto in Gesù.
NO NO, non è così, questo NON è il vangelo, il messaggio di salvezza voluto da Dio! Questa è un’esasperazione umana al positivo! Assomiglia all’Evangelo, ma è un mistume condito con amore ingannatore, ignorante e immaturo, ma di sicuro non è il messaggio della Verità.
La salvezza è per chi CREDE, non per tutti. Iddio non sta amando il peccatore che vuole rimanere tale! Lo vogliono capire alcuni?!
Se tu sei un peccatore, oppure pensi di aver accettato la salvezza, ma ti comporti come se la Signoria di Gesù sia un optional, sappi che Dio ti dà la possibilità di redimerti, SE guarderai finalmente a Gesù, con pentimento, fede (termine biblico che preclude sia fiducia sia ubbidienza) e ringraziamento, allora sarai salvato, altrimenti… l’ira di Dio continuerà a incombere su di te!
Ti è stato detto che sei un figlio di Dio? se nel tuo cuore non nasce un vero RAVVEDIMENTO, e non agirai di conseguenza, sappi che la sentenza di Dio non verrà rimossa da te, proprio come quando Dio non rimosse i serpenti velenosi che continuarono perciò a piagare con la paura e la morte gli Israeliti, il suo popolo “prediletto”!!
5. La sostituzione
Vorrei chiudere questo messaggio con una riflessione riguardo al simbolo della maledizione che diviene per volontà di Dio soluzione e salvezza, infatti non vi nascondo la mia sorpresa quando 14 anni fa lessi questi passi riguardo a Gesù e al serpente di rame (o di bronzo), chiaramente ero molto a digiuno della Parola di Dio, andavo per “sentito dire” soprattutto in quei frangenti annoiati delle messe a cui partecipavo occasionalmente, tutto questo prima che il Signore mi concedesse di rinascere a una nuova vita in Lui.
Sinceramente non capivo come mai Gesù veniva paragonato al serpente, la mia mente trovava molta più confacente la similitudine con il pastore, il leone, l’agnello!! Docile docile, che, senza recalcitrare, si lascia condurre al macello. Ma il serpente no! Ma non era quello il simbolo del diavolo? Ma che c’entra dicevo io… è così brutto! Ma più avanti, la comprensione aumentò, finché non mi imbattei in questi passi che mi tolsero ogni dubbio:
2Corinzi 5:21 Colui che non ha conosciuto peccato, Egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui.
Galati 3:13 Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi, poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno».
Isaia 53
non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci.
3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza,
pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato
ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità
il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di Lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via
ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di Lui l’iniquità di noi tutti.
Non ho parole, mio Dio, per commentare quanto leggo… non posso fare altro che prostrarmi a Te.
Come posso ringraziarti, Signore mio, per ciò che hai fatto? Sì, io mi abbandono a Te!
Pierluigi Prozzo
Scarica la versione pdf stampabile:
Tratto da: http://vocechegrida.ning.com/profiles/blogs/quello-che-non-viene-detto-di
_____________________________________________________________________________________________________
Commento by Fabrizio C. | Settembre 8th, 2012
Bellissimo insegnamento fratelli !
Haimè questo dimostra qunato sbagliamo, è nella nostra natura semplificare tutto per attribuirci meriti e facilitazioni. Questo mostra che non esiste un Dio “severo” del vecchio testamento e un Dio buono del nuovo. Forse sbaglio ma credo che in questo contesto trovi collocazione il comandamento, nel vecchio testamento, secondo cui gli ebrei per espiare i propri peccati dovevano sacrificare degli animali al Signore. Certamente il Signore non aveva alcun bisogno di chiedere delle vite animali in cambio della remissione di un peccato ma questo era richiesto all’uomo affinchè questi si pentisse amaramente e sinceramente per il peccato commesso, questo affinchè l’uomo sapesse già da prima di compierlo che il suo peccato avrebbe comportato l’uccisione di una vita, ancorchè animele, e la perdita di un bene suo e della sua famiglia. Insomma il sacrificio non serviva al Signore ma doveva servire all’uomo come strumento educativo e di ravvedimento.
Se ho detto una corbelleria corregetemi.
Pace a tutti.