● Contro l’eresia distruttiva di Mirko Boniolo «Cristo non ha sparso il Suo sangue per la remissione dei nostri peccati»
In difesa del sacrificio espiatorio di Cristo
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Mirko Boniolo, «pastore» della chiesa ‘Oasi di Grazia’ a Peschiera del Garda (Verona), nel corso della sua predicazione dal titolo «Perdono dei peccati senza spargimento di sangue n° 3» del 30/8/2015, che si basa sul versetto “senza spargimento di sangue non c’è remissione” (Ebrei 9:22), ha affermato che «esiste perdono e purificazione anche senza spargimento di sangue» (min. 3:39-43), e che «lo spargimento di sangue è avvenuto secondo la legge, e non secondo Dio” (min. 5:15-19), e questo perché «Dio non ha mai richiesto sacrifici, olocausti, spargimento di sangue, cose di questo genere, ma che sono stati istituiti secondo la legge» (min. 5:48-59). Il versetto di Ebrei 9:22 «in realtà, non ha nemmeno a che fare con il perdono dei peccati» (min. 6:30-33).
Quindi Boniolo rigetta il fatto che Gesù Cristo «doveva versare il suo sangue, perché senza spargimento di sangue non c’è perdono dei peccati» (min. 7:22-27).
Il sangue di Ebrei 9:22 – dice Boniolo – «non ha niente a che vedere con la remissione dei peccati delle persone. Il sangue si riferisce alla messa in atto del patto mosaico» (min. 12:10-19).
Questo stesso concetto di Ebrei 9:22 dunque va applicato anche alla morte di Gesù, che «non è morto per riscattarci dall’ira di Dio» (min. 22:49-54), «Gesù non è morto per garantirci il perdono dei peccati» (min. 22:56-58).
La morte di Gesù sulla croce era per dare inizio al nuovo patto di Dio con il mondo intero, per renderlo effettivo era necessario il sangue, la morte del testatario, e quindi il sangue di Gesù ha lo scopo di rendere attivo, effettivo il nuovo patto di grazia per l’umanità e al tempo stesso il sangue di Gesù serviva per liberare tutte le persone dalla schiavitù del peccato.
«Il sangue di Gesù sulla croce non è stato offerto a Dio affinché Dio potesse perdonarci, perché Dio non richiede sangue per perdonare» (24:2-11).
“La santità di Dio, in altre parole, non pretendeva che Gesù fosse messo a morte, era il diavolo che pretendeva morte e sangue, non Dio» (25:14-26).
«Tutte le persone sono morte in Gesù, al peccato, alla morte, al diavolo, e sono risorte nella nuova famiglia di Dio» (26:45-54).
Dio ci ha perdonati perché Dio è amore, e non perché richiede sacrifici di sangue.
L’obbiettivo di Mirko Boniolo è quello di «smontare il concetto sacrificale, pagano che si è insinuato, inserito nella teologia cristiana» (29:45-55).
In questa sua predicazione ci sono diverse menzogne, che adesso confuterò mediante le Scritture.
E’ falso che «Dio non ha mai richiesto sacrifici, olocausti, spargimento di sangue, cose di questo genere, ma che sono stati istituiti secondo la legge», e questo perché la legge – che ordinava sacrifici di animali con l’inevitabile spargimento del loro sangue – fu data da Dio al popolo di Israele. E quindi fu Dio stesso a prescrivere i sacrifici per il peccato come anche gli olocausti e così via.
Ecco infatti cosa è scritto in merito ai sacrifici per il peccato:
“L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: ‘Parla ai figliuoli d’Israele e di’ loro: Quando qualcuno avrà peccato per errore e avrà fatto alcuna delle cose che l’Eterno ha vietato di fare, se il sacerdote che ha ricevuto l’unzione è quegli che ha peccato, rendendo per tal modo colpevole il popolo, offrirà all’Eterno, per il peccato commesso, un giovenco senza difetto, come sacrifizio per il peccato.
