Egli è altresì scritto…

Blog di Nicola Iannazzo

● Gli Avventisti, confutazione delle false dottrine da loro insegnate

 

Share

Novembre 15th, 2010 Posted by | Decima, Errori dottrinali, Falsi insegnamenti | 4 comments

4 Responses to “● Gli Avventisti, confutazione delle false dottrine da loro insegnate”

  1. Le menzogne e le falsità contenute in questi scritti sono degne soli di un falso operai di cristo… un vero satanista !!! chiedete la VERITA’ ad un Avventista del 7 giorno …e vedete se le cose stanno veramente cosi, riguardo alle porcherie e diffamazioni pubblicate da un Apostata come Butindaro….

  2. “Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto” (Giovanni 18:23)

  3. gentile signor iannazzo,vorrei porle un quesito concernenti.la dottrina del quarto comandamento.in qualepunto del vangelo ilsignore a decisoche il quarto comandamento non doveva essere piu osservato il sabato ma la domenica,poichè la legge di dio è immutabile,e gesù afferma che non e venuto a cambiare la legge ma a compierla.anzi inaltri punti afferma che neanche uno jota(virgola)della legge deve essere cambiata.isaia affermache quando il signore ritornerà(isaia 66:23) quando il signore ritornerà e avra creato nuovi cieli enuova terra il popolo di dio di sabato in sabato andrà a prostarsi davanti a lui. poichè questa e la legge di dio scritta nella bibbia ove e la parola che ogni credente dovrebbe osservare in piena regola che ha comandato ,mi può spiegare perchè non dovrei osservare la dottrina del sabato?. poichè la sua parola è immutabile.Dio la benedica .

  4. Perché il giorno del sabato era una figura e l’ombra del riposo di Dio che sarebbe stato fatto conoscere nella pienezza dei tempi per mezzo del Figlio di Dio. Paolo lo ha detto in questi termini ai Colossesi: “Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a novilunî o a sabati, che sono l’ombra di cose che doveano avvenire” (Colossesi 2:16,17).

    A proposito di queste parole di Paolo notate che esse seguono queste altre parole: “Avendo cancellato l’atto accusatore scritto in precetti, il quale ci era contrario; e quell’atto ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce…”(Colossesi 2:14).

    Quel “dunque” perciò significa che dato che Cristo sulla croce ha abrogato la legge fatta di comandamenti che ci era contraria e che possedeva le ombre (novilunî, feste, sabati, pratiche relative ai cibi) e non la realtà dei beni, noi adesso non ci dobbiamo mettere di nuovo a osservare i novilunî, i sabati, le pratiche relative a vivande perché noi siamo morti con Cristo agli elementi del mondo per vivere in novità di vita e non in vecchiezza di lettera. Nel caso contrario, cioè se noi ci mettessimo a osservare quelle ombre, gli altri ci giudicherebbero a giusta ragione persone che vogliono ricostruire ciò che Cristo ha distrutto mediante la sua morte, e che vogliono raggiungere la perfezione tramite quei precetti la cui osservanza non può giustificare coloro che li osservano. E questo lo dobbiamo evitare.

    Ho detto prima che il sabato era figura del riposo di Dio per il suo popolo. Vediamo di dire qualcosa di più su questo punto. La legge di Mosè ha “un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose”, perciò il sabato non era il vero riposo di Dio per il suo popolo ma solo una figura di esso.

    La Scrittura conferma ciò quando dice: “Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio; poiché chi entra nel riposo di Lui si riposa anch’egli dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue”.

    Quindi chi sulla terra si astiene da qualsiasi lavoro nel settimo giorno si riposa per un breve lasso di tempo, perché dopo deve ricominciare a lavorare ed ha bisogno di riposarsi di nuovo il sabato successivo; mentre chi entra nel riposo di sabato di Dio (quello vero) si riposa dalle fatiche del suo amore per l’eternità. “Noi che abbiam creduto entriamo in quel riposo… Studiamoci dunque d’entrare in quel riposo, onde nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza”, dice la Scrittura, facendo chiaramente intendere che, innanzi tutto entrano nel riposo di Dio coloro che credono e poi che ancora noi che siamo sulla terra non siamo entrati in questo riposo e ci dobbiamo studiare di entrarci e di non seguire lo stesso esempio di disubbidienza degli Israeliti nel deserto, i quali “non v’entrarono a motivo della loro disubbidienza” (secondo che è scritto che Dio giurò nella sua ira: “Non entreranno nel mio riposo”).

    Diletti, rimane “una promessa d’entrare nel suo riposo”, nel riposo di sabato, per tutti noi che abbiamo creduto, quindi continuiamo a credere nella Parola di Dio che é stata piantata in noi fino alla fine per entrare in quel beato riposo di Dio.

    Ma quando si entra nel riposo di Dio?

    Si entra nel riposo di Dio quando si muore nel Signore; questo lo attesta Giovanni nel libro della Rivelazione in questi termini: “E udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono”.

    In verità possiamo dire che i credenti quando muoiono si riposano! Si riposano però coscientemente; cioè sperimentano realmente il riposo dalle loro fatiche. Dico questo perché non bisogna pensare che quando un credente muore entra in uno stato di incoscienza, in uno stato di non esistenza, perché egli continua a vivere con l’anima in cielo.

