● Perchè il Capodanno non va festeggiato
E quindi perchè si tratta di una opera infruttuosa delle tenebre, e noi siamo chiamati a non parteciparvi, secondo che è scritto: “Non siate dunque loro compagni; perché già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Conducetevi come figliuoli di luce (poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa sia accetto al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele” (Efesini 5:7-11).
Infatti noi quali discepoli di Cristo non dobbiamo condurci come si conducono i pagani, secondo che è scritto: “Questo dunque io dico ed attesto nel Signore, che non vi conduciate più come si conducono i pagani nella vanità de’ loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo della ignoranza che è in loro, a motivo dell’induramento del cuor loro. Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni sorta di impurità con insaziabile avidità” (Efesini 4:17-19).
Qui di seguito voglio trascrivervi alcune notizie (reperite in Internet) sull’origine del capodanno e sulle principali superstizioni ad esso collegate, affinché vi rendiate conto del suo carattere pagano, e ve ne asteniate anche voi.
Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno. Tale culto pagano venne deplorato da un certo Eligio di Noyon (588 circa – 660) – un alto funzionario della corte dei re merovingi, che è venerato come santo dalla Chiesa Cattolica Romana – che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro:
‘A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l’andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l’usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica’.
Per i Babilonesi il nuovo anno cominciava con la rinascita della Terra, cioè con la primavera.
Ecco come si è arrivati a festeggiare il nuovo anno il 1 gennaio: fu Giulio Cesare, nel 46 a.c., a creare il ‘calendario Giuliano’ che stabiliva che l’anno nuovo iniziava il primo gennaio. Il primo di gennaio i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d’alloro, detti strenne come augurio di fortuna e felicità. Il nome strenna derivava dal fatto che i rami venivano staccati da un boschetto della via sacra ad una dea di origine sabina: Strenia, che aveva uno spazio verde a lei dedicato sul Monte Velia. La dea era apportatrice di fortuna e felicità; il termine latino ‘strenna’, presagio fortunato, deriva probabilmente proprio dalla dea. Nel Medioevo molti paesi europei usavano il Calendario Giuliano, ma vi era un’ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell’anno. Tra queste per esempio il 1 marzo (capodanno nella Roma repubblicana), 25 marzo (Annunciazione del Signore) o il 25 dicembre (Natale). Solo con l’adozione universale del calendario gregoriano (dal nome di papa Gregorio XIII, che lo ideò nel 1582), la data del 1 gennaio come inizio dell’anno divenne infine comune.
Lenticchie a mezzanotte. Uno dei riti più conosciuti in tutta Italia è quello di mangiare le lenticchie allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Questa usanza – secondo la superstizione – favorisce l’abbondanza e la ricchezza: i legumi, infatti, sono considerati un cibo in grado di nutrire e di opporsi alla fine del tempo in vista di una generazione di prospettive valide per il futuro.
I botti di Capodanno. Anche i ‘botti’ di Capodanno sono la manifestazione della volontà di allontanare le forze del male e gli spiriti maligni che si scatenano in un momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno, dalla fine all’inizio del tempo. E’ vero che per molti i ‘botti’ oggi rappresentano anche l’allegria per l’arrivo del nuovo anno, ma rimangono comunque di origine pagana e poi sono soldi buttati via.
Lanciare i cocci a mezzanotte. L’usanza più caratteristica come rito di eliminazione del male, fisico e morale, che si è accumulato nell’anno trascorso è quella di lanciare i cocci a mezzanotte. Questa usanza è diffusa in diverse parti d’Italia ed è ancora viva nelle grandi città come Napoli e Roma. Anche in questo caso quindi ci si trova davanti ad una superstizione.
Gettare le cose vecchie. In segno di cambiamento, per i pagani, con l’arrivo del nuovo anno è di buon augurio gettare le cose vecchie.
Mangiare uva passa. La tradizione vuol che oltre alle lenticchie anche la scelta di mangiare dell’uva passa nel corso della notte di Capodanno porti soldi in abbondanza nel nuovo anno. Altra superstizione che rigettiamo quindi.
La prima persona che si incontra per strada. Allo scoccare della mezzanotte è importantissima la prima persona che si incontra per strada, perchè secondo i superstiziosi è di buon augurio incontrare un vecchio o un gobbo, mentre se si incontrerà un bambino o un prete si avrà disgrazia.
Baciarsi sotto il vischio. Un’altra tradizione ancora molto seguita è quella di baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio. A mezzanotte, come brindisi speciale, il bacio sotto al vischio con la persona amata porterà amore per tutto l’anno. Il vischio – secondo i superstiziosi – infatti è una pianta benaugurale che dona prolificità sia materiale che spirituale. Sacro ai popoli antichi, i Druidi lo usavano nei sacri cerimoniali e nelle celebrazioni di purificazione, mentre i Celti ritenevano che quest’arboscello nascesse dove era scesa una folgore e che una bevanda particolare composta di questa pianta fosse un potente elisir contro la sterilità.
Vestire biancheria intima rossa. La tradizione italiana segue anche l’usanza di vestire della biancheria intima rossa la sera di Capodanno. Si tratta di un modo per attirare i buoni auspici per il nuovo anno. Per il cenone dunque è d’obbligo un intimo color rosso sia per gli uomini che per le donne. Gli antichi romani lo indossavano come simbolo di sangue e guerra per allontanare la paura. Oggi è diventato un auspicio di fortuna per il nuovo anno. Queste sono altre menzogne, generate dal diavolo, che bisogna rigettare.
Dopo questa carrellata di informazioni concernenti il capodanno, non si può che convenire con Paolo che i pagani si conducono nella vanità de’ loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo della ignoranza che è in loro, a motivo dell’induramento del cuor loro. Ci incammineremo dunque noi che siamo luce nel Signore, nelle vie tenebrose e tortuose dei pagani? Così non sia.
Chi ha orecchi da udire, oda
Giacinto Butindaro
Tratto da: http://giacintobutindaro.org/2011/12/29/perche-il-capodanno-non-va-festeggiato/
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