● Il ministerio di “Profeta”
I doni di ministerio –
Il Profeta
(120 minuti – scarica mp3)
_________________________
Per ciò che riguarda il ministerio di profeta, Paolo scrisse che Dio ha costituito nella Chiesa “in secondo luogo dei profeti” (1 Cor. 12:28).
Fratelli, sappiate che anche oggi Dio stabilisce alcuni come profeti e non potrebbe essere altrimenti dato che anche quello di profeta è annoverato tra i doni di ministerio, assieme a quello di apostolo, di evangelista, di pastore e di dottore. Ora, come si fa a riconoscere chi è stato stabilito da Dio profeta? Chi ha ricevuto il ministerio di profeta oltre ad avere il dono di profezia ha pure dei doni di rivelazione. I doni di rivelazione, secondo la Scrittura, sono la parola di sapienza, la parola di conoscenza e il discernimento degli spiriti.
Il profeta è uno che ha spesso visioni e rivelazioni.
Dio disse ad Aaronne e a Maria: “Ascoltate ora le mie parole; se v’è tra voi alcun profeta, io, l’Eterno, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno” (Num. 12:6); queste parole di Dio mostrano che il profeta riceve delle visioni e dei sogni da Dio, tenetela ben presente questa cosa, perchè è una delle cose che caratterizza il profeta.
Sotto l’antico patto sono menzionati molti profeti ed esaminando il ministerio che ricevettero si vede chiaramente che essi, oltre a profetizzare quando lo Spirito Santo scendeva su loro, spesso ricevevano visioni e rivelazioni da Dio, per mezzo delle quali Dio rivelava loro la sua parola.
Prendiamo per esempio Samuele; è scritto: “Tutto Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, riconobbe che Samuele era stabilito profeta dell’Eterno. L’Eterno continuò ad apparire a Sciloh, poichè a Sciloh l’Eterno si rivelava a Samuele mediante la sua parola, e la parola di Samuele era rivolta a tutto Israele” (1 Sam. 3:20,21).
Gli Israeliti riconobbero che Samuele, quantunque fosse ancora un giovine, era stato costituito profeta da Dio, perchè quello che Samuele diceva nel nome del Signore si avverava. Samuele si fece grande e siccome che tutto quello che prediceva s’avverava, egli era tenuto in grande onore in Israele. Vediamo ora cosa dice la Scrittura circa l’incontro di Saul con Samuele per comprendere come i doni di rivelazione erano presenti nel ministerio profetico di Samuele.
È scritto:
“Or le asine di Kis, padre di Saul, s’erano smarrite; e Kis disse a Saul, suo figliuolo: ‘Prendi teco uno dei servi, levati e và in cerca delle asine’. Egli passò per la contrada montuosa di Efraim e attraversò il paese di Shalisha, senza trovarle; poi passarono per il paese di Shaalim, ma non vi erano; attraversarono il paese dei Beniaminiti, ma non le trovarono. Quando furon giunti nel paese di Tsuf, Saul disse al servo che era con lui: ‘Vieni, torniamocene, chè altrimenti mio padre cesserebbe dal pensare alle asine e sarebbe in pena per noi’. Il servo gli disse: ‘Ecco, v’è in questa città un uomo di Dio, ch’è tenuto in grande onore; tutto quello ch’egli dice, succede sicuramente; andiamoci; forse egli c’indicherà la via che dobbiamo seguire’. E Saul disse al suo servo: ‘Ma, ecco, se v’andiamo, che porteremo noi all’uomo di Dio? Poichè non ci sono più provvisioni nei nostri sacchi, e non abbiamo alcun presente da offrire all’uomo di Dio. Che abbiamo con noi?’ Il servo replicò a Saul, dicendo: ‘Ecco, io mi trovo in possesso del quarto d’un siclo d’argento; lo darò all’uomo di Dio, ed egli c’indicherà la via’. (Anticamente, in Israele, quand’uno andava a consultare Iddio, diceva: ‘Venite, andiamo dal Veggente!’ poichè colui che oggi si chiama Profeta, anticamente si chiamava Veggente). E Saul disse al suo servo: ‘Dici bene; vieni, andiamo’. E andarono alla città dove stava l’uomo di Dio…e come vi furono entrati, ecco Samuele che usciva loro incontro per salire all’alto luogo. Or un giorno prima dell’arrivo di Saul, l’Eterno aveva avvertito Samuele, dicendo: ‘Domani, a quest’ora, ti manderò un uomo del paese di Beniamino, e tu l’ungerai come capo del mio popolo d’Israele. Egli salverà il mio popolo dalle mani dei Filistei; poichè io ho rivolto lo sguardo verso il mio popolo, perchè il suo grido è giunto fino a me’. E quando Samuele vide Saul, l’Eterno gli disse: ‘Ecco l’uomo di cui t’ho parlato; egli è colui che signoreggerà sul mio popolo’. Saul s’avvicinò a Samuele entro la porta della città, e gli disse: ‘Indicami, ti prego, dove sia la casa del veggente’. E Samuele rispose a Saul: ‘Sono io il veggente. Sali davanti a me all’alto luogo, e mangerete oggi con me; poi domattina ti lascerò partire, e ti dirò tutto quello che hai nel cuore. E quanto alle asine smarrite tre giorni fa, non dartene pensiero, perchè sono trovate…” (1 Sam. 9:3-10; 14-20).
Il popolo d’Israele aveva domandato un re, e Dio prese Saul e lo mandò dal profeta Samuele affinchè questi lo ungesse per regnare su Israele.
Dio fece giungere Saul da Samuele servendosi prima delle asine del padre di Saul, e poi del servo che era andato con Saul alla ricerca delle asine. Le asine di Kis si erano smarrite per volontà di Dio, ed il padre di Saul mandò Saul e un suo servo alla ricerca delle asine. Questi andarono e non le trovarono perchè Dio non permise che le ritrovassero; vedendo questo, Saul pensò di tornare a casa, ma il suo servo gli propose invece di andare dall’uomo di Dio il quale avrebbe potuto indicargli la via da seguire per ritrovare le asine. Saul si lasciò persuadere, e lui e il suo servo andarono nella città dove dimorava Samuele.
Il giorno prima che avvenisse quest’incontro tra Saul e Samuele, Dio aveva dato a Samuele una parola di sapienza (la parola di sapienza è la rivelazione di un fatto che deve accadere), dicendogli che il giorno dopo (alla stessa ora in cui egli aveva ricevuto la rivelazione il giorno prima) gli avrebbe mandato un uomo della tribù di Beniamino che lui avrebbe dovuto ungere come capo del popolo d’Israele. Il giorno dopo questa rivelazione, all’ora stabilita da Dio, Samuele vide Saul che s’avvicinava a lui, e prima che Saul domandasse a Samuele dove abitava il veggente, Dio disse a Samuele che l’uomo di cui gli aveva parlato era lui. Quando Samuele incontrò Saul, gli disse che le asine smarrite erano trovate; in questo caso, Samuele ebbe da Dio una parola di conoscenza (la parola di conoscenza è la rivelazione di un fatto già accaduto o che sta accadendo mentre il profeta parla).
Il giorno dopo, all’alba, prima che Saul tornasse a casa sua, Samuele unse d’olio Saul, lo baciò e gli annunziò delle cose che gli sarebbero accadute in quel preciso giorno; in questo caso, Samuele ebbe dal Signore di nuovo una parola di sapienza.
