● Contro l’errato insegnamento che Gesù nel Getsemani sanguinò dalla fronte, pregando il Padre di non farlo morire in croce
“…non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?” (Giov. 18:11)
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Sin dagli inizi della mia conversione ho sentito spesso insegnare da molti predicatori che le parole di Gesù nella Sua preghiera al Padre nel Getsemani:
“Padre, se tu vuoi, allontana da me questo calice!” (Luca 22:42)
… si riferissero al fatto che Gesù, a causa della sua debolezza umana, pregasse intensamente il Padre (addirittura sudando sangue!) chiedendo se fosse possibile, di non farlo morire sulla croce!
Va subito detto che questo insegnamento è per me biblicamente inaccettabile!
Il calice che Gesù pregò il Padre di non bere nel giardino del Getsemani non poteva essere affatto il calice della Sua morte espiatrice in croce, per svariate ragioni che fra breve mostrerò, ma si trattava invece di qualcos’altro che avvenne appunto, proprio nel Getsemani poco prima d’essere arrestato.
Ora questa a mio avviso errata interpretazione, è insegnata sia nel mondo Cattolico che in quello Evangelico.
Ad esempio su un sito Internet delle ADI (curato da Nello Covino), in questo articolo intitolato: “Sofferenza per i figli di Dio”, leggiamo:
“Anche Gesù, la persona più vicina al cuore di Dio, ma nello stesso tempo simile alla natura dell’uomo e quindi capace di comprenderne le reazioni, di fronte alla croce si sente “oppresso da tristezza mortale” e chiede al Padre di liberarlo da quella morte terribile: “Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice!” (Marco 14:36). Nell’uomo Gesù c’è il rifiuto per quello che dovrà accadergli di lì a poco; in Lui si è scatenato un conflitto talmente forte tra il desiderio di servire Dio e l’inaccettabilità umana del suo piano, da portarlo a sudare gocce di sangue.”
(Da: http://www.cristianievangeliciadi.it/studi-soft/273-sofferenza-per-i-figli-di-dio.html).
(Cliccate per ingrandire)
Oppure come su quest’altro sito delle ADI, in questa meditazione intitolata: “i miracoli”, dove leggiamo: