● La ‘Nuova Pentecoste’ è a favore della lotta per la libertà religiosa come la Massoneria
Ho detto che la Massoneria tiene particolarmente a questa lotta per la libertà religiosa, perchè è una parte fondamentale della filosofia massonica in quanto la libertà è uno dei principi fondamentali della Massoneria (gli altri due sono uguaglianza e fratellanza) e i massoni sono chiamati a lottare per la libertà e a incitare gli altri a fare lo stesso.
Infatti nel diabolico libro Morals and Dogma il massone Albert Pike afferma rivolgendosi ai massoni del 32°: ‘Vi hanno insegnato a superare la paura della morte, a dedicarvi alla grande causa della libertà civile e religiosa …’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2011, Vol. 3, pag. 285 – 32° Sublimi Principi del Real Segreto), e invece rivolgendosi ai massoni del 4° afferma:
‘A editti che vengano dal solo arbitrio di una forza dispotica, contrastanti con la legge di Dio o con la grande legge della natura, contrari ai veri diritti dell’uomo, che violano il diritto del libero pensiero, libera parola, libere coscienze, è legittimo ribellarsi, e sforzarsi di abrogarli’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione italiana, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2011, Vol. 2, pag. 8 – 4° Maestro Segreto).
In un mio precedente scritto vi ho dimostrato che questa lotta per la libertà religiosa per tutti è portata avanti dalla Nuova Pentecoste tramite Alessandro Iovino (nella foto in alto a sinistra), storico e saggista appartenente alle Assemblee di Dio in Italia, che collabora con Remo Cristallo conducendo su Teleoltre – la stazione televisiva della Nuova Pentecoste – il programma ‘A libro aperto’.
A Iovino però va aggiunto il protestante Paolo Naso (foto in alto a destra presa da http://www.lettere.uniroma1.it/users/paolo-naso), che è docente di Chiesa e Società presso la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose (http://www.facoltapentecostale.org/paolonaso/), facoltà che ha come preside Carmine Napolitano e che è situata nei locali del movimento «Nuova Pentecoste» ad Aversa (CE).
Paolo Naso è docente di Scienza politica e Giornalismo politico alla Sapienza – Università di Roma. Presso la stessa Università coordina il Master in religioni e mediazione culturale. In passato ha avuto incarichi di insegnamento presso l’Università di Catania, la Pontificia università gregoriana, la Wake Forest University (NC) e il Davidson College (NC). Coordinatore della Commissione studi e del programma interculturale “Essere chiesa insieme” della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, è membro della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato.
Già consulente di varie istituzioni locali e del Ministero per la Solidarietà sociale, attualmente è membro della Conferenza permanente “Religioni, culture e integrazione” istituita presso il Ministero della Cooperazione internazionale e dell’integrazione, e del comitato paritetico istituito da MIUR per l’applicazione del protocollo con l’associazione Biblia per la promozione della cultura biblica nelle scuole.
Iscritto all’Ordine dei giornalisti dal 1992, è stato direttore della rivista Confronti e della Rubrica Protestantesimo (Raidue) e collabora stabilmente con le riviste Jesus e Limes (Fonte: http://www.facoltapentecostale.net/old/doceboCms/index.php?special=changearea&newArea=243).
Paolo Naso è molto impegnato nella lotta per la libertà religiosa in Italia. Ecco un suo articolo dal titolo ‘Libertà religiosa. Ugualmente libere di fronte alla legge. Quasi’, che mostra quanto sia in prima linea in questa lotta.
‘È iniziata alla Camera dei deputati la discussione su un progetto di legge sulla libertà religiosa che abroghi le norme fasciste del 1929 e 1930 sui «culti ammessi». Ampio consenso delle comunità religiose di minoranza; via libera ma con prudenza da parte della Cei; le solite barricate della Lega Nord.
«Disposizioni sui culti ammessi nello Stato»: è questo il titolo della legge del 1929, poi integrata da provvedimenti dell’anno successivo, che ancora oggi regolamenta i rapporti tra lo Stato italiano e le confessioni diverse dalla cattolica che non abbiano stipulato una «Intesa». Una legge fascista, nata con l’esplicito intento di contenere e reprimere la diffusione delle altre confessione religiose, quelle diverse dalla cattolica.
Una legge che consentì l’emanazione di una circolare del Ministero dell’Interno che ancora oggi stupisce per la sua rozza intolleranza: la cosiddetta «Buffarini Guidi» – dal nome del sottosegretario all’Interno che la emanò nel 1935 – che bandì dal Regno il culto pentecostale «essendo risultato che esso si estrinseca e si concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza».
La Costituzione repubblicana non ha abrogato quella legge ma, negli anni, l’ha depurata dei suoi connotati più intolleranti ed illiberali. Tuttavia resta una normativa sui «culti ammessi» e non sulla «libertà religiosa». Non è una semplice questione nominalistica, ma di contenuti politici e di garanzie democratiche nei confronti di un numero crescente di comunità di fede che si radicano in Italia. Oltre seicento, come ormai da anni registra il Cesnur, il Centro studi sulle nuove religioni diretto da Massimo Introvigne.
Di queste, solo sei dispongono di un’Intesa con lo Stato: valdesi-metodisti, avventisti, pentecostali delle Assemblee di Dio in Italia, ebrei, battisti, luterani. Quanto agli altri, solo qualcuno è un Ente di culto riconosciuto dallo Stato italiano ed è quindi nella condizione, ad esempio, di celebrare matrimoni religiosi che abbiano effetto civile. Ma l’assoluta maggioranza resta in una condizione di precarietà giuridica. Sono comunità che, pur contando centinaia di migliaia di membri – pensiamo alle chiese ortodosse o ai musulmani – sotto il profilo del riconoscimento istituzionale valgono quanto una società bocciofila e meno di una qualsiasi onlus.
«Ugualmente libere di fronte alla legge», dice di tutte le comunità di fede la Costituzione italiana, all’articolo 8. Eppure, come sappiamo bene, esiste una piramide gerarchica al cui vertice sta la Chiesa cattolica tutelata dal Concordato; quindi, più in basso, le comunità che hanno un’Intesa; poi quelle che hanno un riconoscimento giuridico e, infine, alla base, l’assoluta maggioranza che vive come può, in una situazione di estrema incertezza e di scarsissima tutela del loro diritto alla libertà di culto. Sono le comunità i cui ministri non possono entrare in un carcere o in un ospedale; che sono costrette a intestare i luoghi di culto a un privato; che non hanno accesso a nessuna delle agevolazioni fiscali riconosciute alle confessioni collocate ai piani superiori della piramide.
Di legge sulla libertà religiosa si parla dal 1984 quando Bettino Craxi, alla vigilia della revisione del Concordato con la Chiesa cattolica e dell’approvazione delle Intese con l’Unione delle chiese valdesi e metodiste, annunciò una «normativa di diritto comune» per tutte le altre confessioni.
In realtà nulla accadde sino al 1989, nell’epoca antica di un governo presieduto da Ciriaco De Mita. Un anno dopo, per l’esattezza il 13 settembre, il progetto venne assunto dal governo Andreotti che però resse per due anni soltanto. Troppo pochi per un provvedimento giudicato non prioritario. E la legge, che non giunse mai in aula, si inabissò sino alla XIII legislatura, quella dei governi Prodi, D’Alema e Amato. Sembrava fosse la volta buona. La relazione del progetto di legge venne affidata a Domenico Maselli, deputato dei Cristiano sociali, storico del cristianesimo e pastore evangelico. Difficile immaginare circostanze politiche più favorevoli, eppure le turbolenze che colpirono quei governi finirono per prolungare i tempi di discussione e, alla fine, il progetto non giunse al voto finale dell’Aula.
Col 2001 arrivò la vittoria di Berlusconi. L’eredità del progetto Maselli venne raccolta da Valdo Spini (Ds); ma anche il premier dichiarò di voler proseguire sulla strada ormai ben tracciata dai suoi predecessori. E in effetti il suo progetto – relatore alla Camera addirittura Sandro Bondi – pur con qualche riserva, fu ben accolto da diversi esponenti delle comunità di fede «diverse dalla cattolica». I quali, però, non avevano ben calcolato il «fattore Lega». In Commissione Affari costituzionali, infatti, il partito di Bossi riuscì a far approvare una serie di emendamenti che cambiavano radicalmente il segno del provvedimento. «Piuttosto che questa legge, meglio tenerci quella del 1929», fu il commento unanime di alcuni giuristi e dei leader di diverse confessioni di minoranza. E ancora una volta il progetto finì nel cassetto, sino all’apertura della nuova legislatura. Questa volta si parte per tempo e il precedente progetto Spini, riproposto da lui stesso e da Marco Boato (Verdi), è già alla discussione della Commissione Affari costituzionali della Camera. Un altro progetto è stato avanzato, al Senato, da Lucio Malan (Forza Italia).
