● Il presepio è una forma di idolatria; e perciò non va fatto
Fuggite l’idolatria
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Cattolici Romani, l’idolatria è in abominio a Dio
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Risposte da dare ai Cattolici Romani sulle cosiddette statue e immagini sacre
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Fare il presepio a molti potrà sembrare un segno di grande devozione verso il Salvatore, potrà sembrare bello quanto si vuole, ma sta di fatto che si oppone alla Scrittura perché implica la trasgressione del comando di Dio di non farsi immagini e sculture alcune.
Infatti nel secondo comandamento (che la Chiesa Cattolica Romana ha ha tolto dal decalogo per non fare apparire le cosiddette statue e immagini sacre come degli idoli in abominio a Dio), l’Onnipotente Iddio ordina categoricamente:
“Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti” (Es. 20:4-6)
Per questa ragione questa usanza va rigettata.
Diletti, ricordatevi pure della nascita di Gesù Cristo, ma fatelo spesso e non una volta all’anno, e fatelo nella semplicità del cuore vostro meditando su tutti quei passi della Scrittura che ne parlano. Se infatti lo Spirito Santo ha sospinto sia Matteo che Luca a scrivere diverse cose sulla nascita di Gesù è anche perché Dio ha voluto in questa maniera che noi suoi figliuoli mantenessimo vivo il ricordo di quegli eventi che hanno caratterizzato la sua nascita. Ma più che della sua nascita, diletti, ricordatevi della sua morte e della sua resurrezione avvenuta per la nostra giustificazione. E parlate di questi due eventi sia tra di voi che a coloro che non conoscono Dio, tra cui ci sono i Cattolici romani, affinché credendo in essi con tutto il loro cuore siano affrancati dal peccato.
Tratto e adattato da: http://www.lanuovavia.org/chiesacattolicaromana_8.html
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Alcune giustificazioni errate adottate da taluni “evangelici”, per sostenere che nell’attuale dispensazione della grazia non c’è nulla di male nel farsi immagini come quelle del presepio. Vediamole:
Giustificazione n. 1
“Deuteronomio 4:15,19 spiega esplicitamente (usa affinché) il motivo per cui non dobbiamo farci immagini e perché poi ci sentiamo costretti ad offrire loro un culto. La motivazione per cui non dobbiamo costruire immagini è perché non ci venga poi la voglia di inginocchiarci davanti a loro, servirli, rendere omaggio, venerare, ecc. Ecco il comandamento! Questo non significa che non possiamo avere immagini, non possiamo averle solo se le rendiamo sacre, ma possiamo avere tutte le immagini rappresentative che vogliamo.”
Risposta:
Il motivo per cui non dobbiamo farci immagini è invece perchè lo ha ordinato l’Onnipotente Iddio! Punto.
Ogni credente è tenuto all’osservanza del secondo dei dieci comandamenti dati da Dio, senza se e senza ma; comandamenti che, ribadisco nuovamente, la Chiesa Cattolica Romana ha gravemente manipolato a sua stessa condanna!
Non dobbiamo né farci, né prostrarci e neppure servire nessuna immagine o scultura, pena la punizione di Dio fino alla millesima generazione di quelli che lo odiano. D’altronde nella bibbia c’è anche una seria minaccia verso coloro che fanno gl’idoli ed in chi in essi confida:
“I loro idoli sono argento ed oro, opera di mano d´uomo.
Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano, la loro gola non rende alcun suono.
Come loro sian quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano.” (Salmo 115:4,8)
I veri cristiani devono attenersi strettamente alle sante parole del Signore Gesù che ha detto chiaramente come deve essere adorato Dio:
“… l´ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità; poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Iddio è spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.” (Giovanni 4:23,24)
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Giustificazione n. 2
“La rappresentazione della natività ha anche uno scopo didattico, oltre che decorare la casa. Pensiamo ai bambini, loro apprendono per immagini (ma anche noi adulti): il presepe non può che far loro bene e possono imparare la storia di Gesù. Stessa cosa dicasi per le Bibbie illustrate per i bambini, i disegni, l’arte sacra, ecc. Vogliamo distruggere la pietà di Michelangelo? O tutti i quadri e le opere d’arte che hanno come oggetto il Cristianesimo? Cosa avrebbe di diverso il presepe ?”
