● Il silenzio degli stolti
Ritengo interessante che leggiate questa riflessione dalla pagina facebook di Pentecostalismo Adi (N.d.R. i collegamenti ipertestuali sono miei. Nicola Iannazzo):
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IL SILENZIO DEGLI STOLTI
Pentecostalismo Adi·Mercoledì 27 aprile 2016
“Non rispondere allo stolto secondo la sua follia, perché tu non gli debba somigliare
(Prov. 26:4)”
Questo è il versetto biblico che in modo ufficioso il Consiglio Generale delle Chiese (CGC) delle “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) sta facendo circolare nel tentativo di giustificare il proprio silenzio di fronte alle pressanti richieste di delucidazioni che sempre più credenti gli stanno rivolgendo in merito alle origini massoniche delle “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) e alle sue collusioni con questa società esoterica segreta.
Ma cosa significa veramente questo versetto della Parola di Dio? Viene citato in modo appropriato?
Tutti noi sappiamo di chi sono figli coloro i quali estrapolano versetti della Parola di Dio dal loro contesto per utilizzarli per i propri fini. Si tratta sempre della stessa antica tattica, tanto cara a satana il diavolo, il padre degli stolti (cfr. Matteo 4:6).
Stanchi di vedere la Parola di Dio maltrattata, abbiamo deciso di entrare nel merito e fare capire meglio a chi ci segue come stanno veramente le cose.
La definizione
Prima di ogni cosa è necessario comprendere il preciso significato del vocabolo “stolto”.
La parola ebraica kesil, dal verbo kasal, significa: “stolto, pazzo, insensato, rimbambito, ritardato mentale”.
Per cui, carissimi fratelli e sorelle, quando ponete delle domande di chiarificazione e vi viene risposto che non intendono entrare nel merito degli argomenti ADI e Massoneria sulla base di questo testo, sappiate che essi vi stanno considerando tali; ed è come se vi dicessero che voi siete degli insensati, dei pazzi rimbambiti e dei ritardati di mente a cui non bisogna rispondere. E quindi vi stanno offendendo!
Se poi dovessero dirvi che non intendevano offendervi e che voi non siete degli stolti, rimbambiti e ritardati di mente, allora questo versetto non è applicabile a voi, e quindi essi hanno il dovere di darvi delle risposte e voi avete il diritto-dovere di pretendere delle spiegazioni.
Ma tutti ormai hanno capito che si tratta solo di un escamotage, di un espediente per eludere le questioni, perché cosa vi è di insensato in persone che stanno ponendo delle domande per avere delle delucidazioni? Soprattutto quando queste persone provengono esse stesse dalle ADI e da decenni vi contribuiscono sia con il loro servizio gratuito di volontariato oltre che con le loro generose offerte?
Il contesto
Ma per ben comprendere il senso del versetto, è necessario analizzare sempre il contesto. Ed infatti subito dopo il versetto continua dicendo:
“Rispondi allo stolto secondo la sua follia, perché non abbia ad apparire saggio ai propri occhi” (Prov. 26:5)
Sì avete letto bene. Il versetto dice l’esatto contrario, e cioè di rispondere allo stolto! Perciò, pure ammettendo che le persone che chiedono chiarimenti siano degli stolti, pazzi e rimbambiti (ma ovvio che così non è), il versetto successivo dice di dare comunque loro delle risposte.
“Rispondi allo stolto” (Prov. 26:5)
Adesso come la mettiamo? Perché il Consiglio Generale cita solo una parte del versetto e ne ignora il contesto? Giudicate da voi stessi chi si comporta da savio e chi da stolto. E’ da savi citare dei versetti fuori dal loro contesto?
Di fronte a questa apparente contraddizione, i rabbini dicono che il v.4 si riferisce alle questioni secolari mentre il v.5 si riferisce alle controverie legate alle fede e alla religione. (W. Guther Plaut, Book of Proverbs, Jewish Commentary for Bible Readers. Union of American Hebrew Congregations, New York 1961, pag. 266).
Se questa interpretazione degli studiosi ebrei è corretta, cosa c’entra il versetto con le questioni che si stanno sollevando? Una cosa comunque è certa, e cioè che non è possibile applicare questi versetti alle questioni inerenti le collusioni delle ADI con la Massoneria. Primo perché qui nessuno – né noi, né il resto dei credenti che si pongono delle domande -, sono dei dementi fuori di testa. E poi perché comunque non stiamo trattando di questioni secolari, ma molto più semplicemente sono state poste delle DOMANDE inerenti la nostra fede e l’organizzazione religiosa nella quale militiamo e verso cui contribuiamo da anni in molti modi.
Allora, se il Consiglio Generale vi/ci vuole far passare per degli stolti, dementi e pazzi, ricordatevi delle parole dell’apostolo Paolo:
“ Nessuno, ripeto, mi prenda per pazzo; o se no, accettatemi anche come pazzo, affinché anch’io possa vantarmi un po’ ” (II Cor. 11:16).
Pertanto, pure ammettendo per assurdo che siamo tutti quanti degli stolti, dei pazzi e dei ritardati mentali, il contesto del libro dei Proverbi dice chiaramente che siamo lo stesso degni di una risposta: “Rispondi allo stolto secondo la sua follia, perché non abbia ad apparire saggio ai propri occhi” (Prov. 26:5).
Il contesto generale
Oltretutto, ciò è in perfetta armonia con il contesto biblico generale il quale esorta a dare delle spiegazioni a tutti coloro che ci chiedono delle delucidazioni. Ed è ovvio che in quel “tutti” vi sono inclusi anche gli “stolti”. Inutile che il “Consiglio Generale delle Chiese” cerchi di accampare ancora altre scuse, perché la Bibbia è chiara su questo punto:
“Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni” (I Piet. 3:15).
