● Geremia o Zaccaria? c’è un errore nel capitolo 27 di Matteo?
Una di queste apparenti contraddizioni si trova nel capitolo 27 del vangelo di Matteo, dove leggiamo:
“Allora Giuda, che l’avea tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d’argento ai capi sacerdoti ed agli anziani, dicendo: Ho peccato, tradendo il sangue innocente. Ma essi dissero: Che c’importa? Pensaci tu. Ed egli, lanciati i sicli nel tempio, s’allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i capi sacerdoti, presi quei sicli, dissero: Non è lecito metterli nel tesoro delle offerte, perché son prezzo di sangue. E tenuto consiglio, comprarono con quel danaro il campo del vasaio da servir di sepoltura ai forestieri. Perciò quel campo, fino al dì d’oggi, è stato chiamato: Campo di sangue.
ALLORA S’ADEMPI’ QUEL CHE FU DETTO DAL PROFETA GEREMIA:
E presero i trenta sicli d’argento, prezzo di colui ch’era stato messo a prezzo, messo a prezzo dai figliuoli d’Israele; e li dettero per il campo del vasaio, come me l’avea ordinato il Signore.” (Matteo 27:3,10)
Fin quì la scrittura.
Il punto è che il passo del vasaio non è scritto nel libro del profeta Geremia, bensì in quello del profeta Zaccaria, dove infatti si legge:
“E io dissi loro: ‘Se vi par bene, datemi il mio salario; se no, lasciate stare’. Ed essi mi pesarono il mio salario; trenta sicli d’argento. E l’Eterno mi disse: ‘Gettalo per il vasaio, questo magnifico prezzo al quale m’hanno stimato!’ E io presi i trenta sicli d’argento, e li gettai nella casa dell’Eterno per il vasaio.” (Zaccaria 11:12,13)
Geremia scrisse è vero qualcosa riguardo un vasaio, solamente nei capitoli 18 e 19, ma non riguardavano affatto il “campo del vasaio” acquistato coi 30 sicli d’argento con cui Giuda tradì Gesù.
Quindi il vangelo di Matteo contiene davvero un grave errore? Se la scrittura è effettivamente tutta quanta ispirata da Dio (vedi 2 Timoteo 3:16,17) come è possibile questo scambio di persone?
Devo ammettere che non riuscivo proprio a capire come fosse possibile e quale fosse la chiave per risolvere questa stranezza. Inoltre anche cercando dei pareri su internet c’era chi dava delle risposte per me poco convincenti, come ad esempio qui oppure qui.
…fino a quando un giorno, dopo aver chiesto al Signore di compiacersi nel farmi capire, la mia attenzione fu così posta su una piccola parola nel verso 9 del capitolo 27 di Matteo, che faceva la differenza.
“DISSE”… non “scrisse”!
Si, “…che fu DETTO”! E questo cambiava tutto. Nessuno infatti può asserire che Matteo citasse gli “SCRITTI” del profeta Geremia come adempimento della profezia scritta invece da Zaccaria, ma bensì qualcosa che invece lui “DISSE” e che quindi possa magari essersi tramandato solo ORALMENTE!
La risposta era li sotto i miei occhi eppure non la vedevo, ed era più semplice di quanto immaginassi.
Conclusione? Non c’è nessun errore nel capitolo 27 di Matteo, ma come dice sempre la scrittura è solo un’altro intoppo per gli increduli, i disubbidienti, che proprio per questo sono a ciò destinati:
“…per gl’increduli la pietra che gli edificatori hanno riprovata è quella ch’è divenuta la pietra angolare, e una pietra d’inciampo e un sasso d’intoppo; essi, infatti, essendo disubbidienti, intoppano nella Parola; ed a questo sono stati anche destinati.” (1 Pietro 2:7,8)
A Dio solo, che rivela le cose occulte e nascoste della Sua Santa Parola, sia la gloria, l’onore e la benedizione in eterno!
Nicola Iannazzo
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