Egli disse a Saul:
“Oggi, quando tu sarai partito da me, troverai due uomini presso al sepolcro di Rachele, ai confini di Beniamino, a Tseltsah, i quali ti diranno: Le asine delle quali andavi in cerca, sono trovate; ed ecco tuo padre non è più in pensiero per le asine, ma è in pena per voi, e va dicendo: Che farò io riguardo al mio figliuolo? E quando sarai passato più innanzi e sarai giunto alla quercia di Tabor, t’incontrerai con tre uomini che salgono ad adorare Iddio a Bethel, portando l’uno tre capretti, l’altro tre pani, e il terzo un otre di vino. Essi ti saluteranno, e ti daranno due pani, che riceverai dalla loro mano. Poi arriverai a Ghibea-Elohim, dov’è la guarnigione dei Filistei; e avverrà che, entrando in città, incontrerai una schiera di profeti che scenderanno dall’alto luogo, preceduti da saltèri, da timpani, da flauti, da cetre, e che profeteranno. E lo Spirito dell’Eterno t’investirà e tu profeterai con loro, e sarai mutato in un altr’uomo…” (1 Sam. 10:2-6);
anche questa parola di sapienza si adempì, infatti è scritto che “tutti quei segni si verificarono in quel medesimo giorno” (1 Sam. 10:9).
Da queste Scritture qui sopra citate è manifesto che il dono di parola di sapienza e il dono di parola di conoscenza erano operanti nel ministerio di Samuele.
Ma oltre a questi doni, Samuele aveva anche il dono di profezia (perciò profetizzava, e vi ricordo che chi profetizza “parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione” [1 Cor. 14:3]).
Samuele teneva la presidenza dell’adunanza dei profeti, infatti quando Saul mandò dei messi per pigliare Davide a Naioth, presso Rama, questi “videro l’adunanza dei profeti che profetavano, con Samuele che tenea la presidenza” (1 Sam. 19:20); questo conferma che il profeta Samuele aveva il dono di profezia. Riassumendo, Samuele profetizzava e riceveva spesso sia una parola di sapienza e sia una parola di conoscenza, naturalmente quando voleva lo Spirito Santo e non quando voleva lui, perchè anche sotto l’antico patto questi doni dello Spirito Santo erano distribuiti secondo la volontà di Dio.
Qualcuno dirà: ‘Ma allora anche sotto l’antico patto venivano dati i doni dello Spirito Santo?’ Sì, certo, perchè anche allora si manifestava lo Spirito di Dio; però è bene precisare che fra tutti i doni spirituali mancavano il dono della diversità di lingue e quello dell’interpretazione delle lingue, perchè essi hanno cominciato ad essere distribuiti dal giorno della Pentecoste (nel quale lo Spirito Santo fu sparso sulla chiesa di Dio) in poi.
Voglio menzionarvi anche il profeta Eliseo per farvi capire come i doni di rivelazione siano presenti in chi esercita il ministerio di profeta.
La Scrittura narra quello che Ghehazi, servo d’Eliseo, fece di nascosto, dopo che Naaman il Siro fu guarito dalla sua lebbra e dopo che Eliseo rifiutò di accettare i doni che Naaman gli voleva dare; è scritto:
“Ma Ghehazi, servo d’Eliseo, uomo di Dio, disse fra sè: ‘Ecco, il mio signore è stato troppo generoso con Naaman, con questo Siro, non accettando dalla sua mano quel ch’egli aveva portato; com’è vero che l’Eterno vive, io gli voglio correre dietro, e voglio aver da lui qualcosa’. Così Ghehazi corse dietro a Naaman; e quando Naaman vide che gli correva dietro, saltò giù dal carro per andargli incontro, e gli disse: ‘Và egli tutto bene?’ Quegli rispose: ‘Tutto bene. Il mio signore mi manda a dirti: – Ecco, proprio ora mi sono arrivati dalla contrada montuosa d’Efraim due giovani de’ discepoli dei profeti; ti prego, dà loro un talento d’argento e due mute di vestiti’. – Naaman disse: ‘Piacciati accettare due talenti!’ E gli fece premura; chiuse due talenti d’argento in due sacchi con due mute di vesti, e li caricò addosso a due dei suoi servi, che li portarono davanti a Ghehazi. E giunto che fu alla collina, prese i sacchi dalle loro mani, li ripose nella casa e licenziò quegli uomini che se ne andarono” (2 Re 5:20-24);
ora Ghehazi mentendo a Naaman si appropriò di alcuni beni materiali e tutto ciò di nascosto ad Eliseo, poi andò a presentarsi davanti ad Eliseo. Ed “Eliseo gli disse: ‘Donde vieni, Ghehazi?’ Questi rispose: ‘Il tuo servo non è andato in verun luogo’. Ma Eliseo gli disse: ‘Il mio spirito non era egli là presente, quando quell’uomo si voltò e scese dal suo carro per venirti incontro? È forse questo il momento di prendere danaro, di prendere vesti, e uliveti e vigne, pecore e buoi, servi e serve? La lebbra di Naaman s’attaccherà perciò a te ed alla tua progenie in perpetuo’. E Ghehazi uscì dalla presenza di Eliseo, tutto lebbroso, bianco come la neve” (2 Re 5:25-27).
Eliseo ricevette in modo soprannaturale la conoscenza del peccato che Ghehazi aveva commesso di nascosto; questa fu una parola di conoscenza che Dio, mediante lo Spirito, gli diede in quell’occasione.
Per dimostrarvi che Eliseo era in grado di conoscere dei fatti che erano avvenuti nella vita degli altri, solo se e quando Dio lo voleva, vi ricordo questo episodio. Eliseo un giorno aveva detto ad una donna ricca di Shunem che non aveva figli:
“L’anno prossimo, in questo stesso tempo, tu abbraccerai un figliuolo” (2 Re 4:16). “E questa donna concepì e partorì un figliuolo, in quel medesimo tempo, l’anno dopo, come Eliseo le aveva detto. Il bambino si fè grande; e un giorno ch’era uscito per andare da suo padre presso i mietitori, disse a suo padre: ‘Oh! la mia testa! la mia testa!’ Il padre disse al suo servo: ‘Portalo a sua madre!’ Il servo lo portò via e lo recò a sua madre. Il fanciullo rimase sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi si morì. Allora ella salì, lo adagiò sul letto dell’uomo di Dio, chiuse la porta ed uscì. E chiamato il suo marito, disse: ‘Ti prego, mandami uno dei servi e un’asina, perchè voglio correre dall’uomo di Dio, e tornare’. Il marito le chiese: ‘Perchè vuoi andare da lui quest’oggi? Non è il novilunio, e non è sabato’. Ella rispose: ‘Lascia fare!’ Poi fece sellar l’asina e disse al suo servo: ‘Guidala, e tira via; non mi fermare per istrada, a meno ch’io tel dica’. Ella dunque partì, e giunse dall’uomo di Dio, sul monte Carmel. E come l’uomo di Dio l’ebbe scorta di lontano, disse a Ghehazi, suo servo: ‘Ecco la Shunamita che viene! Ti prego, corri ad incontrarla, e dille: – Stai bene? Sta bene tuo marito? E il bimbo sta bene?’ – Ella rispose: ‘Stanno bene’ E come fu giunta dall’uomo di Dio, sul monte, gli abbracciò i piedi. Ghehazi si appressò per respingerla; ma l’uomo di Dio disse: ‘Lasciala stare, poichè l’anima sua è in amarezza, e l’Eterno me l’ha nascosto, e non me l’ha rivelato” (2 Re 4:17-27).