Risposta:
Gli idoli condannati da Dio nella Scrittura sono chiamati in vari modi, come ad esempio: “vento e cose da niente” ; “nulla” (Isaia 41:29) “abominazione” ; “menzogna” (Isaia 44:19,20). Questo è il modo con cui vanno chiamati, altro che: “opere d’arte” !
Leggiamo e inculchiamo la Santa Parola di Dio ai nostri bambini chiedendo a Dio di illuminarci in Essa per mezzo del Suo Spirito. La sacra Scrittura è sufficiente per il loro apprendimento (2° Timoteo 3:16) senza far uso del presepio che tra l’altro, come se non fossero già da condannare le sue statuette, contiene anche svariate menzogne antiscritturali da rigettare (dove è scritto nella Parola di Dio del bue e dell’asinello? dov’è scritto che il bambino Gesù si trovasse in una grotta se invece la Scrittura parla di una “casa” (Matteo 2:11) ? E dov’è scritto che i magi fossero in 3 ? … potevano essere anche 2 o 4. Il fatto che portarono tre doni non significa che fossero in tre. E dove leggiamo che si chiamavano “Gaspare, Melchiorre e Baldassarre? E dov’è scritto che fossero anche “re” ? Ecc… ) !
Riguardo poi all’effettiva utilità circa le bibbie illustrate, come pure sul materiale multimediale come ad esempio i film sulla bibbia (che contengono molte falsità e cose antiscritturali), ebbene è davvero vergognoso che Gesù venga attraverso queste cose quasi sempre disonorato rappresentandolo falsamente coi capelli lunghi come una donna, quando Dio dice invece nella Sua Parola: “Giudicatene voi stessi: … La natura stessa non v´insegna ella che se l´uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore?” (1° Corinzi 11:13,14). Perciò non ci vedo davvero niente di didattico laddove (magari mischiate a cose vere) vengono anche diffuse delle menzogne che disonorano il nome di Gesù Cristo!
Ma torniamo agli idoli come quelli delle immagini fuse oppure scolpite con vari materiali (come lo sono pure le statuette del presepio).
Ecco una magnifica descrizione di quelle che nel mondo vengono chiamate “opere d’arte” con cui Dio ha invece voluto mostrarci tramite la Bibbia quale fosse il Suo sentimento verso di esse ed i suoi artefici. E chi ha lo Spirito di Dio pensa e parla, nello stesso modo della Parola di Dio:
“9 Quelli che fabbricano immagini scolpite son tutti vanità; i loro idoli più cari non giovano a nulla; i loro propri testimoni non vedono, non capiscono nulla, perch´essi siano coperti d´onta.
10 Chi è che fabbrica un dio o fonde un´immagine perché non gli serve a nulla? 11 Ecco, tutti quelli che vi lavorano saranno confusi, e gli artefici stessi non sono che uomini! Si radunino tutti, si presentino! …
Saranno spaventati e coperti d´onta tutt´insieme.
12 Il fabbro lima il ferro, lo mette nel fuoco, forma l´idolo a colpi di martello, e lo lavora con braccio vigoroso; soffre perfino la fame, e la forza gli vien meno; non beve acqua, e si spossa.
13 Il falegname stende la sua corda, disegna l´idolo con la matita, lo lavora con lo scalpello, lo misura col compasso, e ne fa una figura umana, una bella forma d´uomo, perché abiti in una casa.
14 Si tagliano de´ cedri, si prendono degli elci, delle querci, si fa la scelta fra gli alberi della foresta, si piantano de´ pini che la pioggia fa crescere.
15 Poi tutto questo serve all´uomo per far del fuoco, ed ei ne prende per riscaldarsi, ne accende anche il forno per cuocere il pane; e ne fa pure un dio e l´adora, ne scolpisce un´immagine, dinanzi alla quale si prostra.
16 Ne brucia la metà nel fuoco, con l´altra metà allestisce la carne, ne cuoce l´arrosto, e si sazia.
Ed anche si scalda e dice: “Ah! mi riscaldo, godo di veder questa fiamma!” 17 E con l´avanzo si fa un dio, il suo idolo, gli si prostra davanti, l´adora, lo prega e gli dice: “Salvami, poiché tu sei il mio dio!” 18 Non sanno nulla, non capiscono nulla; hanno impiastrato loro gli occhi perché non veggano, e il cuore perché non comprendano.
19 Nessuno rientra in se stesso, ed ha conoscimento e intelletto per dire: “Ne ho bruciata la metà nel fuoco, sui suoi carboni ho fatto cuocere il pane, v´ho arrostito la carne che ho mangiata, e farò col resto un´abominazione? e mi prostrerò davanti ad un pezzo di legno?” 20 Un tal uomo si pasce di cenere, il suo cuore sedotto lo travia, sì ch´ei no può liberare l´anima sua e dire: “Questo che tengo nella mia destra non è una menzogna?” (Isaia 44:9,20)
Perciò quando in Isaia leggiamo che gli idoli “non servono a nulla” , significa proprio che oltre ad essere delle abominazioni e delle menzogne non sono nemmeno d’aiuto o utilità miracolosa alcuna (perciò neppure d’utilità “didattica” a bambini o adulti, aggiungerei).
Ora a tal riguardo vorrei far notare una cosa, poichè ci sono anche alcuni che estrapolando alcune parole dell’apostolo Paolo dal suo contesto asseriscono che gli idoli in sé, essendo “nulla” non possono nemmeno farci alcun male, perciò anche se li avessimo in casa non commetteremo alcun peccato.
Le parole prese dall’apostolo sono le seguenti: “… noi sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo”, tratte dalla sua lettera prima lettera ai corinzi:
“… noi sappiamo che l´idolo non è nulla nel mondo, e che non c´è alcun Dio fuori d´un solo. Poiché, sebbene vi siano de´ cosiddetti dèi tanto in cielo che in terra, come infatti ci sono molti dèi e molti signori, nondimeno, per noi c´è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per la gloria sua, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale siam noi.” (1° Corinzi 8:4,6),
Come pure queste parole, sempre di Paolo:
“Che dico io dunque? Che la carne sacrificata agl´idoli sia qualcosa? Che un idolo sia qualcosa?” (1° Corinzi 10:19),
Quello che però chi adotta questa giustificazione non considera affatto è che, pur sapendo che per noi che per sola grazia di Dio abbiam creduto, ci siam ravveduti e abbiam conosciuto la verità, veramente “l’idolo è nulla” (essendo solo materia inanimata), tuttavia non si può dire la stessa cosa per tutti.
Occorre perciò fare una precisa distinzione a tal riguardo tra chi sa che l’idolo è nulla (il credente illuminato da Dio a tal riguardo) e chi invence ancora non lo sa. Che è quello che farà Paolo, proseguendo il suo discorso.
Infatti l’apostolo, parlando in quel passo ai credenti di Corinto riguardo al tema degli idoli e dei cibi a loro consacrati, prosegue facendo questo ragionamento e questa distinzione riguardante invece coloro che questa conoscenza ancora non ce l’hanno, come i neoconvertiti abituati all’idolo, ancora deboli proprio perchè mancanti di questa conoscenza:
“Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all´idolo, mangiano di quelle carni com´essendo cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata.
Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo, non abbiamo nulla di più.Ma badate che questo vostro diritto non diventi un intoppo per i deboli.
Perché se alcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio d´idoli, la sua coscienza, s´egli è debole, non sarà ella incoraggiata a mangiar delle carni sacrificate agl´idoli? E così, per la tua conoscenza, perisce il debole, il fratello per il quale Cristo è morto.” (1° Corinzi 8:7,11).
Spiegando loro anche in quest’altro passaggio ai Corinzi:
“Che dico io dunque? Che la carne sacrificata agl´idoli sia qualcosa? Che un idolo sia qualcosa? Tutt´altro; io dico che le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai demoni e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demoni. Voi non potete bere il calice del Signore e il calice de´ demoni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. O vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?“ (1° Corinzi 10:20,22).
Perciò dire riguardo agli idoli ed alle immagini come quelle del presepio, che non c’è nulla di male in loro, tanto “… l’idolo è nulla”, è un ragionamento menzognero e insensato che, oltre a disubbidire gravemente al secondo comandamento di Dio di Esodo 20:4, non tiene nemmeno in alcun conto dei fratelli deboli abituati magari agli idoli prima della loro conversione (proveniendo magari dal cattolicesimo romano), che vedendo coloro che hanno “la conoscenza” farsi il presepe con le relative “immagini rappresentative”, saranno indotti a fare altrettanto, con la differenza che la loro coscienza debole magari li indurrà diversamente, cioè a prestare per ignoranza delle vecchie tradizioni un servigio idolatra proprio a quelle immagini e perciò a peccare!
E così:
“per la tua conoscenza, perisce il debole, il fratello per il quale Cristo è morto” (1° Corinzi 8:11) .
Badate bene che perciò questo insensato ragionamento introduce insegnamenti che possono compromettere addirittura la salvezza stessa dei credenti. Infatti la scrittura afferma che può far “… perire (cioè morire) il debole, il fratello per il quale Cristo è morto” (1° Corinzi 8:11) !
“Addirittura a “compromettere la salvezza” “, qualcuno dirà!
Certamente! Va infatti ricordato, per chi non lo sapesse ancora, che gl’idolatri non erederanno il Regno dei cieli, secondo che è scritto:
“Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all´albero della vita e per entrare per le porte nella città! Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna.” (Apocalisse 22:14,15)
“Chi vince erediterà queste cose; e io gli sarò Dio, ed egli mi sarà figliuolo; ma quanto ai codardi, agl´increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda.” (Apocalisse 21:7,8)
Ora guardate ad esempio questi bambini e rispondetemi :
“baciando la statuetta di “gesù bambino” (come fa anche l’ex “papa” Carol Wojtyła) non stanno forse adorando e perciò offrendo un vero e proprio culto ad un’idolo? A che pro baciarla se loro non fossero convinti che possegga qualche “virtù” ? E se questa non è idolatria condannata dalla Scrittura, di che si tratta dunque?”
E noi dovremo giustificare la chiesa dell’Iddio vivente a fare il presepe, tanto “l’idolo è nulla”, facendo così intoppare e cadere il neoconvertito ancora abituato all’idolo che ci osserva e ci prende ad esempio?
Dio ce ne liberi d’esser d’intoppo! Distruggete piuttosto i vostri presepi se li avete ancora in casa, come pure tutte le vostre statue e immagini considerate dagl’idolatri “sacre”, compreso croci, croci al muro, croci al collo (vedi al riguardo la mia testimonianza qui di seguito) … *
(* Naturalmente le immagini o statue che potreste avere in casa vostra, poichè non sto incitando nessuno ad a andare in giro a distruggere gli idoli posti nei luoghi pubblici o privati, oppure condominiali. A scanso di equivoci questo ci tengo bene a precisarlo!)
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Apro una parentesi a proposito del non essere d’occasione di caduta ai deboli. La mia personale testimonianza
Una “semplice croce” al collo
Desidero a questo punto cogliere l’occasione per raccontare una mia testimonianza riguardo ciò che avvenne agli inizi della mia conversione.
Ricordo infatti che i primissimi giorni in cui mi venne parlato di Gesù ed ero fortemente incuriosito da tutte le “cose nuove” che mi venivan dette riguardanti la bibbia, la salvezza ed il “ricevere” Gesù nella mia vita, che ero così attratto da queste cose che il desiderio di approfondire questi temi era davvero grande.
Però cosa accadde? Che vedendo la moglie di colui che mi evangelizzava, anch’essa credente, con una bella croce al collo, volli anch’io acquistarne una per fare anch’io come lei e così mi recai in centro città a Torino presso un negozio che vendeva oggetti e paramenti sacri, solo che io invece comprai un crocifisso d’oro (che a differenza delle normali croci vuote è comprensivo della figura di un uomo inchiodato sopra).
Ricordo ancora il prezzo, centoventimilalire e che all’uscita del negozio una suora si complimentò con me della cosa ed espresse parole di benedizione per quell’oggetto evidentemente anche per lei, “sacro”.
Ero felicissimo dell’acquisto, intanto chi mi evangelizzò era ritornato insieme a sua moglie a casa loro in america dato che erano in italia solo per vacanza, ma poche settimane più tardi il pastore della comunità che iniziai a frequentare (una chiesa libera non legata perciò ad alcuna denominazione), mi spiegò che quello che tenevo al collo era invece un idolo condannato da Dio nella Scrittura (Esodo 20:4,6) e che avrei dovuto distruggerlo e buttarlo (non venderlo, in quanto sarebbe potuto finire in mani d’altri che avrebbero potuto reputarlo “sacro” e così peccare) e così, persuaso dalla Parola di Dio, prontamente lo feci.
Incurante del valore materiale, sapendo che facevo una cosa giusta agli occhi di Dio (la benedizione di Dio è quella che mi arricchisce, pensavo), lo martellai per bene e lo buttai in un torrente. Eravamo agli inizi dell’autunno del 1985 e da allora non mi son mai pentito di quel gesto.
Posso anche aggiungere che successivamente ricevetti anche delle critiche da taluni credenti facenti parte di altre comunità “evangeliche” che venuta a sapere la cosa dissero che la mia fu un’esagerazione in quanto quel crocifisso con quel che valeva bastava disfarsene vendendolo, non certo distruggendolo e buttandolo come feci io! Loro non risparmiarono nemmeno il mio pastore criticandolo fortemente. Iddio cominciava così ad aprirmi gli occhi mostrandomi che non tutti quelli che dicon d’essere credenti hanno poi il timore di Dio in loro, così decisi in cuor mio di guardarmi da costoro e ne mantenni le distanze .
Ma il punto che desidero enfatizzare con la mia testimonianza qual’e? Che l’esempio della moglie di chi mi evangelizzò, anche se lei al collo aveva una croce semplice e senza alcuna immagine, fu sufficiente a far si che io l’imitassi, con la differenza che per l’ignoranza data la mia provenienza dal cattolicesimo romano, fece si che io invece mi comprai un crocifisso con tanto di immagine di un “pseudogesù” sopra e che senza l’intervento di chi mì ammaestrò nella verità proprio la mia ignoranza mi avrebbe portato a considerare quell’oggetto come una forma di amuleto avente qualche capacità di portare benedizione nella mia vita, quando nella realtà era solo un’oggetto inanimato e senza alcun potere che mi portava invece (sempre per ignoranza), a peccare d’idolatria e così dispiacere a Dio.
Qui le parole della Scrittura:
“… per la tua conoscenza, perisce il debole, il fratello per il quale Cristo è morto” (1° Corinzi 8:11) .
… calzano davvero alla perfezione.
Ecco perchè da allora invito tutti ad aborrire e rifiutare tutti i tipi di croce da portare al collo. Anche quelle senza immagini che sono vendute nelle librerie evangeliche, proprio perchè possono essere occasione di caduta per i fratelli deboli ed i neoconvertiti per il quale Cristo è morto, che magari ci guardano e ci prendono ad’esempio!
Così lasciate perdere tutte quelle croci colorate vendute da commercianti privi di scrupoli che pensano solo a far soldi. Non sarà una croce al collo che farà di voi un cristiano, ma la testimonianza che recherete nei fatti e nella vostra vita pratica. Non dice forse la bibbia che si posson guadagnare le persone a Cristo perfino senza parole (1°Pietro 2:12; 1°Pietro 3:1) ? Non era poi certamente una croce al collo quella che Gesù disse di prendere, ma piuttosto di rinunciare a se stessi per amor Suo (Marco 8:34 )!
Purtroppo è davvero triste constatare che non tutti hanno compreso il fatto che anche se sopra queste croci “evangeliche” (a differenza del crocifisso) non vi sono immagini, esse possono esser ugualmente un occasione di caduta ai fratelli deboli ed ai neoconvertiti che li osservano che saran così portati ad imitarli, senza così saper le gravi conseguenze a cui li potrà portare.
Ogni commento è invece superfluo per quel che riguarda personaggi pubblici nel mondo cristiano come ad esempio Darlene Zschech che nella foto vediamo portare disinvolta una croce al collo, data l’enorme influenza mediatica che reca attraverso la sua popolarità, visto che ha dimostrato anche attraverso le sue affermazioni d’esser dichiaramente ecumenica.
Quanti guardandola, nella loro ignoranza l’avranno potuta imitare, procurandosi anch’essi però dei bei crocifissi d’oro da baciare, adorare ed a cui chiedere aiuto nel bisogno e così peccare gravemente d’idolatria? Dio solo lo sa!
Che dire poi della televisione cosiddetta “cristiana” come la TBNE, che invita a predicare nei loro studi pastori ecumenici e perfino laici cattolici romani, e che fino a poco tempo fa mostrava in bella vista questa immagine sul loro sito Web, poi stranamente rimossa poco tempo dopo la pubblicazione di un mio articolo su questa emittente (pura coincidenza?) …
Giudicate un po voi se forse a loro importa qualcosa di non esser d’intoppo ai deboli e occasione di caduta nel peccare d’idolatria, come dice la Scrittura!
Ma Dio è giusto e non ha riguardi personali verso nessuno. Chiunque fa il male porterà la pena della sua stoltezza!