Menerà il giovenco all’ingresso della tenda di convegno, davanti all’Eterno; poserà la mano sulla testa del giovenco, e sgozzerà il giovenco davanti all’Eterno.
Poi il sacerdote che ha ricevuto l’unzione prenderà del sangue del giovenco e lo porterà entro la tenda di convegno; e il sacerdote intingerà il suo dito nel sangue, e farà aspersione di quel sangue sette volte davanti all’Eterno, di fronte al velo del santuario.
Il sacerdote quindi metterà di quel sangue sui corni dell’altare del profumo fragrante, altare che è davanti all’Eterno, nella tenda di convegno; e spanderà tutto il sangue del giovenco appiè dell’altare degli olocausti, che è all’ingresso della tenda di convegno.
E torrà dal giovenco del sacrifizio per il peccato tutto il grasso: il grasso che copre le interiora e tutto il grasso che aderisce alle interiora, i due arnioni e il grasso che v’è sopra e che copre i fianchi, e la rete del fegato, che staccherà vicino agli arnioni, nello stesso modo che queste parti si tolgono dal bue del sacrifizio di azioni di grazie; e il sacerdote le farà fumare sull’altare degli olocausti. Ma la pelle del giovenco e tutta la sua carne, con la sua testa, le sue gambe, le sue interiora e i suoi escrementi, il giovenco intero, lo porterà fuori del campo, in un luogo puro, dove si gettan le ceneri; e lo brucerà col fuoco, su delle legna; sarà bruciato sul mucchio delle ceneri.
Se tutta la raunanza d’Israele ha peccato per errore, senz’accorgersene, e ha fatto alcuna delle cose che l’Eterno ha vietato di fare, e si è così resa colpevole, quando il peccato che ha commesso venga ad esser conosciuto, la raunanza offrirà, come sacrificio per il peccato, un giovenco, e lo menerà davanti alla tenda di convegno.
Gli anziani della raunanza poseranno le mani sulla testa del giovenco, davanti all’Eterno; e il giovenco sarà sgozzato davanti all’Eterno. Poi il sacerdote che ha ricevuto l’unzione porterà del sangue del giovenco entro la tenda di convegno; e il sacerdote intingerà il dito nel sangue, e ne farà aspersione sette volte davanti all’Eterno, di fronte al velo.
E metterà di quel sangue sui corni dell’altare che è davanti all’Eterno, nella tenda di convegno; e spanderà tutto il sangue appiè dell’altare dell’olocausto, che è all’ingresso della tenda di convegno. E torrà dal giovenco tutto il grasso, e lo farà fumare sull’altare. Farà di questo giovenco, come ha fatto del giovenco offerto per il peccato.
Così il sacerdote farà l’espiazione per la raunanza, e le sarà perdonato.
Poi porterà il giovenco fuori del campo, e lo brucerà come ha bruciato il primo giovenco. Questo è il sacrifizio per il peccato della raunanza.
Se uno dei capi ha peccato, e ha fatto per errore alcuna di tutte le cose che l’Eterno Iddio suo ha vietato di fare, e si è così reso colpevole, quando il peccato che ha commesso gli sarà fatto conoscere, menerà, come sua offerta, un becco, un maschio fra le capre, senza difetto. Poserà la mano sulla testa del becco, e lo scannerà nel luogo dove si scannano gli olocausti, davanti all’Eterno. È un sacrifizio per il peccato.
Poi il sacerdote prenderà col suo dito del sangue del sacrifizio per il peccato, e lo metterà sui corni dell’altare degli olocausti, e spanderà il sangue del becco appiè dell’altare dell’olocausto; e farà fumare tutto il grasso del becco sull’altare, come ha fatto del grasso del sacrifizio di azioni di grazie.
Così il sacerdote farà l’espiazione del peccato di lui, e gli sarà perdonato.