Il consenso delle varie confessioni di minoranza sui testi Boato e Spini – diversi per un semplice comma – è molto ampio e si è espresso esplicitamente nel corso di alcune audizioni volute dalla Commissioni Affari costituzionali e realizzate nel mese di gennaio. Il progetto di legge, del resto, risponde alle principali richieste avanzate dalle varie comunità: tutela della libertà di confessare il proprio culto e della libertà di coscienza; riconoscimento dei ministri di culto; tutela degli edifici di culto; precise procedure per il riconoscimento giuridico e la richiesta di un’Intesa.
L’articolo 11, quello che ha scatenato un fiume di polemiche, regolamenta il matrimonio riconoscendo alle confessioni «aventi personalità giuridica» il diritto di celebrare matrimoni che hanno valore civile. Ma così «si rischia di legittimare la poligamia» – ha denunciato Magdi Allam sul Corriere della sera del 5 gennaio – e di consegnare il presente e il futuro dell’islam d’Italia al movimento estremista dei Fratelli musulmani, da noi rappresentato dall’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia)».
Non è vero, e la smentita giunge da una voce non sospetta come quella del consulente giuridico della Cei, il giurista Venerando Marano: «Non c’entra nulla il matrimonio poligamico con questa legge sulla libertà religiosa – ha affermato in un’intervista a Radio vaticana ripresa dall’agenzia Apcom – anche perché nel nostro ordinamento esistono precise norme: penso all’art. 86 del Codice civile sul divieto di bigamia, penso alle previsioni del Codice penale che sanciscono tali comportamenti, che impediscono qualsiasi ipotesi di matrimonio poligamico e lo rendono illegittimo oltre che contrastante, come è noto, con i principi cardine del nostro ordinamento costituzionale».
Insomma, forse potrebbe essere la volta buona. Condizionale d’obbligo sia per l’ovvia considerazione che perché passi al Senato occorre un accordo politico almeno con alcuni settori del centrodestra; ma anche perché i suoi nemici di sempre hanno già iniziato a tuonare: «È una legge molto pericolosa – ha dichiarato all’agenzia Apcom Roberto Cota, deputato della Lega Nord Padania –. È inutile menare il can per l’aia: vogliamo che la nostra società venga islamizzata o vogliamo difendere la nostra identità?». Film già visto. Speriamo che cambi il finale’ (http://www.confronti.net/SERVIZI/liberta-religiosa-ugualmente-libere-di-fronte-alla-legge-quasi).
Peraltro Paolo Naso ha fatto un’intervista – che aveva come tema la ‘libertà di religione’ – a Massimo Aquilante presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e a Remo Cristallo, presidente della Federazione delle Chiese Pentecostali, mandata in onda da Teleoltre – durante la quale Remo Cristallo ha affermato
‘siamo per la libertà religiosa di tutti [….] che noi abbiamo tanto a cuore, e come noi tutte le religioni perchè indipendentemente dalla fede, dalla religione che può essere quella cristiana o di altri, c’è un diritto sacrosanto che deve essere rispettato a tutti gli esseri umani sia sotto l’aspetto morale che sia sotto l’aspetto religioso’ (Percorsi Accademici – PA13-2010 – TeleOltre – Libertà di religione – http://youtu.be/2AQJk5Nrmkc min. 1:2:58; 6:05-23).
Questi sono due fotogrammi tratti da quella video intervista.
Diritto religioso sacrosanto che deve essere rispettato? E quale sarebbe questo diritto di origine divina che secondo Remo Cristallo hanno i non Cristiani? Evidentemente il diritto di credere alle menzogne generate dal diavolo: che Gesù non è il Figlio di Dio, che Egli non è morto sulla croce per i nostri peccati, che tutti gli uomini sono figli di Dio, che la salvezza è per opere, e tante altre.