Il fatto che Eliseo disse al suo servo di domandare alla Shunamita se il suo fanciullo stava bene mostra che Eliseo non sapeva che egli era morto, e difatti poco dopo disse a Ghehazi: ‘L’Eterno me l’ha nascosto, e non me l’ha rivelato’. Queste parole di Eliseo mostrano che egli veniva a conoscenza di fatti nascosti in modo soprannaturale mediante lo Spirito di Dio, e che se il Signore non gli dava una parola di conoscenza circa un fatto accaduto, quel fatto rimaneva nascosto pure a lui.
In un’altra occasione, mentre nella città di Samaria v’era la carestia perchè cinta d’assedio dai Siri, “Eliseo disse: Ascoltate la parola dell’Eterno! Così dice l’Eterno: – Domani, a quest’ora, alla porta di Samaria, la misura di fior di farina si avrà per un siclo, e le due misure d’orzo si avranno per un siclo” (2 Re 7:1); in questo caso Eliseo ebbe una parola di sapienza, e quello che egli predisse, il giorno dopo si avverò, perchè Dio operò un prodigio durante la notte, facendo fuggire i Siri che assediavano la città, e “una misura di fior di farina s’ebbe per un siclo e due misure d’orzo per un siclo secondo la Parola dell’Eterno” (2 Re 7:16). Ci tengo a dire che quando Dio rivela ad un suo servo profeta una parola di conoscenza o una parola di sapienza essa è verace e non è per nulla la parola di un uomo, ma quella di Dio e questi esempi ce lo mostrano chiaramente.
Vediamo ora come Gesù proferì una parola di conoscenza mentre parlava con una donna samaritana. Un giorno, Gesù, mentre parlava con una donna samaritana, “le disse: Và a chiamar tuo marito e vieni qua. La donna gli rispose: Non ho marito. E Gesù: Hai detto bene: Non ho marito; perchè hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto il vero. La donna gli disse: Signore, io vedo che tu sei un profeta” (Giov. 4:16-19).
Come faceva a sapere Gesù che questa donna non aveva marito, e che aveva avuto cinque mariti e che quello che aveva in quel tempo non era suo marito? Gesù, mediante lo Spirito, ricevette una parola di conoscenza che concerneva questa donna; non dimenticatevi che Gesù era un uomo che adempì il suo ministerio di profeta per l’aiuto dello Spirito di Dio.
Quella donna samaritana, quando Gesù le disse quelle parole, gli disse: ‘Signore, io vedo che tu sei un profeta’; riflettete a queste parole. Quella donna riconobbe da quella parola che Gesù le disse che Egli era un profeta e dobbiamo dire che non si sbagliò affatto; quella donna sapeva che solo un profeta avrebbe potuto dirgli tutto quello che ella aveva fatto. Dopo che Gesù le disse delle altre parole, ella lasciò la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente: “Venite a vedere un uomo che m’ha detto tutto quello che ho fatto; non sarebb’egli il Cristo?” (Giov. 4:29). Quella parola di conoscenza detta da Gesù a quella donna ebbe un effetto positivo poichè portò quella donna e molti dei Samaritani di quella città a credere in lui, infatti è scritto che “molti dei Samaritani di quella città credettero in lui a motivo della testimonianza resa da quella donna: Egli m’ha detto tutte le cose che ho fatte” (Giov. 4:39).
Nel libro degli atti degli apostoli, Luca parla di un certo profeta Agabo, e di quello che egli predisse per lo Spirito in due occasioni diverse; vediamo ora quali furono queste sue predizioni.
È scritto: “Or in quei giorni, scesero dei profeti da Gerusalemme ad Antiochia. E un di loro, chiamato per nome Agabo, levatosi, predisse per lo Spirito che ci sarebbe stata una gran carestia per tutta la terra; ed essa ci fu sotto Claudio” (Atti 11:27,28); Agabo era profeta e ricevette una parola di sapienza che concerneva una gran carestia che ci sarebbe stata nei dì a venire per tutta la terra. Le parole “predisse per lo Spirito” (Atti 11:28), spiegano chiaramente che non è secondo lo spirito dell’uomo o per una conoscenza acquisita in modo naturale o per intuito che il profeta predice ciò che accadrà, ma mediante lo Spirito Santo, quando e se vuole lo Spirito Santo, infatti Paolo ha scritto ai Corinzi: “A uno è data mediante lo Spirito parola di sapienza” (1 Cor. 12:8).
Qualcuno dirà: ‘Ma a che servì quella parola di sapienza? Essa fu utile, perchè tutto quello che lo Spirito Santo rivela è utile alla Chiesa, secondo che è scritto: “Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune” (1 Cor. 12:7). Nel caso della predizione della gran carestia, è scritto che “i discepoli determinarono di mandare, ciascuno secondo le sue facoltà, una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea, il che difatti fecero, mandandola agli anziani, per mano di Barnaba e di Saulo” (Atti 11:29,30); questa rivelazione mosse i discepoli di Antiochia a mandare una sovvenzione ai fratelli bisognosi che erano in Giudea.
In un altra occasione, il profeta Agabo predisse per lo Spirito quello che sarebbe accaduto a Paolo in Gerusalemme, mentre Paolo era ancora in Cesarea. Luca disse: “Eravamo quivi da molti giorni, quando scese dalla Giudea un certo profeta, di nome Agabo, il quale, venuto da noi, prese la cintura di Paolo, se ne legò i piedi e le mani, e disse: Questo dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei a Gerusalemme l’uomo di cui è questa cintura, e lo metteranno nelle mani dei Gentili” (Atti 21:10,11).
Dio fece sapere a Paolo, tramite il profeta Agabo, che i Giudei lo avrebbero afferrato in Gerusalemme e che essi lo avrebbero messo nelle mani dei Gentili, quindi quando dopo a Gerusalemme, i Giudei afferrarono Paolo nel tempio e si misero a batterlo con lo scopo di ucciderlo, Paolo sapeva già che i Giudei non lo avrebbero ucciso in quell’occasione perchè essi lo avrebbero messo nelle mani dei Gentili.
Fratelli, non sottovalutate le rivelazioni divine perchè in tal modo sottovalutereste la parola di Dio. Voglio ricordarvi che i profeti antichi ricevevano spesso la parola di Dio in visione; queste espressioni: “Parola che Isaia, figliuolo d’Amots, ebbe in visione, relativamente a Giuda e a Gerusalemme” (Is. 2:1); “Oracolo che il profeta Habacuc ebbe per visione” (Hab. 1:1); “La parola dell’Eterno che fu rivolta a Michea, il Morashita, ai giorni di Jotham, di Achaz e di Ezechia, re di Giuda, e ch’egli ebbe in visione intorno a Samaria e a Gerusalemme” (Mic. 1:1), e molte altre concernenti altri profeti stanno a dimostrare come i profeti ricevevano delle visioni da Dio.
Molte volte Dio rivelò la sua parola ai suoi profeti anche senza l’ausilio di visioni, facendogli udire chiaramente la sua voce e le Scritture che indicano questo modo di comunicare la parola da parte di Dio sono queste: “La parola dell’Eterno fu rivolta ad Elia, in questi termini…” (1 Re 18:1); “Mentre sedevano a mensa, la parola dell’Eterno fu rivolta al profeta…” (1 Re 13:20); in questo caso, anche se il profeta era in compagnia di altre persone la voce del Signore la udiva soltanto lui.
Dio oggi per mezzo dei suoi profeti rivela parole dirette alla chiesa e ad individui, questo significa che pure oggi, quando Dio lo vuole, manda un profeta a portare una specifica parola sia ad una chiesa, sia ad un individuo. Nel profeta sono operanti il dono di profezia assieme ad almeno due dei tre doni di rivelazione. Nel dono di profezia non c’è la rivelazione di un evento futuro come c’è invece nel dono di parola di sapienza, altrimenti cesserebbe di essere differente dal dono di parola di sapienza. Ricordatevi che v’è differenza fra i doni spirituali e che non ce ne sono due uguali tra loro, perchè è scritto che “vi è diversità di doni” (1 Cor. 12:4). Come v’è differenza tra il dono della diversità delle lingue e il dono dell’interpretazione delle lingue, così v’è differenza pure tra il dono di profezia e i doni di rivelazione.
Il profeta ha il dono di profezia e noi sappiamo che chi profetizza “parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione” (1 Cor. 14:3).
Vi farò degli esempi tratti dalle Scritture per farvi intendere questo dono dello Spirito Santo.
Isaia, profeta di Dio, mediante lo Spirito, (in profezia) proferì agli uomini queste parole di edificazione:
“Porgete orecchio, e date ascolto alla mia voce! State attenti, e ascoltate la mia parola! L’agricoltore ara egli sempre per seminare? Rompe ed erpica egli sempre la sua terra? Quando ne ha appianata la superficie, non vi semina egli l’aneto, non vi sparge il comino, non vi mette il frumento a solchi, l’orzo nel luogo designato, e il farro entro i limiti ad esso assegnati? Il suo Dio gl’insegna la regola da seguire e l’ammaestra. L’aneto non si trebbia con la trebbia, nè si fa passar sul comino la ruota del carro; ma l’aneto si batte col bastone, e il comino con la verga. Si trebbia il grano; nondimeno, non lo si trebbia sempre; vi si fan passare sopra la ruota del carro ed i cavalli, ma non si schiaccia. Anche questo procede dall’Eterno degli eserciti; maravigliosi sono i suoi disegni, grande è la sua sapienza” (Is. 28:23-29).
Queste parole qui sopra citate sono un esempio di linguaggio di edificazione detto in profezia da un profeta; come potete vedere in queste parole non vi è la predizione di un fatto specifico.
Un esempio di linguaggio di esortazione è questo: “O trasgressori, rientrate in voi stessi!…L’Eterno degli eserciti, quello, santificate! Sia lui quello che temete e paventate!…Lavatevi, purificatevi, togliete d’innanzi agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate dal fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate ragione all’orfano, difendete la causa della vedova!” (Is. 46:8; 8:13; 1:16,17); anche in queste parole proferite in profezia non c’è l’annunzio di un particolare evento che deve avvenire.
Un esempio di linguaggio di consolazione proferito in profezia è questo: “Io, io son colui che vi consola; chi sei tu che tu tema l’uomo che deve morire, e il figliuol dell’uomo che passerà com’erba?… Ascoltatemi, o voi che conoscete la giustizia, o popolo che hai nel cuore la mia legge! Non temete l’obbrobrio degli uomini, nè siate sgomenti per i loro oltraggi. Poichè la tignola li divorerà come un vestito, e la tarma li roderà come la lana…Non temere, perchè io t’ho riscattato, t’ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando passerai per delle acque, io sarò teco; quando traverserai dei fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non ne sarai arso, e la fiamma non ti consumerà” (Is. 51:12; 51:7,8; 43:1,2); anche in queste parole non c’è l’annunzio di un evento futuro, come una carestia, una guerra, la nascita di qualcuno, la morte di qualcuno, etc…
Sappiate che quando Dio, per mezzo di un profeta, rivolge una parola d’esortazione ad un individuo, se costui accetta la parola che il profeta gli dice nel nome del Signore e si sottomette al volere di Dio ne avrà del bene, ma se la rigetta, egli porterà la pena della sua ribellione.
Voglio che sappiate anche che Dio giudica quei suoi profeti che hanno la presunzione di dire delle cose nel suo nome che lui non ha comandato loro di dire; il nostro Dio è santo e la falsità, anche se viene praticata da un suo profeta, è in abominio agli occhi suoi.
Dio dice: “Il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome qualcosa ch’io non gli abbia comandato di dire o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta sarà punito di morte” (Deut. 18:20); queste parole scritte nella legge ci fanno capire chiaramente quanto sia grave la colpa di un profeta che fa parlare la sua lingua, e dice ‘L’Eterno dice’, quando l’Eterno non ha detto nulla.
Dio dice pure: “E se tu dici in cuor tuo: ‘Come riconosceremo la parola che l’Eterno non ha detta?’ Quando il profeta parlerà in nome dell’Eterno, e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che l’Eterno non ha detta; il profeta l’ha detta per presunzione; tu non lo temere” (Deut. 18:21,22); fratelli, per sapere se quello che il profeta ha predetto nel nome del Signore è una parola che Dio non ha detta, bisogna aspettare, perchè quando la parola del profeta non si avvera, ciò significa che quella non era la parola di Dio, ma una parola detta per presunzione dal profeta.
Quello che un profeta di Dio dice nel nome del Signore deve essere esaminato e giudicato con le Scritture, secondo che è scritto: “Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino” (1 Cor. 14:29); qualcuno dirà: ‘Ma perchè deve essere esaminato?’ Perchè il profeta potrebbe dire qualcosa di falso seguendo il suo proprio spirito. Paolo disse ai Tessalonicesi: “Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male” (1 Tess. 5:20-22); le profezie (sia le profezie dei profeti e sia le profezie di quelli che non hanno il ministerio di profeta, ma solo il dono di profezia) devono essere esaminate ed accettate quando si attengono perfettamente a ciò che la Sacra Scrittura insegna; nel caso contrario, cioè nel caso la profezia contrasta la verità, essa deve essere rigettata senza esitare. Nel corso dei secoli, sono sorti degli uomini in seno alle chiese di Dio che hanno detto delle profezie (o di avere avuto delle visioni e delle rivelazioni da Dio) che si opponevano alla Parola di Dio, e ci sono stati quelli che hanno dato loro ascolto e sono stati ingannati dalle loro menzogne, perciò fratelli, come disse Paolo: “Esaminate ogni cosa e ritenete il bene” (1 Tess. 5:21), ma il bene soltanto; il male, riprovatelo!