Se qualcuno del popolo del paese peccherà per errore e farà alcuna delle cose che l’Eterno ha vietato di fare, rendendosi così colpevole, quando il peccato che ha commesso gli sarà fatto conoscere, dovrà menare, come sua offerta, una capra, una femmina senza difetto, per il peccato che ha commesso. Poserà la mano sulla testa del sacrifizio per il peccato, e sgozzerà il sacrifizio per il peccato nel luogo ove si sgozzano gli olocausti. Poi il sacerdote prenderà col suo dito del sangue della capra, e lo metterà sui corni dell’altare dell’olocausto, e spanderà tutto il sangue della capra appiè dell’altare. E torrà tutto il grasso dalla capra, come ha tolto il grasso dal sacrifizio di azioni di grazie; e il sacerdote lo farà fumare sull’altare come un soave odore all’Eterno.
Così il sacerdote farà l’espiazione per quel tale, e gli sarà perdonato.
E se colui menerà un agnello come suo sacrifizio per il peccato, dovrà menare una femmina senza difetto. Poserà la mano sulla testa del sacrifizio per il peccato, e lo sgozzerà come sacrifizio per il peccato nel luogo ove si sgozzano gli olocausti. Poi il sacerdote prenderà col suo dito del sangue del sacrifizio per il peccato, e lo metterà sui corni dell’altare dell’olocausto, e spanderà tutto il sangue della vittima appiè dell’altare; e torrà dalla vittima tutto il grasso, come si toglie il grasso dall’agnello del sacrifizio di azioni di grazie; e il sacerdote lo farà fumare sull’altare, sui sacrifizi fatti mediante il fuoco all’Eterno.
Così il sacerdote farà per quel tale l’espiazione del peccato che ha commesso, e gli sarà perdonato.” (Levitico 4:1-35).
Questi erano i sacrifici per il peccato da offrire quotidianamente, ma poi c’erano dei sacrifici per il peccato che il sommo sacerdote doveva offrire una volta all’anno, ossia nel giorno dell’espiazione, in cui li offriva sia per sé che per il popolo. In questo caso però il sangue dei sacrifici per il peccato veniva portato dentro il luogo santissimo per aspergere con esso il propiziatorio che era sopra l’arca dell’Eterno.
Ecco cos’è scritto:
“L’Eterno parlò a Mosè dopo la morte dei due figliuoli d’Aaronne, i quali morirono quando si presentarono davanti all’Eterno. L’Eterno disse a Mosè: ‘Parla ad Aaronne, tuo fratello, e digli di non entrare in ogni tempo nel santuario, di là dal velo, davanti al propiziatorio che è sull’arca, onde non abbia a morire; poiché io apparirò nella nuvola sul propiziatorio.
Aaronne entrerà nel santuario in questo modo: prenderà un giovenco per un sacrifizio per il peccato, e un montone per un olocausto. Si metterà la tunica sacra di lino, e porterà sulla carne le brache di lino; si cingerà della cintura di lino, e si porrà in capo la mitra di lino.
Questi sono i paramenti sacri; egli l’indosserà dopo essersi lavato il corpo nell’acqua.
Dalla raunanza de’ figliuoli d’Israele prenderà due capri per un sacrifizio per il peccato, e un montone per un olocausto. Aaronne offrirà il giovenco del sacrifizio per il peccato, che è per sé, e farà l’espiazione per sé e per la sua casa.
Poi prenderà i due capri, e li presenterà davanti all’Eterno all’ingresso della tenda di convegno. E Aaronne trarrà le sorti per vedere qual de’ due debba essere dell’Eterno e quale di Azazel.
E Aaronne farà accostare il capro ch’è toccato in sorte all’Eterno, e l’offrirà come sacrifizio per il peccato; ma il capro ch’è toccato in sorte ad Azazel sarà posto vivo davanti all’Eterno, perché serva a fare l’espiazione e per mandarlo poi ad Azazel nel deserto.
Aaronne offrirà dunque il giovenco del sacrifizio per il peccato per sé, e farà l’espiazione per sé e per la sua casa; e scannerà il giovenco del sacrifizio per il peccato per sé.
