● Senza la santificazione nessuno vedrà il Signore
Senza la santificazione nessuno vedrà il Signore
(Contro la spiegazione data dai falsi dottori a questo versetto)
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Fratelli nel Signore, ci sono fra noi dei falsi dottori che hanno trasformato la grazia di Dio in dissolutezza e “con discorsi pomposi e vacui, adescano con le concupiscenze carnali e le lascivie quelli che si erano già un poco allontanati da coloro che vivono nell’errore, promettendo loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione; giacché uno diventa schiavo di ciò che l’ha vinto” (2 Pietro 2:18-19).
Costoro hanno introdotto di soppiatto eresie di perdizione, e tra queste eresie c’è pure questa che dice che anche senza la santificazione un credente vedrà il Signore.
Essi infatti insegnano che la seguente esortazione della Scrittura: “Procacciate …. la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14), significa che se noi non procacciamo la santificazione nessuno dei peccatori vedrà il Signore o il carattere del Signore in noi; e non che se un credente diventa un ingiusto, un fornicatore, un idolatra, un adultero, un effeminato, un sodomita, un ladro, un avaro, un ubriacone, un oltraggiatore e un rapace (e non si ravvede) egli quando morirà non andrà ad abitare con il Signore, non vedrà il Signore, come dice invece la Scrittura.
Questa eresia quindi illude tutti coloro che l’accettano. Adesso la confuterò, nella speranza che coloro che l’hanno accettata l’abbandoneranno immediatamente per il bene dell’anima loro.
Ora, cominciamo con il dire che lo scrittore sta parlando a dei veri credenti, infatti in precedenza dice loro: “Perciò, fratelli santi, che siete partecipi d’una celeste vocazione, considerate Gesù, l’Apostolo e il Sommo Sacerdote della nostra professione di fede” (Ebrei 3:1), e quindi a delle persone che erano state santificate mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre (Ebrei 10:10), ossia santificate dal sangue del patto, che è il sangue del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo (Ebrei 10:29).
Ma siccome che i santificati in Cristo sono chiamati ad essere santi – infatti l’apostolo Paolo chiama i santi di Corinto: “i santificati in Cristo Gesù, chiamati ad esser santi” (1 Corinzi 1:2), e ai santi di Tessalonica dice che “Iddio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione” (1 Tessalonicesi 4:7) – lo scrittore giustamente esorta quegli Ebrei credenti a procacciare, oltre che la pace, anche la santificazione aggiungendo che senza la santificazione nessuno vedrà il Signore.
Per quale ragione aggiunge “senza la quale nessuno vedrà il Signore”?
Evidentemente per avvertirli e far capire loro quanto sia importante la santificazione per un credente in Cristo, infatti lo scrittore prosegue subito dopo avvertendo i santi affinchè nessuno di essi resti privo della grazia di Dio, che nessuna radice velenosa esca fuori e li infetti, e che nessuno di essi diventi fornicatore o profano perchè Dio è un fuoco consumante.
Ascoltate le sue parole:
“… badando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia sì che molti di voi restino infetti; che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. Poiché voi sapete che anche quando più tardi volle eredare la benedizione fu respinto, perché non trovò luogo a pentimento, sebbene la richiedesse con lagrime. Poiché voi non siete venuti al monte che si toccava con la mano, avvolto nel fuoco, né alla caligine, né alla tenebria, né alla tempesta, né al suono della tromba, né alla voce che parlava in modo che quelli che la udirono richiesero che niuna parola fosse loro più rivolta perché non poteano sopportar l’ordine: Se anche una bestia tocchi il monte sia lapidata; e tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: Io son tutto spaventato e tremante; ma voi siete venuti al monte di Sion, e alla città dell’Iddio vivente, che è la Gerusalemme celeste, e alla festante assemblea delle miriadi degli angeli e alla Chiesa de’ primogeniti che sono scritti nei cieli, e a Dio, il Giudice di tutti, e agli spiriti de’ giusti resi perfetti, e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione che parla meglio di quello d’Abele. Guardate di non rifiutare Colui che parla; perché, se quelli non scamparono quando rifiutarono Colui che rivelava loro in terra la sua volontà, molto meno scamperemo noi se voltiam le spalle a Colui che parla dal cielo; la cui voce scosse allora la terra, ma che adesso ha fatto questa promessa: Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo. Or questo ‘ancora una volta’ indica la remozione delle cose scosse, come di cose fatte, onde sussistan ferme quelle che non sono scosse. Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo così a Dio un culto accettevole, con riverenza e timore! Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante” (Ebrei 12:15-29).
