● Le ADI e la sorte eterna di quelli che non hanno udito il Vangelo
Le ADI e la sorte eterna di quelli che non hanno udito il Vangelo
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Dottrina ADI
Le ADI insegnano che coloro che dopo avere sentito il Vangelo lo rigettano andranno in perdizione, e in questo dicono il giusto. Ma quando si tratta di parlare della sorte eterna che aspetta coloro che sono morti senza avere avuto l’opportunità di sentire il Vangelo, allora fanno un altro discorso.
Francesco Toppi, ex presidente delle ADI, afferma per esempio:
‘Vi è una componente dello spirito umano che intuisce quello che è giusto e quello che è errato, perchè esiste una parziale rivelazione divina alla coscienza umana che spinge al pentimento. …. Dio, quindi, giudicherà tutti gli uomini per quello che hanno fatto, secondo la luce che è stata data a ciascuno; questo metodo è assolutamente giusto da parte del Creatore, e come Suoi figli noi lo accettiamo …. Se siamo saggi non spenderemo troppo tempo a discutere di teorie umane che cercano di risolvere quello che Dio ha già risolto. Il nostro privilegio ed il nostro dovere di seguaci di Gesù Cristo è di annunciare ‘Tutto L’Evangelo’ e non di formulare delle congetture riguardo alla sorte eterna di coloro che non avranno occasione di ascoltarlo’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, pag. 25).
Rodolfo Arata, pastore di una Chiesa ADI di Palermo, nel suo articolo ‘Quale sarà la sorte eterna di chi non ha mai sentito parlare di Gesù?’ afferma:
‘Iddio, nella Sua giustizia, potrà tener conto della maggiore o minor conoscenza ricevuta da ogni uomo (Matt. 11:20-24; Luc. 12:47,48), ma l’insegnamento generale delle Scritture sembra non lasciare intravedere possibilità di salvezza per chi non ha ricevuto il perdono dei propri peccati per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo: “IO sono la Via, la Verità, la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me” (Giov. 14:6); “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Chi ha ricevuto il messaggio dell’Evangelo, piuttosto di domandarsi che ne sarà di chi non ha mai sentito questo annuncio, farebbe bene a prendere una decisione personale in merito alla salvezza perché, se qualche perplessità si può avere circa il destino eterno di chi non ha mai sentito l’annuncio della salvezza in Gesù, non c’è alcun dubbio sulla sorte di chi questo annuncio ha udito’.
E dunque, secondo le ADI, non si deve dire che coloro che non ascolteranno il Vangelo andranno certamente in perdizione, perché questa è una congettura (che il dizionario definisce ‘ipotesi, giudizio, e sim. Fondato su indizi, apparenze, considerazioni personali’). E’ implicito infatti nelle loro parole che resta una possibilità di salvezza anche per persone che non hanno mai sentito parlare del Vangelo.
Confutazione
Ancora una volta non si può non riconoscere che le ADI fanno delle affermazioni false, perché noi in quanto Cristiani, sappiamo dalla Scrittura qual è la sorte eterna di coloro che non avranno udito il Vangelo, e quindi dobbiamo parlarne per mostrare la nostra fedeltà alla Scrittura. La Scrittura ne parla, e quindi noi ne parliamo.
Ecco infatti cosa dice l’apostolo Paolo ai santi di Roma: “Tutti coloro che hanno peccato senza legge, periranno pure senza legge” (Romani 2:12).
E chi sono coloro che hanno peccato senza legge? I pagani, le genti, “I Gentili che non hanno legge” (Romani 2:14), i quali anche loro hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. Avete notato cosa dice Paolo di costoro? Che PERIRANNO, dunque andranno in perdizione.