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Giustificazione n. 3
“Il problema è che molti evangelici ce l’hanno a morte con i cattolici e fanno risalire il presepe alla tradizione cattolica, cosa che ovviamente è, ma non è detto che sia tutto negativo ciò che viene dal cattolicesimo. Le icone sono utili. Poi adorare la statuetta, baciarla, è altra cosa, e questo accade in ambito cattolico purtroppo. Ecco perchè si consiglia di non avere icone in giro per casa. Ma un cristiano non deve temere, deve sapere cosa è giusto e sbagliato, senza temere di cadere nell’idolatria, perchè se si comporta così vuol dire che non è sicuro della propria fede e di Gesù. Noi possiamo prendere il bene da ogni parte, tenendo solo il bene e lasciando da parte il male.
E la rappresentazione di Gesù, Gesù è Dio e Dio non si rappresenta. Certo Dio non si rappresenta, ma Dio si è anche mostrato agli uomini più di 2000 anni fa, ha scelto di scendere in mezzo agli uomini e ha preso la forma fisica di Gesù Cristo Uomo. Tanti l’hanno visto, per cui non può essere sbagliato rappresentare Gesù graficamente.”
Risposta:
Quante affermazioni insensate e contraddittorie in queste parole, come ad esempio: “Le icone sono utili”. Ma utili a che cosa? A peccare?
Poi, prima la marcia indietro (segno di consapevolezza che i cattolici romani effettivamente sono proprio idolatri): “… adorare la statuetta, baciarla, è altra cosa, e questo accade in ambito cattolico purtroppo. Ecco perchè si consiglia di non avere icone in giro per casa”.
E infine, ecco nuovamente riproposta l’eresia che non c’è nulla di male a farsi immagini di Gesù solo perchè un tempo molti lo videro di presenza: “Tanti l’hanno visto, per cui non può essere sbagliato rappresentare Gesù graficamente”.
E’ bene ricordare chi è che faceva ragionamenti più o meno simili, introducendo di soppiatto eresie di perdizione che facevano cadere i credenti nel peccato d’idolatria. E’ scritto nella Parola di Dio e si chiamavano Balaam e Jezabel:
“… tu hai quivi di quelli che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac a porre un intoppo davanti ai figliuoli d´Israele, inducendoli a mangiare delle cose sacrificate agli idoli e a fornicare. Così hai anche tu di quelli che in simil guisa professano la dottrina dei Nicolaiti.
Ravvediti dunque; se no, verrò tosto a te, e combatterò contro a loro con la spada della mia bocca. Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.
… ho questo contro a te: che tu tolleri quella donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agl´idoli.“ (Apocalisse 2:14,20)
Guardatevi da coloro che cercano tutti i modi per sminuire i comandamenti di Dio, torcendo le scritture e ponendo degli intoppi davanti ai credenti mettendoli nelle condizioni di peccare di idolatria. Ammoniteli perciò severamente poichè pregiudicano non solo la loro stessa salvezza ma anche quella dei fratelli deboli.
Se l’apostolo Paolo cita l’esempio degli israeliti nel deserto dicendoci che quelle cose sono scritte per ammonizione di noi affinché vegliassimo, significa che sono tuttora valide e chi dice il contrario mente gravemente:
“Perché, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furon tutti sotto la nuvola, e tutti passarono attraverso il mare, e tutti furon battezzati, nella nuvola e nel mare, per esser di Mosè, e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale, perché beveano alla roccia spirituale che li seguiva; e la roccia era Cristo.
Ma della maggior parte di loro Iddio non si compiacque, poiché furono atterrati nel deserto.Or queste cose avvennero per servir d´esempio a noi, onde non siam bramosi di cose malvage, come coloro ne furon bramosi; onde non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo che è scritto: Il popolo si sedette per mangiare e per bere, poi s´alzò per divertirsi; …
Or queste cose avvennero loro per servire d´esempio, e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi.
Perciò, chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere.
Niuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; or Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d´uscirne, onde la possiate sopportare.
Perciò, cari miei, fuggite l´idolatria.” (1° Corinzi 10:1,14).
Termino perciò con la stessa esortazione di fuggire l’idolatria che fece anche l’apostolo Giovanni :
“Figliuoletti, guardatevi dagl’idoli” (1° Giovanni 5:21)
Nicola Iannazzo
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