Le parole “Dio è anche un fuoco consumante” a cosa fanno pensare se non al fatto che appunto perchè Dio è un fuoco consumante, Egli divorerà i suoi nemici, ossia coloro che lo abbandonano dandosi all’iniquità? Cosa disse Iddio infatti contro gli abitanti di Gerusalemme la cui condotta era malvagia?
“Perciò, così parla il Signore, l’Eterno: Com’è fra gli alberi della foresta il legno della vite che io destino al fuoco perché lo consumi, così farò degli abitanti di Gerusalemme. Io volgerò la mia faccia contro di loro; dal fuoco sono usciti, e il fuoco li consumerà; e riconoscerete che io sono l’Eterno, quando avrò vòlto la mia faccia contro di loro. E renderò il paese desolato, perché hanno agito in modo infedele, dice il Signore, l’Eterno’ ” (Ezechiele 15:6-8).
Dunque lo scrittore agli Ebrei dice ai santi che chi tra loro non si santificherà non vedrà il Signore, perchè incorrerà nella vendetta di Dio, e lo dice dicendo che senza la santificazione nessuno vedrà il Signore.
Quel NESSUNO è riferito dunque ai santi, ossia a quelli di dentro, e non a quelli di fuori ossia i peccatori come dicono i falsi dottori!
E che sia così è confermato dal fatto che immediatamente dopo, lo scrittore ripete quel NESSUNO riferendosi ancora chiaramente ai santi, infatti afferma come abbiamo visto prima: “badando bene che NESSUNO resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia sì che molti di voi restino infetti; che NESSUNO sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura” (Ebrei 12:15).
Come potete vedere, lo scrittore vuole dire ‘badando bene che nessuno di voi resti privo della grazia di Dio’ e ‘che nessuno di voi sia fornicatore o profano come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura’.
Vi domando infatti: ‘Che senso avrebbe avuto rivolgere queste parole ai santi se quel NESSUNO avesse voluto significare ‘nessuno di quelli di fuori’? Ma infatti chi può restare privo della grazia di Dio, se non chi l’ha già ricevuta o sperimentata? E dunque come questi due successivi NESSUNO si riferiscono ai credenti a cui era rivolta l’epistola e quindi voleva dire NESSUNO DI VOI, anche il precedente NESSUNO dove lo scrittore dice ‘senza la quale NESSUNO vedrà il Signore’ vuole dire NESSUNO DI VOI (O DI NOI). E’ impossibile dunque che quel NESSUNO si riferisca ai peccatori e che quindi voglia dire NESSUNO DEI PECCATORI.
Per spiegarvi questo vi parlerò della fine che faranno gli ingiusti e i fornicatori. Cosa dice l’apostolo Paolo ai santi di Corinto?
“Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio?” (1 Corinzi 6:9)
E perchè disse loro questo? Perchè in mezzo alla Chiesa di Corinto c’erano coloro che quando avevano delle liti con altri fratelli li portavano in giudizio davanti agli increduli. Ascoltate infatti cosa dice Paolo poco prima:
“Ardisce alcun di voi, quando ha una lite con un altro, chiamarlo in giudizio dinanzi agli ingiusti anziché dinanzi ai santi? Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicar delle cose minime? Non sapete voi che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita! Quando dunque avete da giudicar di cose di questa vita, costituitene giudici quelli che sono i meno stimati nella chiesa. Io dico questo per farvi vergogna. Così non v’è egli tra voi neppure un savio che sia capace di pronunziare un giudizio fra un fratello e l’altro? Ma il fratello processa il fratello, e lo fa dinanzi agl’infedeli. Certo è già in ogni modo un vostro difetto l’aver fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? Invece, siete voi che fate torto e danno; e ciò a dei fratelli” (1 Corinzi 6:1-8).
Notate che l’apostolo fa una netta distinzione tra gli ingiusti e i santi, come è giusto che sia, perchè gli ingiusti sono quelli di fuori mentre i santi sono quelli di dentro. Ma in quella Chiesa c’erano quelli che per risolvere cose di questa vita, portavano i fratelli davanti agli ingiusti, e questa era un’ingiustizia perchè chi si comportava così faceva un torto e danno ai fratelli. Ecco perchè Paolo li avverte ricordando loro che gli ingiusti non erederanno il Regno di Dio. Perchè come i peccatori – che sono ingiusti – non erediteranno il Regno di Dio, così non erediteranno il Regno di Dio neppure coloro che un giorno sono diventati santi e poi si sono abbandonati all’ingiustizia!