Ecco un fatto che avvenne ai giorni di Geremia, che ci insegna come un profeta può fare delle false predizioni. È scritto nel libro di Geremia:
“In quello stesso anno, al principio del regno di Sedechia, re di Giuda, l’anno quarto, il quinto mese, Anania, figliuolo di Azzur, profeta, ch’era di Gabaon, mi parlò nella casa dell’Eterno, in presenza dei sacerdoti e di tutto il popolo, dicendo: ‘Così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: Io spezzo il giogo del re di Babilonia. Entro due anni, io farò tornare in questo luogo tutti gli arredi della casa dell’Eterno, che Nebucadnetsar, re di Babilonia, ha tolti da questo luogo e ha portati a Babilonia; e ricondurrò in questo luogo, dice l’Eterno, Jeconia, figliuolo di Joiakim, re di Giuda, e tutti quei di Giuda che sono stati menati in cattività in Babilonia; perchè spezzerò il giogo del re di Babilonia’. E il profeta Geremia rispose al profeta Anania in presenza dei sacerdoti e in presenza di tutto il popolo che si trovava nella casa dell’Eterno. Il profeta Geremia disse: ‘Amen! Così faccia l’Eterno! L’Eterno mandi ad effetto quel che tu hai profetizzato, e faccia tornare da Babilonia in questo luogo gli arredi della casa dell’Eterno e tutti quelli che sono stati menati in cattività! Però, ascolta ora questa parola che io pronunzio in presenza tua e in presenza di tutto il popolo. I profeti che apparvero prima di me e prima di te fin dai tempi antichi, profetarono contro molti paesi e contro grandi regni la guerra, la fame, la peste. Quanto al profeta che profetizza la pace, allorchè si sarà adempiuta la sua parola, egli sarà riconosciuto come un vero mandato dall’Eterno’. Allora il profeta Anania prese il giogo di sul collo del profeta Geremia e lo spezzò. E Anania parlò in presenza di tutto il popolo, e disse: ‘Così parla l’Eterno: In questo modo io spezzerò il giogo di Nebucadnetsar, re di Babilonia, di sul collo di tutte le nazioni, entro lo spazio di due anni’. E il profeta Geremia se ne andò. Allora la parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia, dopo che il profeta Anania ebbe spezzato il giogo di sul collo del profeta Geremia, e disse: ‘Va’, e dì ad Anania: Così parla l’Eterno: Tu hai spezzato un giogo di legno, ma hai fatto, invece di quello, un giogo di ferro. Poichè così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: Io metto un giogo di ferro sul collo di tutte queste nazioni perchè siano assoggettate a Nebucadnetsar, re di Babilonia; ed esse gli saranno assoggettate; e gli do pure gli animali della campagna’. E il profeta Geremia disse al profeta Anania: ‘Ascolta, Anania! L’Eterno non t’ha mandato, e tu hai indotto questo popolo a confidare nella menzogna. Perciò, così parla l’Eterno: Ecco, io ti scaccio di sulla faccia della terra; quest’anno morrai, perchè hai parlato di ribellione contro l’Eterno’. E il profeta Anania morì quello stesso anno, nel settimo mese” (Ger. 28:1-17).
Fratelli, leggendo quello che è scritto prima di questo episodio, noterete che Dio aveva detto al popolo per mezzo di Geremia: “Non date ascolto alle parole dei vostri profeti i quali vi profetizzano, dicendo: – Ecco, gli arredi della casa dell’Eterno saranno in breve riportati da Babilonia, – perchè vi profetizzano menzogna” (Ger. 27:16). Il profeta Anania profetizzò al popolo che Dio avrebbe fatto tornare da lì a poco, gli arredi del tempio da Babilonia, e altre cose piacevoli da udire; egli parlò per presunzione e fece confidare il popolo nella menzogna, e Dio lo punì, facendolo morire. Questa storia ci insegna che Dio non può rinnegare se stesso; Egli non muta la parola uscita dalla sua bocca perchè “non è un uomo perch’ei mentisca, nè un figliuol d’uomo, perch’ei si penta” (Num. 23:19).
Dio non va contro la sua parola, anzi la conferma; sono i temerari che contrastano la Parola di Dio, e lo fanno usando il nome del Signore. Alcuni profetizzano delle cose piacevoli da sentire, delle cose in se stesse belle, ma nello stesso tempo false; avviene pure questo in seno alla fratellanza.
Alcuni con la loro lingua, usando il nome del Signore, hanno predetto la guarigione di fratelli malati gravemente, ma quella guarigione non si è mai avverata, perchè i malati sono morti dopo poco tempo; altri, hanno predetto dei matrimoni tra persone che non si sono mai sposate, o perchè uno dei due è morto subito dopo o perchè Dio ha voluto che si sposassero con delle persone differenti. Poi ci sono le profezie che dicono alla donna d’insegnare, mentre la Parola di Dio dice: “Non permetto alla donna d’insegnare” (1 Tim. 2:12); quelle che dicono che anche se la donna prega Dio senza essere velata non fa nulla di male o che dicono che anche se si adorna di gioielli d’oro e di vesti sontuose non fa nulla di male perchè Dio ‘guarda al cuore’; a queste si aggiungono le profezie che dicono a persone divorziate che possono sposarsi; noi tutte queste profezie le rigettiamo, perchè vanno contro la Parola di Dio e quindi non possono procedere dalla bocca di Dio. Non è lo Spirito della verità che proferisce queste profezie, ma lo spirito dell’errore.
Vi è un’altra storia che mostra come Dio non può rinnegare la sua Parola innanzi detta; è la storia di quel profeta giunto da Giuda a Bethel, per ordine di Dio, mentre il re Geroboamo offriva il profumo sull’altare che aveva fatto costruire. Il profeta proferì la parola di Dio contro l’altare e diede un segno miracoloso da parte di Dio in quello stesso giorno, e quel segno si adempì; ma Dio aveva detto a questo profeta di non mangiare pane e di non bere acqua a Bethel e di non tornarsene per la stessa strada che aveva fatto all’andata. Dopo che il profeta parlò da parte di Dio: e diede il segno miracoloso da parte di Dio,
“il re disse all’uomo di Dio: ‘Vieni meco a casa; ti ristorerai, e io ti farò un regalo’. Ma l’uomo di Dio rispose al re: ‘Quand’anche tu mi dessi la metà della tua casa, io non entrerò da te, e non mangerò pane nè berrò acqua in questo luogo; poichè questo è l’ordine che m’è stato dato dall’Eterno: – Tu non vi mangerai pane nè berrai acqua, e non tornerai per la strada che avrai fatta, andando’. – Così egli se ne andò per un altra strada, e non tornò per quella che aveva fatta, venendo a Bethel. Or v’era un vecchio profeta che abitava a Bethel; e uno dei suoi figliuoli venne a raccontargli tutte le cose che l’uomo di Dio aveva fatte in quel giorno a Bethel, e le parole che aveva dette al re. Il padre, udito ch’ebbe il racconto, disse ai suoi figliuoli: ‘Per qual via se n’è egli andato?’ Poichè i suoi figliuoli avevano veduto la via per la quale se n’era andato l’uomo di Dio venuto da Giuda. Ed egli disse ai suoi figliuoli: ‘Sellatemi l’asino’. Quelli gli sellarono l’asino; ed egli vi montò su, andò dietro all’uomo di Dio, e lo trovò a sedere sotto un terebinto, e gli disse: ‘Sei tu l’uomo di Dio venuto da Giuda?’ Quegli rispose: ‘Son io’. Allora il vecchio profeta gli disse: ‘Vieni meco a casa mia, e prendi un pò di cibo’. Ma quegli rispose: ‘Io non posso tornare indietro teco, nè entrare da te; e non mangerò pane nè berrò acqua teco in questo luogo; poichè m’è stato detto, per ordine dell’Eterno: – Tu non mangerai quivi pane, nè berrai acqua, e non tornerai per la strada che avrai fatta, andando’. – L’altro gli disse: ‘Anch’io son profeta come sei tu; e un angelo mi ha parlato per ordine dell’Eterno, dicendo: – ‘Rimenalo teco in casa tua, affinchè mangi del pane e beva dell’acqua’. – Costui gli mentiva. – Così, l’uomo di Dio tornò indietro con l’altro, e mangiò del pane e bevve dell’acqua in casa di lui. Or mentre sedevano a mensa, la parola dell’Eterno fu rivolta al profeta che aveva fatto tornare indietro l’altro; ed egli gridò all’uomo di Dio ch’era venuto da Giuda: ‘Così parla l’Eterno: – Giacchè tu ti sei ribellato all’ordine dell’Eterno, e non hai osservato il comandamento che l’Eterno, l’Iddio tuo, t’avea dato, e sei tornato indietro, e hai mangiato del pane e bevuto dell’acqua nel luogo del quale egli t’avea detto: Non vi mangiare del pane e non vi bere dell’acqua, il tuo cadavere non entrerà nel sepolcro dei tuoi padri’. – Quando l’uomo di Dio ebbe mangiato e bevuto, il vecchio profeta, che l’aveva fatto tornare indietro, gli sellò l’asino. L’uomo di Dio se ne andò, e un leone lo incontrò per istrada, e l’uccise” (1 Re 13:7-24).
Fratelli, come potete vedere, all’invito del re Geroboamo che aveva una condotta empia nel cospetto di Dio, il profeta rifiutò di fare quello che il re gli propose di fare per non disubbidire a Dio; in seguito, al primo invito del vecchio profeta, l’uomo di Dio mostrò ancora la stessa fermezza non acconsentendo a tornare a casa del vecchio profeta per mangiare e bere, ma quando il vecchio profeta lo vide fermo e deciso a non tornare indietro a casa sua, fece ricorso alla menzogna, dicendogli: “Un angelo mi ha parlato per ordine dell’Eterno, dicendo: – Rimenalo teco in casa tua, affinchè mangi del pane e beva dell’acqua” (1 Re 13:18), e allora l’uomo di Dio tornò indietro. L’uomo di Dio sentì che il cosiddetto ‘nuovo ordine’ di Dio contrastava nettamente il primo, ma alle parole: “Anch’io sono un profeta come sei tu; e un angelo mi ha parlato per ordine dell’Eterno” (1 Re 13:18), non si oppose come aveva fatto in precedenza e credette alla menzogna e disubbidì a Dio.
Quando Satana non riesce a sedurre i figliuoli di Dio per mezzo della gente malvagia che non ha la fede, allora cerca di sedurli per mezzo di menzogne proferite per bocca di alcuni credenti che non bandiscono ancora la menzogna.
Alcuni, quando ti vedono fermo nella Parola di Dio, e che non entri in compromesso con nessuno, pure di attenerti alle sacre Scritture, per cercare di dissuaderti da certi precetti di Dio, veraci e giusti come tutti gli altri (ma a loro non graditi), allora escogitano di persuaderti del contrario della Parola di Dio, facendo uso di false profezie, cioè di menzogne, usando il nome del Signore, esattamente come fece quel vecchio profeta verso l’uomo di Dio venuto da Giuda.
C’è chi comincia a dire: ‘Anch’io sono un ministro del Vangelo come lo sei tu e Dio mi ha parlato, dicendomi che questo ordine era solo per i credenti d’allora e non per noi oggi’; altri: ‘Ho avuto un sogno da Dio che mi ha mostrato che non è come dici tu, perchè Dio vuole che noi ci adeguiamo ai tempi’, tante menzogne per dirti di non credere in quello che Gesù ha detto o che Paolo e gli altri apostoli hanno comandato di fare, ma siccome che non ti vogliono dire chiaramente: ‘Disubbidisci a Dio e alla sua parola’, te lo dicono facendo uso di menzogne, appoggiandosi su parole come ‘visione’, ‘sogno’, ‘profezia’, ‘rivelazione’, parole che suscitano interesse quando sono pronunziate, ma anche un certo timore di Dio; ma quando ci si accorge che quelle parole vengono usate solamente per fini disonesti, per distoglierci dai comandamenti di Dio, allora, con fermezza rispondiamo a costoro: ‘Ciò che voi dite è falso, perchè si oppone alla Parola di Dio’.
Sappiate che Dio non ci ha ripensato sulla sua dottrina in questi ultimi tempi; Egli non ha cambiato idea, col passare del tempo, su nessuno dei suoi precetti dati per mezzo del suo Figliuolo e per mezzo degli apostoli. Nessuno vi seduca, badate a voi stessi, perchè i tempi sono difficili e malvagi; Paolo disse a Timoteo: “Verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole” (2 Tim. 4:3,4), e noi ci troviamo proprio in questo tempo. I dottori che seguono i loro carnali desideri perchè hanno distolto le loro orecchie dalla verità, sono in continuo aumento, ed a loro si volgono molti.
A quei dottori che non hanno distolto le orecchie dalla verità, alcuni profeti cercano di distogliergliele con le loro false profezie; certi profeti, per fare rigettare la sana dottrina ai semplici, cercano di fargliela passare come inadeguata ai nostri tempi, come una dottrina che è da revisionare, ma la dottrina di Dio non è affatto da revisionare, e guai a quelli che cercano di farlo, essi porteranno la pena della loro ribellione, chiunque essi siano.
A proposito del ministerio di profeta, voglio dirvi che non è vero che il pastore è anche profeta per forza di cose, poichè parla delle cose a venire scritte nella Parola di Dio, quali la venuta del Signore ed altri eventi che ancora devono avverarsi. Un pastore può essere anche profeta, ma quando Dio gli dona pure questo ministerio; altrimenti se Dio gli ha dato solo il ministerio di pastore, non importa quanto parli delle cose a venire che sono scritte, questo non fa assolutamente di lui un profeta.
Inoltre vi sono quelli che dicono, per mancanza di conoscenza, che tutti nella chiesa siamo profeti perchè quando noi parliamo del Signore agli altri, noi parliamo loro da parte di Dio come facevano i profeti di una volta; questa è una falsa dottrina, perchè il fatto che io stia evangelizzando e proclamando la Parola di Dio, nel nome del Signore, non significa che io in quel momento sono un profeta. Anche il fatto di avere il dono di profezia non significa essere un profeta, perchè il profeta oltre al dono di profezia ha pure dei doni di rivelazione.
“Sono forse tutti profeti?” (1 Cor. 12:29); la risposta naturalmente è no, e questo perchè il corpo di Cristo non si compone di un membro solo, ma di molte membra; quello del profeta è uno dei ministeri costituiti da Dio nella Chiesa per l’edificazione del corpo di Cristo.
Alcuni dicono che siccome lo Spirito Santo è stato sparso, e in ogni credente in Cristo Gesù v’è lo Spirito della verità che lo guida in ogni verità, oggi non c’è più bisogno del ministerio di profeta nella chiesa, come invece ce n’era il bisogno tra gli Israeliti sotto l’antico patto; ma questo non può essere dimostrato in alcuna maniera con le Scritture, quindi non l’accettiamo.