    Confutazione dell’interpretazione avventista di Col. 2:16-17

    Agli Avventisti le parole di Colossesi 2:16-17 danno particolarmente fastidio (questo è comprensibile dato che gli turano la bocca), e difatti sono quelle contro cui si scagliano di più per dimostrare che Paolo non ha voluto dire che Cristo ha abrogato il sabato.

    Ascoltate quello che dicono commentando queste parole di Paolo: ‘E’ difficile che Paolo si riferisca al settimo giorno del Decalogo, perché questo sabato non è ombra di niente, è una realtà in sé’.

    Ma allora a cosa si riferiva Paolo quando parlava di sabati? ‘Si riferisce ai sabati cerimoniali, non al sabato settimo giorno’. Dove per sabati cerimoniali gli Avventisti intendono quei giorni di sabato che cadevano nelle feste giudaiche. E per rafforzare questa loro interpretazione fanno questa affermazione: ‘Gli Avventisti riconoscono che delle circa 60 apparizioni del termine ‘sabato’ nel Nuovo Testamento, 59 si riferiscono al sabato settimanale, ma essi sostengono che in Colossesi 2 il termine si riferisce ai ‘sabati cerimoniali’ !

    Ma un simile discorso è vano per queste ragioni.

    Primo perché Paolo quando ha parlato di feste ha implicitamente già incluso in quelle feste tutti quei sabati che facevano parte di qualche festa (per esempio il sabato che cadeva durante la festa degli Azzimi, o quello che cadeva durante la festa delle Capanne); e quand’anche non li avesse inclusi nelle feste da lui citate certamente nella parola sabati c’erano inclusi non solo i sabati delle feste ma anche tutti gli altri. Certo che ragionando come fanno gli Avventisti si potrebbe pure far dire a Paolo che quando rimproverò i Galati di essersi messi ad osservare giorni, tra quei giorni non c’era il sabato! E chissà, magari croce perché lo continuate ad osservare o Avventisti? Questa appena esposta è una contraddizione evidente, che mostra ancora una volta che se non si taglia rettamente la Scrittura si rimane confusi. Giudicate da voi stessi quello che vi dico, fratelli.

    Secondo perché ci sono diversi passaggi nell’Antico Patto in cui compare la parola sabati ma essa si riferisce al sabato come settimo giorno in generale e difatti anche in questi passi il termine è citato separatamente dal termine feste. Per esempio Dio dice in Osea: “E farò cessare tutte le sue gioie, le sue feste, i suoi noviluni, i suoi sabati, e tutte le sue solennità”, e nelle Cronache è scritto: “Ecco, io sto per edificare una casa per il nome dell’Eterno, dell’Iddio mio, per consacrargliela, per bruciare dinanzi a lui il profumo fragrante, per esporvi permanentemente i pani della presentazione, e per offrirvi gli olocausti del mattino e della sera, dei sabati, dei novilunî, e delle feste dell’Eterno, dell’Iddio nostro. Questa è una legge perpetua per Israele”; ed ancora: “Allora Salomone offrì degli olocausti all’Eterno sull’altare dell’Eterno, ch’egli avea costruito davanti al portico; offriva quello che bisognava offrire, secondo l’ordine di Mosè, ogni giorno, nei sabati, nei noviluni, e nelle feste solenni, tre volte all’anno: alla festa degli azzimi, alla festa delle settimane e alla festa delle capanne”.

    In particolare in Levitico capitolo 23 viene detto da Dio ad Israele, dopo avergli detto quali feste doveva festeggiare (tra le cui feste c’erano dei sabati: cfr. Lev. 23:8,32): “Queste sono le solennità dell’Eterno che voi bandirete come sante convocazioni, perché si offrano all’Eterno sacrifizi mediante il fuoco, olocausti e oblazioni, vittime e libazioni, ogni cosa al giorno stabilito, oltre i sabati dell’Eterno, oltre i vostri doni, oltre tutti i vostri voti e tutte le offerte volontarie che presenterete all’Eterno”. Come si può ben vedere i sabati vengono citati separatamente dalle feste solenni anche nell’Antico Patto.

    La conclusione a cui si giunge quindi è semplice; quando Paolo parlò ai Colossesi di sabati intese dire il sabato che gli Avventisti impongono con forza.

    (Tratto dal libro scaricabile gratuitamente in Pdf: http://imieiscritti.lanuovavia.org/libro_la_chiesa_avventista_del_settimo_giorno.pdf

    oppure Epub: http://imieiscritti.lanuovavia.org/epub-libro-Avventisti-settimo-giorno.epub)

_____________________________________________________________________________
In questa sezione puoi lasciare dei commenti che vi ricordo su questo blog sono moderati, cioè soggetti all'approvazione dell'amministratore.
I commenti che lascerete possono infatti non essere fatti passare se sono ANONIMI (cioè privi di nome e soprattutto COGNOME) oppure se sono commenti OFFENSIVI, VOLGARI o INSENSATI.

Vedi anche: "Avviso ai visitatori"