La cosa vale dunque per ambedue le categorie di persone.
Anche l’apostolo Pietro parla contro gli ingiusti quando dice: “il Signore sa trarre i pii dalla tentazione e riserbare gli ingiusti ad esser puniti nel giorno del giudizio” (2 Pietro 2:9). Quindi gli ingiusti non parteciperanno alla resurrezione dei giusti, ma a quella degli ingiusti (Atti 24:15), e quindi alla resurrezione di giudizio o condanna. E tra gli ingiusti non ci saranno solo i peccatori che non si sono mai convertiti, ma anche quelli che un giorno si sono convertiti e poi si sono abbandonati all’ingiustizia diventando ingiusti. Non è forse scritto che Dio renderà ira e indignazione a quelli che son contenziosi e non ubbidiscono alla verità ma ubbidiscono alla ingiustizia (Romani 2:8)? La Scrittura dunque ci avverte: quei credenti che si abbandonano all’ingiustizia (e non si ravvedono) non erediteranno il Regno di Dio, e quindi non vedranno il Signore.
Passiamo ai fornicatori.
Paolo dice che anche i fornicatori non erediteranno il Regno di Dio:
“Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio” (1 Corinzi 6:9-10).
Che fine fecero Sodoma, Gomorra e le città circonvicine, che erano date alla fornicazione? Furono cancellate dalla faccia della terra tramite fuoco e zolfo che Dio fece scendere su di esse e portano la pena di un fuoco eterno e questo perchè sono destinate poi in quel giorno ad essere gettate nel fuoco eterno. Ecco perchè Giuda dice:
“Nello stesso modo Sodoma e Gomorra e le città circonvicine, essendosi abbandonate alla fornicazione nella stessa maniera di costoro ed essendo andate dietro a vizî contro natura, sono poste come un esempio, portando la pena d’un fuoco eterno” (Giuda 7).
E difatti nell’Apocalisse si legge che la parte che attende i fornicatori è lo stagno ardente di fuoco e di zolfo che è la morte seconda (Apocalisse 21:8). Ma questa è la fine che faranno non solo coloro che sono fornicatori e non si sono mai ravveduti e convertiti – come gli abitanti di quelle città -, ma anche coloro che un giorno si erano ravveduti e convertiti e poi sono diventati fornicatori e non si sono ravveduti della loro fornicazione.
Ecco perchè Paolo dice ai santi di Corinto (1 Corinzi 6:9) ed anche ai santi della Galazia (Galati 5:19,21) che coloro che sono dati alla fornicazione non erediteranno il Regno di Dio! Che senso avrebbero infatti questi avvertimenti dati ai santi, se anche i credenti che si abbandonano alla fornicazione e non si ravvedono dalle loro opere malvagie erederanno il Regno di Dio? Comprendete allora perchè lo scrittore agli ebrei dice ai santi “che nessuno sia fornicatore” (Ebrei 12:15)? Perchè un credente che si abbandona alla fornicazione (e non si ravvede), dato che rifiuta di procacciare la santificazione, non erediterà il Regno di Dio e quindi non vedrà il Signore.
Voglio dire ora qualcosa in merito all’esortazione “nessuno sia …. profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura” (Ebrei 12:16). Perchè anch’essa conferma che senza la santificazione nessuno dei santi vedrà il Signore. Ora, noi siamo chiamati la chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli (Ebrei 12:23), perchè “Egli ci ha di sua volontà generati mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature” (Giacomo 1:18).
Dunque, possediamo una preziosa primogenitura da conservare, primogenitura che ci permetterà di ereditare il Regno di Dio. Da qui si spiega perchè la Scrittura ci mette in guardia dal diventare profani come Esaù, perchè Esaù vendette la sua primogenitura in cambio di pane e di una minestra di lenticchie, sprezzando in questa maniera la primogenitura, secondo che è scritto: “Così Esaù sprezzò la primogenitura” (Genesi 25:34). Per cui se anche noi sprezzeremo la nostra primogenitura, tirandoci indietro, diventeremo profani come Esaù, perchè terremo per profano il sangue del patto con il quale siamo stati santificati. E diventare profani significa diventare nemici di Dio ed incorrere nella sua vendetta, in quanto lo scrittore agli Ebrei dice:
“Perché, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non resta più alcun sacrificio per i peccati; rimangono una terribile attesa del giudizio e l’ardor d’un fuoco che divorerà gli avversarî. Uno che abbia violato la legge di Mosè, muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni. Di qual peggior castigo stimate voi che sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figliuol di Dio e avrà tenuto per profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e avrà oltraggiato lo Spirito della grazia? Poiché noi sappiamo chi è Colui che ha detto: A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. È cosa spaventevole cadere nelle mani dell’Iddio vivente” (Ebrei 10:26-31).