Nella chiesa primitiva vi erano dei profeti; di Giuda e Sila, che erano degli uomini autorevoli fra i fratelli, è detto che erano profeti; nella chiesa d’Antiochia vi erano dei profeti, dei quali sono pure fatti i nomi; il ministerio di profeta è menzionato tra i ministeri, nella lettera di Paolo agli Efesini, e in una delle sue lettere ai Corinzi. Ai Corinzi, parlando sull’ordine del culto, dice: “Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino; e se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente si taccia…e gli spiriti dei profeti son sottoposti ai profeti, perchè Dio non è un Dio di confusione, ma di pace” (1 Cor. 14:29,30,32,33). Questi sono comandamenti del Signore; Paolo riconosceva il ministerio di profeta, e se lui ha detto: “Parlino due o tre profeti…” (1 Cor. 14:29), nessuno ha il diritto di dire: ‘I profeti non esistono più’, o: ‘Quelli che dicono di esserlo non devono parlare quando la chiesa è radunata’.
Chi impedisce ad un profeta di Dio di esercitare il suo ministerio, si rende nemico di Dio, come si resero nemici di Dio gli Israeliti quando vietarono ai profeti di profetare. Dio disse: “Avete ordinato ai profeti di non profetare! Ecco, io farò scricchiolare il suolo sotto di voi…” (Amos 2:12,13); queste parole, Dio le disse ad un popolo che diceva: “I profeti non sono che vento, e nessuno parla in essi” (Ger. 5:13), ad un popolo caparbio che si oppose ai profeti che parlavano da parte sua.
Certo, Paolo ha detto che quello che i profeti dicono deve essere giudicato, ma non ha vietato ai profeti di parlare in assemblea; l’apostolo ha detto pure che se una rivelazione è data ad uno di quelli (uno dei profeti) che stanno seduti, il precedente deve smettere di parlare, quindi egli non pensava affatto che Dio avesse smesso di dare delle rivelazioni per la chiesa (come invece alcuni pensano).
Badate che qui per rivelazione non si intende affatto un insegnamento della parola di Dio (come dicono alcuni per mancanza di conoscenza), perchè poco prima, Paolo dice: “Che dunque, fratelli? Quando vi radunate, avendo ciascun di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o una interpretazione, facciasi ogni cosa per l’edificazione” (1 Cor. 14:26), e come potete vedere, l’insegnamento è nominato assieme alla rivelazione, appunto perchè non sono la medesima cosa.
Oggi, Dio, quando vuole dà ai suoi profeti, quando la chiesa è radunata, delle visioni per la chiesa, per mezzo delle quali la chiesa viene edificata, consolata, confermata, e ripresa quando ha bisogno di essere ripresa. Paolo ha detto: “Ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine” (1 Cor. 14:40), quindi anche i profeti devono esercitare il loro ministerio con decoro, per non creare confusione in seno alla chiesa; questa è la ragione per cui Paolo dice: “E gli spiriti dei profeti son sottoposti ai profeti, perchè Dio non è un Dio di confusione, ma di pace” (1 Cor. 14:32,33).
Per ciò che riguarda il ministerio profetico esercitato sotto l’antico patto, quando ancora lo Spirito non era stato sparso sopra ogni carne, vi ricordo che è vero che lo Spirito non era ancora stato dato, ma è altresì vero che Dio unse di Spirito Santo dei re che furono guidati da Dio anche mediante delle rivelazioni date loro per mezzo dei profeti.
Davide era stato unto di Spirito Santo, e lo Spirito Santo era in lui, eppure Dio gli parlò per mezzo dei profeti in certe circostanze; mentre lui era ancora fuggiasco perchè Saul lo perseguitava, il profeta Gad gli disse, mentre lui era nella fortezza del re di Moab: “Non star più in questa fortezza; parti, e recati nel paese di Giuda” (1 Sam. 22:5); quando lui diventò re ed ebbe in cuore di costruire una casa al nome di Dio, Dio gli impedì di costruire il tempio mediante una rivelazione data a Nathan, veggente del re; quando egli si rese colpevole di adulterio e di omicidio, Dio gli mandò Nathan, il profeta, per riprenderlo ed annunziargli la punizione che Dio gli avrebbe inflitto per i suoi misfatti; quando egli fece il censimento di Israele (cosa che dispiacque al Signore), Dio gli mandò Gad per dirgli quale castigo voleva tra i tre che gli notificò.
Ho voluto menzionarvi questi fatti per farvi capire che benchè lo Spirito era su Davide ed in Davide, perchè esso parlò per bocca sua, pure Dio gli parlò per mezzo dei suoi profeti. Oggi, le cose non sono cambiate da questo punto di vista, perchè benchè i credenti abbiano lo Spirito di Dio in loro (quelli che ne sono ripieni in misura maggiore di quelli che non ne sono ancora ripieni), e lo Spirito li guida, pure, Dio, in alcune circostanze della loro vita, parla loro mediante i profeti (o con una profezia o con delle visioni), esattamente come faceva sotto l’antico patto.
D’altronde, anche il profeta Agabo ebbe un messaggio personale per Paolo, quando questi era in Cesarea, quindi non c’è nulla di strano se oggi, Dio, in alcune circostanze, guida, consola, conferma, riprende i suoi, anche mediante delle rivelazioni date ai profeti.
Non vedo perchè dovremmo dire: ‘Il ministerio di profeta non è più necessario oggi’, e dire invece: ‘Ma quello di pastore invece è necessario’; i ministeri sono tutti utili alla chiesa, nessun escluso.
Io dico a voi che dite che il ministerio di profeta non è necessario oggi, perchè lo Spirito che è in noi ci guida in ogni verità: ‘Ma a questo punto, secondo il vostro ragionamento, se voi dite che lo Spirito della verità vi guida in ogni verità, non avreste bisogno neppure dei pastori che vi conducono e dei dottori che vi ammaestrano; ma allora, perchè riconoscete questi ministeri, ma quello di profeta no?
Paolo scrisse ai Corinzi: “L’occhio non può dire alla mano: Io non ho bisogno di te; nè il capo può dire ai piedi: Non ho bisogno di voi. Al contrario, le membra del corpo che paiono essere più deboli, sono invece necessarie…” (1 Cor. 12:21,22).
Ascoltami, tu che dici che il ministerio di profeta non è necessario oggi nella chiesa; se il tuo occhio potesse parlare, e tu gli sentiresti dire al tuo piede destro: ‘Ascolta, io non ho bisogno di te!’, saresti contento? Non ti accorgeresti forse che c’è qualcosa che non va? Non vedresti forse una divisione nel tuo corpo? Ma tu pensi con questa tua affermazione di rallegrare il Signore, che è il capo della Chiesa? No fratello, queste tue parole non piacciono affatto al Signore; rientra in te stesso, riconosci la verità, e sii savio, perchè il Signore ti dice: “Figliuol mio, se il tuo cuore è savio, anche il mio cuore si rallegrerà..” (Prov. 23:15).
Ora vi voglio dire alcune cose circa i falsi profeti, affinchè non ne ignoriate l’esistenza e affinchè vi guardiate da loro.
Pietro ha detto che nell’antichità degli uomini santi parlarono da parte di Dio, perchè sospinti dallo Spirito Santo, ma ha detto pure che sorsero anche falsi profeti fra il popolo, e questo le Scritture lo confermano, infatti esse insegnano che da un lato vi erano i profeti che parlavano per lo Spirito Santo, e dall’altro vi erano i falsi profeti che facevano parlare la loro lingua e dicevano: ‘L’Eterno dice’, quando l’Eterno non aveva parlato loro.