D’altronde lo stesso apostolo più avanti dice che “a chi non opera ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli è messa in conto di giustizia” (Romani 4:5), ed anche: “E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare?” (Romani 10:14); se dunque per essere salvati è indispensabile credere in Gesù Cristo, e per credere è indispensabile sentire parlare di Cristo, mi pare ovvio che coloro che sono morti senza avere sentito parlare di Cristo – sia essi Giudei che Gentili – non hanno potuto credere, e quindi rimarranno perduti e andranno in perdizione. E difatti Gesù ha detto: “Chi non avrà creduto, sarà condannato” (Marco 16:16), a prescindere che chi non avrà creduto aveva o non aveva sentito il Vangelo.
Questi sono gli increduli la cui parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo (Apocalisse 21:8).
Quanto appena esposto non è una congettura, le congetture sono altre.
Per esempio è una congettura l’affermazione che Luca somministrava certamente qualche calmante a Paolo quando la scheggia nella sua carne diventava più dolorosa (cfr. Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, pag. 139), è una congettura l’affermazione che Giobbe era orgoglioso e quindi Dio lo disciplinò (cfr. Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, pag. 134), è una congettura la gap-theory (cfr. Cristiani Oggi, 1988 N° 4, pag. 2), è una congettura l’idea di un fuoco dell’inferno allegorico (cfr. Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. I, pag. 231), è una congettura l’idea che la Nuova Gerusalemme è una città simbolica (cfr. J. Oswald Sanders, Essere con Cristo cosa di gran lunga migliore, ADI-Media Roma 1999, pag. 129-130, 132, 39), ecc.
Queste sono congetture, cioè dei giudizi basati su considerazioni personali, che in quanto contrarie alla Parola di Dio devono essere rigettate con forza, senza esitazione.
E poi vorrei dire questo. Se fosse così come dicono le ADI, questo vorrebbe dire che siamo chiamati a dubitare delle parole di Dio in merito alla sorte eterna degli increduli, e quindi a non fidarci della Parola di Dio in tutto e per tutto. E questo ritengo sia molto grave.
Ma come fa a dire Rodolfo Arata che ‘qualche perplessità si può avere circa il destino eterno di chi non ha mai sentito l’annuncio della salvezza in Gesù’, quando la Bibbia non lascia alcun dubbio sulla sorte eterna di costoro? Sono veramente indignato e disgustato nel sentire fare questi discorsi, perché questo significa portare i credenti a non fidarsi pienamente della Scrittura.
Ma d’altronde i pastori ADI negando il proponimento dell’elezione di Dio, è inevitabile che finiscano con il fare questi vani ragionamenti, perché non accettando che coloro che credono, credono perché sono stati ordinati a vita eterna da Dio fin dalla fondazione del mondo, cioè perché sono dei vasi di misericordia preparati per la gloria, non possono ammettere che ci siano delle persone a cui Dio non fa neppure pervenire l’annuncio della salvezza perché vasi d’ira preparati per la perdizione. Ecco dunque un’altra nefasta conseguenza della negazione della dottrina dell’elezione.
Noi quindi, se da un lato affermiamo che coloro che non avranno sentito parlare del Vangelo andranno certamente in perdizione, dall’altro diciamo anche che certamente quelli che Dio ha ordinato a vita eterna o eletto a salvezza fin dal principio crederanno (cf. Atti 13:48; 2 Tessalonicesi 2:13), e quindi in una maniera o nell’altra Dio farà loro pervenire il messaggio dell’Evangelo affinché credano in esso. Potrà pure fare ciò servendosi di visioni e sogni; d’altronde Paolo fu salvato in seguito ad una visione in cui gli apparve Gesù; e Cornelio fu visitato da un angelo del Signore affinché mandasse a chiamare l’apostolo Pietro che gli avrebbe parlato di cose per le quali sarebbe stato salvato lui e la sua casa; e l’Eunuco che tornava in Etiopia incontrò l’evangelista Filippo, che gli annunciò Gesù, perché un angelo di Dio prima e poi lo Spirito di Dio lo avevano fatto dirigere verso quell’uomo.
Nessuno dunque vi seduca con vani ragionamenti
La grazia sia con voi
Giacinto Butindaro
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