Chi dunque diventa profano, ha smesso di procacciare la santificazione, e quindi anche lui non erediterà il Regno di Dio, anche lui non vedrà il Signore.
Ma andiamo avanti, perchè c’è altro da dire per confutare questa falsa spiegazione che danno questi falsi dottori a “nessuno vedrà il Signore”, ma questa volta mi concentrerò sul significato di “vedrà il Signore” dimostrandovi che significa ‘vedere il Signore’, e non può essere altrimenti visto e considerato che ho appena dimostrato che il “nessuno” si riferisce ai santi che sono chiamati a procacciare la santificazione.
Ora, Gesù Cristo ha detto: “Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Iddio” (Matteo 5:8).
Non riscontrate una somiglianza con le parole dello scrittore agli Ebrei, in quanto secondo queste parole di Gesù per vedere Dio occorre purità? Riflettete, se Gesù ha detto che i puri di cuore sono beati perchè vedranno Iddio ciò significa che vedranno Iddio solo quelli che si santificano perchè per essere puri di cuore occorre santificarsi secondo che è scritto:
“Purifichiamoci d’ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio” (2 Corinzi 7:1).
E difatti sono coloro che servono Dio – e chi serve Dio si santifica nel timore di Dio – che vedranno la Sua faccia, secondo che è scritto in Apocalisse:
“E non ci sarà più alcuna cosa maledetta; e in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servitori gli serviranno ed essi vedranno la sua faccia e avranno in fronte il suo nome” (Apocalisse 22:3-4).
I puri di cuore dunque erediteranno il Regno di Dio, mentre gli impuri no. E difatti Paolo dice ai Galati:
“Or le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, gozzoviglie, e altre simili cose; circa le quali io vi prevengo, come anche v’ho già prevenuti, che quelli che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio” (Galati 5:19-21),
ed agli Efesini: “… voi sapete molto bene che niun fornicatore o impuro, o avaro (che è un idolatra), ha eredità nel regno di Cristo e di Dio” (Efesini 5:5).
Non è abbastanza chiaro?
Ma voglio dire qualcosa d’altro. E’ evidente che il “vedrà il Signore” di Ebrei 12:14 significa vedere con i propri occhi il Signore, anche perchè nella Scrittura viene detto nessun uomo ha mai veduto Iddio. Giovanni dice infatti che “nessuno ha mai veduto Iddio” (Giovanni 1:18), e Paolo che “nessun uomo ha veduto né può vedere” (1 Timoteo 6:16) il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signor dei signori, e questo perchè Dio disse a Mosè: “Tu non puoi veder la mia faccia, perché l’uomo non mi può vedere e vivere” (Esodo 33:20).
Per cui ‘senza la santificazione nessuno vedrà il Signore’ non può che significare che senza la santificazione nessuno dopo morto vedrà il Signore.
E difatti chi disse queste parole: “E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Iddio. Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno gli occhi miei, non quelli d’un altro… il cuore, dalla brama, mi si strugge in seno!” (Giobbe 19:26-27) ? Giobbe, di cui Dio rese questa testimonianza: “Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male” (Giobbe 1:8).
E chi erano coloro che potevano dire: “Siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore” (2 Corinzi 5:8)? Gli apostoli del Signore, che avevano un modo di comportarsi “santo, giusto e irreprensibile” (1 Tessalonicesi 2:10).
Dunque, fratelli, nessuno di questi falsi dottori vi seduca con i suoi vani ragionamenti.
“Come figliuoli d’ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato quand’eravate nell’ignoranza; ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Siate santi, perché io son santo” (1 Pietro 1:14-16).
Chi ha orecchi da udire, oda.
Giacinto Butindaro
Tratto da: http://giacintobutindaro.org/2013/11/21/senza-la-santificazione-nessuno-vedra-il-signore-2/
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