Poi prenderà un turibolo pieno di carboni accesi tolti di sopra all’altare davanti all’Eterno, e due manate piene di profumo fragrante polverizzato; e porterà ogni cosa di là dal velo. Metterà il profumo sul fuoco davanti all’Eterno, affinché il nuvolo del profumo copra il propiziatorio che è sulla testimonianza, e non morrà.
Poi prenderà del sangue del giovenco, e ne aspergerà col dito il propiziatorio dal lato d’oriente, e farà sette volte l’aspersione del sangue col dito, davanti al propiziatorio.
Poi scannerà il capro del sacrifizio per il peccato, che è per il popolo, e ne porterà il sangue di là dal velo; e farà di questo sangue quello che ha fatto del sangue del giovenco: ne farà l’aspersione sul propiziatorio e davanti al propiziatorio. Così farà l’espiazione per il santuario, a motivo delle impurità dei figliuoli d’Israele, delle loro trasgressioni e di tutti i loro peccati. Lo stesso farà per la tenda di convegno ch’è stabilita fra loro, in mezzo alle loro impurità.
E nella tenda di convegno, quand’egli entrerà nel santuario per farvi l’espiazione, non ci sarà alcuno, finch’egli non sia uscito e non abbia fatto l’espiazione per sé, per la sua casa e per tutta la raunanza d’Israele. Egli uscirà verso l’altare ch’è davanti all’Eterno, e farà l’espiazione per esso; prenderà del sangue del giovenco e del sangue del capro, e lo metterà sui corni dell’altare tutto all’intorno.
E farà sette volte l’aspersione del sangue col dito, sopra l’altare, e così lo purificherà e lo santificherà a motivo delle impurità dei figliuoli d’Israele.
E quando avrà finito di fare l’espiazione per il santuario, per la tenda di convegno e per l’altare, farà accostare il capro vivo. Aaronne poserà ambedue le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra esso tutte le iniquità dei figliuoli d’Israele, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati, e li metterà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di questo, lo manderà via nel deserto. E quel capro porterà su di sé tutte le loro iniquità in terra solitaria, e sarà lasciato andare nel deserto.
Poi Aaronne entrerà nella tenda di convegno, si spoglierà delle vesti di lino che aveva indossate per entrar nel santuario, e le deporrà quivi. Si laverà il corpo nell’acqua in un luogo santo, si metterà i suoi paramenti, e uscirà ad offrire il suo olocausto e l’olocausto del popolo, e farà l’espiazione per sé e per il popolo. E farà fumare sull’altare il grasso del sacrifizio per il peccato. Colui che avrà lasciato andare il capro destinato ad Azazel si laverà le vesti, laverà il suo corpo nell’acqua, e dopo questo rientrerà nel campo.
E si porterà fuori del campo il giovenco del sacrifizio per il peccato e il capro del sacrifizio per il peccato, il cui sangue sarà stato portato nel santuario per farvi l’espiazione; e se ne bruceranno nel fuoco le pelli, la carne e gli escrementi. Poi colui che li avrà bruciati si laverà le vesti e laverà il suo corpo nell’acqua; dopo questo, rientrerà nel campo.
Questa sarà per voi una legge perpetua: nel settimo mese, il decimo giorno del mese, umilierete le anime vostre, non farete lavoro di sorta, né colui ch’è nativo del paese, né il forestiero che soggiorna fra voi. Poiché in quel giorno si farà l’espiazione per voi, affin di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati, davanti all’Eterno. È per voi un sabato di riposo solenne, e voi umilierete le anime vostre; è una legge perpetua.
E il sacerdote che ha ricevuto l’unzione ed è stato consacrato per esercitare il sacerdozio al posto di suo padre, farà l’espiazione; si vestirà delle vesti di lino, de’ paramenti sacri. E farà l’espiazione per il santuario sacro; farà l’espiazione per la tenda di convegno e per l’altare; farà l’espiazione per i sacerdoti e per tutto il popolo della raunanza.