Prima di parlare dei falsi profeti, delle loro menzogne che profetizzarono, e della loro condotta empia, voglio parlarvi di quale era la condotta del popolo d’Israele e di come i santi profeti esortarono il popolo di Dio a ravvedersi.
I figliuoli d’Israele abbandonarono la loro Ròcca e si volsero agli idoli delle nazioni circonvicine; essi si prostituirono a quegli idoli vani, infatti si fabbricarono i loro idoli e li posero sui loro alti luoghi dove si recavano per offrire loro i profumi e i sacrifici (arrivarono al punto di scannare i loro figli e le loro figlie per offrirli ai loro dèi).
Oltre a ciò, gli Israeliti rubavano, commettevano omicidi, commettevano adulteri, mentivano gli uni agli altri, ed erano avidi di guadagno; da ciò che insegna la Scrittura, in Israele i comandamenti di Dio furono dimenticati. Dio vide quello spettacolo di perversità e provò un grande dispiacere, ma Egli non rimase indifferente perchè suscitò dei profeti ai quali comandò di far conoscere ad Israele i suoi peccati e di esortare il suo popolo a ravvedersi. I santi profeti ubbidirono a Dio e riferirono al popolo ribelle le parole di Dio; ora vi menzionerò alcune delle esortazioni al pentimento rivolte al popolo, che sono scritte nei profeti, per farvi capire come i santi profeti non lusingarono affatto gli empi.
- Geremia disse: “Circoncidetevi per l’Eterno, circoncidete i vostri cuori, o uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, affinchè il mio furore non scoppi come un fuoco, e non s’infiammi sì che nessuno possa spengerlo, a motivo della malvagità delle vostre azioni!” (Ger. 4:4), ed ancora: “Torna, o infedele Israele, dice l’Eterno; io non vi mostrerò un viso accigliato, giacchè io son misericordioso, dice l’Eterno, e non serbo l’ira in perpetuo. Soltanto riconosci la tua iniquità: tu sei stata infedele all’Eterno, al tuo Dio, hai vòlto qua e là i tuoi passi verso gli stranieri, sotto ogni albero verdeggiante, e non hai dato ascolto alla mia voce, dice l’Eterno. Tornate o figliuoli traviati, dice l’Eterno…” (Ger. 3:12-14).
- Ezechiele disse: “Convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvage! E perchè morreste voi, o casa d’Israele?” (Ez. 33:11).
- Isaia disse: “O trasgressori, rientrate in voi stessi!…Lavatevi, purificatevi, togliete d’innanzi agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate dal fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia…” (Is. 46:8; 1:16,17).
Dio disse al popolo che se si fosse convertito dalle sue vie malvage, Egli lo avrebbe perdonato, ma gli disse pure che se non si fosse convertito, lo avrebbe punito. I profeti annunziarono ai ribelli i giudizi che Dio avrebbe esercitato contro di loro nel caso essi avessero continuato a camminare secondo la caparbietà del loro cuore; ecco come parlarono a tale riguardo Isaia e Geremia.
- Isaia disse: “Se siete disposti ad ubbidire, mangerete i prodotti migliori del paese; ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada; poichè la bocca dell’Eterno ha parlato” (Is. 1:19,20).
- Geremia disse: “Ma se non mi date ascolto…io accenderò un fuoco alle porte della città, ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme, e non s’estinguerà…ecco, io mando contro di voi dei serpenti, degli aspidi, contro i quali non v’è incantagione che valga; e vi morderanno, dice l’Eterno” (Ger. 17:27; 8:17), ed ancora: “Ecco, io faccio venire da lungi una nazione contro di voi, o casa d’Israele, dice l’Eterno; una nazione valorosa, una nazione antica, una nazione della quale tu non conosci la lingua e non intendi le parole. Il suo turcasso è un sepolcro aperto; tutti quanti son dei prodi. Essa divorerà le tue mèssi e il tuo pane, divorerà i tuoi figliuoli e le tue figliuole, divorerà le tue pecore e i tuoi buoi, divorerà le tue vigne e i tuoi fichi; abbatterà con la spada le tue città forti nelle quali confidi” (Ger. 5:15-17).
Come reagirono i ribelli alle esortazioni dei santi profeti? In questa maniera; essi perseguitarono i profeti oltraggiandoli, percuotendoli, mettendoli in prigione, ed in fine li uccisero.
Ma ecco che assieme ai santi profeti sorsero anche i falsi profeti che si misero a profetizzare di loro senno; anche loro dicevano di avere delle visioni e dei sogni, ma tutto quello che dicevano usando il nome del Signore, si opponeva alla legge e alle parole dei santi profeti.
Questi falsi profeti, oltre che a profetizzare menzogne, avevano pure una condotta scellerata e Dio, di questo, ne rendeva testimonianza in questi termini: “Fra i profeti di Gerusalemme ho visto cose nefande: commettono adulteri, procedono con falsità, fortificano le mani dei malfattori, talchè nessuno si converte dalla sua malvagità…dai profeti di Gerusalemme l’empietà s’è sparsa per tutto il paese…come un leone ruggente che sbrana una preda, costoro divorano le anime, piglian tesori e cose preziose…essi vi pascono di cose vane; vi espongono le visioni del loro proprio cuore, e non ciò che procede dalla bocca dell’Eterno..e sperano che la loro parola s’adempirà!…Dicono del continuo a quei che mi sprezzano: ‘L’Eterno ha detto: Avrete pace’; e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore: ‘Nessun male v’incoglierà’…gridano: ‘Pace’, quando i loro denti han di che mordere, e bandiscono la guerra contro a chi non mette loro nulla in bocca… fanno predizioni per danaro… Io non ho mandato quei profeti; ed essi son corsi; io non ho parlato loro, ed essi hanno profetizzato” (Ger. 23:14,15; Ez. 22:25; Ger. 23:16; Ez. 13:6; Ger. 23:17; Mic. 3:5,11; Ger. 23:21).
Dalla parola di Dio traiamo questi insegnamenti sui falsi profeti:
1) sono avidi di illeciti guadagni, infatti profetizzano pure per compensi in danaro, e di conseguenza, profetizzano la pace a chi gli dà da mangiare, e la guerra a chi non fa entrare nulla nelle loro tasche.
2) sono adulteri.
3) amano e praticano la menzogna, perchè parlano di cose che non hanno vedute e di cose che non hanno udite da Dio.
4) sono ingiusti, perchè contristano il giusto con delle menzogne, quando Dio non lo contrista, e fortificano le mani dei peccatori perchè non si convertano dalle loro opere malvage.
5) di loro dicono un gran bene i ribelli, cioè quelli che loro lusingano dicendogli che avranno pace e nessun male gli verrà addosso.
L’inevitabile conclusione alla quale siamo giunti è che i falsi profeti sono veramente degli alberi cattivi che fanno frutti cattivi; ma come non rimasero impuniti i falsi profeti dell’antichità, così non rimarranno impuniti i falsi profeti di questi giorni.
Gesù disse che “ogni albero che non fa buon frutto, è tagliato e gettato nel fuoco” (Matt. 7:19), quindi noi sappiamo che per certo i falsi profeti saranno presi e gettati nella fornace di fuoco, e coperti di una eterna vergogna.
Fratelli, di falsi profeti ne esistono molti anche in questa generazione, guardatevi da loro, per non cadere in preda ai loro denti.
Giacinto Butindaro
______________________________________________________________________________________________