In una parola: il diritto di credere quello che vogliono.
Ma a noi non risulta affatto che questo sia un diritto o una libertà che Dio ha dato agli uomini, ossia la Sacra Scrittura non insegna affatto che Dio ha dato il diritto o la libertà agli uomini di credere alle menzogne, ma bensì che Egli comanda agli uomini che si ravvedano e credano nel Vangelo della grazia di Dio per essere salvati dal peccato e dal fuoco eterno [1].
Questo infatti fu il messaggio che il Figlio di Dio venne a portare agli uomini nella pienezza dei tempi:
“Ravvedetevi e credete all’evangelo” (Marco 1:15).
Il comando dato da Cristo agli uomini ‘RAVVEDETEVI’ significa ‘CAMBIATE MENTE’, quindi Cristo ordinava agli uomini di abbandonare i loro pensieri malvagi, vani e perversi (il che conferma che Gesù riteneva che gli uomini non avevano il diritto di pensare o dire quello che volevano, ma avevano il dovere di cambiare modo di pensare abbandonando le menzogne che professavano e di credere nel Vangelo), e difatti fu per questa ragione che Gesù fu odiato e perseguitato dal mondo.
E’ forse cambiato il sentimento di Gesù?
E’ forse il suo messaggio non più attuale?
La risposta è ‘NO’.
Dunque il Figlio di Dio, che vive nei secoli dei secoli in quanto è risorto dai morti, non ha alcun rispetto verso questo cosiddetto diritto sacrosanto di cui parla Remo Cristallo dicendo che è ‘un diritto sacrosanto che deve essere rispettato’, diritto che è lo stesso che la Massoneria difende strenuamente, e questo perchè non è un diritto divino ma un diritto escogitato da Satana per tenere gli uomini sotto la sua potestà ed impedire ai Cristiani di predicare agli uomini il ravvedimento dalle opere morte e il Vangelo con ogni franchezza.
Fratelli, sappiate dunque che tutti quegli Evangelici che lottano per la libertà religiosa per tutti, lottano a favore di coloro che professano e diffondono eresie di perdizione riconoscendo che quest’ultimi hanno il diritto di professare e divulgare eresie quando invece secondo la Scrittura costoro HANNO IL DOVERE DI RAVVEDERSI E DI CREDERE NEL VANGELO, e quindi quegli Evangelici sostenitori della libertà religiosa sono colpevoli di partecipare ad una opera infruttuosa delle tenebre che però è ben accetta alla Massoneria.
Questa loro lotta – che il massone Voltaire proclamava usando questa massima ‘non condivido la tua idea, ma combatterò fino alla morte affinchè tu abbia il diritto di diffonderla’ – risulta in effetti essere una lotta compiuta contro Dio e contro gli uomini (sia Cristiani che non Cristiani) e a favore del diavolo, che è il padre della menzogna, affinchè diffonda ancora con più efficacia le sue menzogne contro la verità che è in Cristo Gesù, menzogne che tengono incatenate le persone al presente secolo malvagio e le trascinano in perdizione nel tormento.
E quindi siamo persuasi che questa loro lotta è una opera infruttuosa delle tenebre a cui i Cristiani si devono rifiutare di partecipare perchè sono luce nel Signore, secondo che è scritto:
“Conducetevi come figliuoli di luce (poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa sia accetto al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele” (Efesini 5:8-11),
e quindi quei Cristiani che si danno a questa opera attirano su se stessi l’ira di Dio perchè si dimostrano dei ribelli.
Vi esorto dunque, fratelli che frequentate Chiese della Nuova Pentecoste, ad uscire e separarvi da questa organizzazione evangelica che si è massonizzata al pari di tante altre.
Chi ha orecchi da udire, oda.
Giacinto Butindaro
[1] Anche i Cristiani non hanno il diritto di credere a quello che vogliono, perchè noi abbiamo il dovere di credere in tutto quello che afferma la Sacra Scrittura.
Leggete il mio libro ‘La Massoneria smascherata’
Tratto da: http://giacintobutindaro.org/2013/08/05/la-nuova-pentecoste-e-a-favore-della-lotta-per-la-liberta-religiosa-come-la-massoneria/
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