Questa sarà per voi una legge perpetua, per fare una volta all’anno, per i figliuoli d’Israele, l’espiazione di tutti i loro peccati’. E si fece come l’Eterno aveva ordinato a Mosè.” (Levitico 16:1-34)
Dunque, come potete vedere, tutti quei sacrifici facevano l’espiazione dei peccati di coloro che li avevano commessi. Fu Dio stesso a dirlo questo.
Certo, essi erano un ombra del sacrificio di Cristo, ma erano pur sempre sacrifici ordinati da Dio in vista del sacrificio perfetto di Cristo. Per cui Dio perdonava i peccati a coloro che li commettevano in virtù dello spargimento di sangue che veniva compiuto a favore loro sia quotidianamente che una volta all’anno.
Infatti Dio disse in merito ai sacrifici quotidiani:
“Così il sacerdote farà l’espiazione per la raunanza, e le sarà perdonato” (Levitico 4:20),
ed anche:
“Così il sacerdote farà l’espiazione del peccato di lui, e gli sarà perdonato” (Levitico 4:26),
ed ancora:
“Così il sacerdote farà l’espiazione per quel tale, e gli sarà perdonato” (Levitico 4:31);
ed ancora:
“Così il sacerdote farà per quel tale l’espiazione del peccato che ha commesso, e gli sarà perdonato” (Levitico 4:35).
Mentre in merito all’espiazione che veniva fatta una volta all’anno, disse:
“Poiché in quel giorno si farà l’espiazione per voi, affin di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati, davanti all’Eterno” (Levitico 16:30).
Ecco perché la Scrittura afferma che secondo la legge senza spargimento di sangue non c’è remissione o perdono (Ebrei 9:22).
Ma poiché la legge ha un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose, quel sangue di animali non poteva togliere i peccati dalla coscienza degli adoratori, come dice lo scrittore agli Ebrei:
“S’offron doni e sacrificî che non possono, quanto alla coscienza, render perfetto colui che offre il culto, poiché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo della riforma” (Ebrei 9:9-10),
“ogni sacerdote è in piè ogni giorno ministrando e offrendo spesse volte gli stessi sacrificî che non possono mai togliere i peccati” (Ebrei 10:11);
“perché è impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati” (Ebrei 10:4).
Il sistema sacrificale prescritto dalla legge quindi, fu prescritto da YAHWEH, che è il solo vero Dio, fino al tempo della riforma, cioè fino a quando venuto Cristo, l’Agnello di Dio senza macchia e senza difetto, ben preordinato prima della fondazione del mondo (1 Pietro 1:19-20), Egli offrendo il suo corpo in sacrificio a Dio per i nostri peccati, ha purificato con il Suo prezioso sangue la nostra coscienza dai peccati che la contaminavano e ci ha così santificati (Ebrei 9:14; 10:12,14)
Quindi, lo spargimento di sangue senza il quale non c’è remissione o perdono, di cui parla Ebrei 9:22, si riferisce eccome allo spargimento di sangue di animali che avveniva per ordine di Dio sotto la legge per compiere l’espiazione dei peccati degli Israeliti.
E la ragione per cui era necessario lo spargimento di sangue per l’espiazione dei peccati, la spiegò Dio a Mosè in questa maniera:
“Poiché la vita della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull’altare per far l’espiazione per le vostre persone; perché il sangue è quello che fa l’espiazione, mediante la vita” (Levitico 17:11).
Non è abbastanza chiaro quello che ha detto Dio?
Certo ci fu anche uno spargimento di sangue alla dedicazione del primo patto, ed è quello di cui lo scrittore agli Ebrei parla poco prima quando dice:
“Ond’è che anche il primo patto non è stato inaugurato senza sangue. Difatti, quando tutti i comandamenti furono secondo la legge proclamati da Mosè a tutto il popolo, egli prese il sangue de’ vitelli e de’ becchi con acqua, lana scarlatta ed issopo, e ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, dicendo: Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato sia fatto con voi. E parimente asperse di sangue il tabernacolo e tutti gli arredi del culto” (Ebrei 9:18-21)
– e quell’«anche il primo patto» mostra che anche il secondo patto è stato dedicato con del sangue, cioè con il sangue di Cristo Gesù, infatti poco prima lo scrittore dice:
“Ma venuto Cristo, Sommo Sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso il tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto con mano, vale a dire, non di questa creazione, e non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna. Perché, se il sangue di becchi e di tori e la cenere d’una giovenca sparsa su quelli che son contaminati santificano in modo da dar la purità della carne, quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente? Ed è per questa ragione che egli è mediatore d’un nuovo patto, affinché, avvenuta la sua morte per la redenzione delle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano l’eterna eredità promessa. Infatti, dove c’è un testamento, bisogna che sia accertata la morte del testatore. Perché un testamento è valido quand’è avvenuta la morte; poiché non ha valore finché vive il testatore.” (Ebrei 9:11-17)
– ma non si può assolutamente affermare che le parole “senza spargimento di sangue non c’è remissione” (Ebrei 9:22) non hanno niente a che fare con il perdono dei peccati sotto la legge!
Perché la legge conferma che il perdono dei peccati secondo la legge veniva garantito in virtù dello spargimento di sangue di animali, perdono però che non prevedeva la purificazione della coscienza dalle opere morte che la contaminavano perché quel sangue di animali non poteva togliere i peccati.
Questo spiega perché fu necessario che il Figlio di Dio, offrisse se stesso a Dio puro di ogni colpa: per purificare la nostra coscienza dalle opere morte!
Eccoci dunque a parlare del sacrificio espiatorio di Cristo Gesù, che si compì per ordine di Dio affinché si adempisse quello che aveva detto il profeta:
“Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognun di noi seguiva la sua propria via; e l’Eterno ha fatto cader su lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l’agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca. Dall’oppressione e dal giudizio fu portato via; e fra quelli della sua generazione chi rifletté ch’egli era strappato dalla terra de’ viventi e colpito a motivo delle trasgressioni del mio popolo? Gli avevano assegnata la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli è stato col ricco, perché non aveva commesso violenze né v’era stata frode nella sua bocca. Ma piacque all’Eterno di fiaccarlo coi patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrifizio per la colpa, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e l’opera dell’Eterno prospererà nelle sue mani” (Isaia 53:5-10).
Le seguenti espressioni
“egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità, il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui”,
“l’Eterno ha fatto cader su lui l’iniquità di noi tutti”,
“Ma piacque all’Eterno di fiaccarlo coi patimenti”,
non lasciano alcun dubbio sul significato del sacrificio di Cristo: si trattò di un sacrificio espiatorio per i nostri peccati. E difatti il profeta disse che il Cristo ha dato “la sua vita in sacrifizio per la colpa”. Cosa questa che viene confermata sia dall’apostolo Paolo quando dice ai santi di Efeso:
“Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, qual profumo d’odor soave” (Efesini 5:2),
che dallo scrittore agli Ebrei quando afferma:
“Perché, se il sangue di becchi e di tori e la cenere d’una giovenca sparsa su quelli che son contaminati santificano in modo da dar la purità della carne, quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente?” (Ebrei 9:13-14).
Dunque? Gesù offrì se stesso per i nostri peccati a Dio, in altre parole si sacrificò caricandosi delle nostre iniquità e spargendo il suo prezioso sangue affinché noi ottenessimo la remissione dei peccati e fossimo riconciliati con il Padre mediante il suo sangue. Già, perché è grazie al sangue di Cristo che il Padre ci ha riconciliati con sé, come dice Paolo ai santi di Colosse:
“Poiché in lui si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della croce d’esso; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli. E voi, che già eravate estranei e nemici nella vostra mente e nelle vostre opere malvage, ora Iddio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della morte d’esso” (Colossesi 1:19-22).
Perché viene detto che il Padre ha fatto la pace con noi mediante il sangue sparso da Cristo sulla croce, se non perché fu tramite quel sangue che la sua ira è stata rimossa da noi? Quindi è grazie al sangue di Cristo che l’ira di Dio non è più sopra di noi. E’ grazie al sangue di Cristo che noi siamo giustificati e non più sotto la condanna, infatti l’apostolo Paolo dice che “essendo ora giustificati per il suo sangue, sarem per mezzo di lui salvati dall’ira” (Romani 5:9).
Gesù Cristo quindi è morto sulla croce, spargendo il suo sangue, per garantirci il perdono dei nostri peccati, infatti Egli stesso nella notte che fu tradito quando distribuì ai suoi discepoli il calice disse loro:
“Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per la remissione dei peccati” (Matteo 26:28).
Chiaro? Mi pare molto chiaro. Dunque il Figliuolo di Dio che è proceduto dal Padre, era pienamente convinto del valore espiatorio che aveva lo spargimento del suo sangue. E non poteva essere altrimenti, visto che sapeva che in Lui dovevano adempiersi le cose scritte da Mosè nella legge e dai profeti.
E poi, non dice forse lo scrittore agli Ebrei che il Figliuolo di Dio “essendo lo splendore della sua gloria e l’impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con la parola della sua potenza, quand’ebbe fatta la purificazione dei peccati, si pose a sedere alla destra della Maestà ne’ luoghi altissimi” (Ebrei 1:3)?
Ecco dunque una conferma che Gesù ha versato il Suo sangue per purificarci da ogni iniquità.
Perciò oggi possiamo dire assieme all’apostolo Giovanni:
“Se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, abbiam comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7).
Mente dunque contro la verità chiunque afferma che il Padre non ha richiesto alcun spargimento di sangue per garantirci la remissione dei peccati. E non solo mente contro la verità, ma denigra il sangue di Cristo. Ed anche questo è molto grave.
Vi esorto dunque, fratelli, a guardarvi e ritirarvi da Mirko Boniolo e da tutti coloro che insegnano la stessa eresia distruttiva che insegna lui sul sacrificio di Cristo.
Sappiate, fratelli, che non c’è remissione dei peccati senza il sangue di Cristo, non c’è purificazione dei peccati senza il sangue di Cristo, non c’è giustificazione senza il sangue di Cristo, non c’è riconciliazione con il Padre senza il sangue di Cristo.
E concludo facendo notare che Boniolo mente contro la verità anche quando afferma che Dio ha fatto il nuovo patto con il mondo intero, perché Dio disse chiaramente tramite il profeta Geremia con chi avrebbe fatto il nuovo patto:
“Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, che io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che fermai coi loro padri il giorno che li presi per mano per trarli fuori dal paese d’Egitto: patto ch’essi violarono, benché io fossi loro signore, dice l’Eterno; ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni, dice l’Eterno: io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. E non insegneranno più ciascuno il suo compagno e ciascuno il suo fratello, dicendo: ‘Conoscete l’Eterno!’ poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice l’Eterno. Poiché io perdonerò la loro iniquità, e non mi ricorderò più del loro peccato” (Geremia 31:31-34).
Naturalmente, siccome noi Gentili che abbiamo creduto in Gesù Cristo, non siamo più esclusi dalla cittadinanza d’Israele, perché in Cristo siamo eredi con il residuo di Ebrei che hanno creduto, il nuovo patto Dio lo ha fatto anche con noi che non siamo Ebrei di nascita.
Chi ha orecchi da udire, oda
Giacinto Butindaro
Tratto da: http://giacintobutindaro.org/2015/12/17/contro-leresia-distruttiva-di-mirko-boniolo-cristo-non-ha-sparso-il-suo-sangue-per-la-remissione-dei-nostri-peccati/
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