“Correggendo con dolcezza [tutti] quelli che contradicono, se mai avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità” (II Tim. 2:25, Riveduta).
Ci teniamo a specificare che noi non pretendiamo di avere ragione e che siamo pronti a metterci in discussione e persino a lasciarci correggere dal “Consiglio Generale delle Chiese”, ma questo può accadere solo dopo che il “Consiglio Generale delle Chiese si decide a rispondere alla nostra lettera aperta scendendo nel merito degli argomenti effettivamente documentati e convincendoci con ragionamenti validi basati su documenti.
Riteniamo auspicabile anche un dibattito pubblico anche con la partecipazione di studiosi che eventualmente il Consiglio Generale vorrà delegare.
Ma deve smetterla di usare la Bibbia a proprio uso e consumo per giustificare la propria codardia, e deve assumersi le proprie responsabilità, rispettando tutti quei credenti che contribuiscono in molte maniere a sostenere le ADI medesime con il proprio servizio gratuito e volontario oltre che con le loro offerte, non tralasciando di ricordare che è proprio grazie alle offerte di tutti noi credenti delle ADI se loro possono percepire un regolare stipendio mensile a differenza di tanti fratelli e sorelle che invece stanno perdendo il lavoro e non hanno di che sostenersi.
[Nota: un dipendente ADI è come se avesse un posto statale perché ha lo stipendio assicurato, ecco perché vi è una percentuale elevatissima di “pastori” che a loro volta sono figli, nipoti o parenti di altri “pastori” che li hanno “sistemati” con una bella raccomandazione. Questi “pastori”, per quanto si sforzino di apparire modesti in pubblico, in realtà s’ingrassano alle spalle del popolino che deve sostenerli e finanziarli con le loro offerte e le loro decime].
Proprio per questo un anno fa (12 maggio 2015) – come abbiamo detto prima – abbiamo scritto una lettera aperta al Consiglio Generale delle Chiese in cui abbiamo posto una serie di domande per avere delle delucidazioni sulle presunte origini massoniche delle Assemblee di Dio in Italia (ADI) e sulle collusioni di questa organizzazione religiosa con la Massoneria e la CIA, così come anche sui tanti simbolismi presenti un po’ ovunque. Ma queste domande sono state puntualmente eluse, anche quando alcuni fratelli le hanno poste personalmente. Clicca qui per avere accesso a questa lettera.
Conclusione
In conclusione ci sembra di vivere una specie di “congiura del silenzio” – per usare il titolo del romanzo thriller di Steve Berry – perché probabilmente non tutto è come sembra, nel senso che le ADI non sono come si mostrano al grande pubblico e al suo interno vi è del marcio.
Appare evidente che il silenzio del Consiglio Generale delle Chiese ADI in merito alla suddetta lettera aperta che gli abbiamo inviato la dice lunga, e non fa che addensare ulteriori nubi su di esso.
Se le cose stanno così come sta emergendo sempre più chiaramente dai documenti che stanno saltando fuori, questo silenzio potrebbe essere inteso come un’ulteriore conferma delle collusioni e delle connivenze delle ADI con la massoneria e i servizi segreti americani.
E pertanto il Consiglio Generale delle Chiese stesso va annoverato tra gli stolti per questo ma anche perché disprezza ogni forma di dialogo persino con i propri membri; perché si nasconde dietro un versetto isolandolo dal suo contesto e fargli dire quello che non dice per provare ad eludere le questioni sollevate; perché non condanna pubblicamente e ufficialmente tutta la massoneria come un’istituzione esoterica legata all’occultismo e al satanismo, malgrado le sia stato chiesto ripetute volte di farlo.
Non fatevi più prendere in giro!
Abbiamo il diritto-dovere di pretendere delle spiegazioni dal Consiglio Generale
Pertanto sorge il fortissimo sospetto che il silenzio del Consiglio Generale delle Chiese di fronte a questioni di così vitale importanza e chiaramente documentati, sia dovuto al fatto di non voler ammettere i propri errori e i propri peccati e chiedere perdono pubblicamente alle migliaia di credenti che sono stati ingannati. Sì, ci hanno mentito! Ci hanno ingannato! E vi sono le prove di ciò che diciamo.
Ma non è finita, perché il silenzio del Consiglio Generale accresce ulteriormente il sospetto che tale organo non voglia rinunciare ai suoi legami con la Massoneria, e forse è proprio per questo che non ha mai preso una posizione netta e pubblica contro la Massoneria condannandola per quella che essa è veramente, ossia una società segreta che serve e adora il “Grande Architetto dell’Universo” (GADU) che è satana, il diavolo, nella sua veste di “angelo di luce” (II Cor. 11:14).
Pretendiamo una condanna pubblica e chiara, senza “se” e senza “ma” (così come chiaramente parlava il Signore Gesù: “sì sì, no no, perché il di più viene dal maligno”), perché non ci accontentiamo di vaghe negazioni del tipo: “Non siamo massoni e non c’interessa parlarne”.
Come mai il Consiglio Generale non condanna la massoneria come un’opera satanica?
Perciò care sorelle e cari fratelli pretendete che essi scendano nel merito delle prove effettivamente documentate da cui emerge un diretto convolgimento della Massoneria e della CIA nel creare le ADI nel 1947.
Tutti questi fattori costituiscono un ulteriore segnale della stoltezza del Consiglio Generale e non della stoltezza dei tantissimi credenti che legittimamente pongono delle domande per avere dei chiarimenti. E se le cose stanno effettivamente così, come sta emergendo dai documenti che via via continuano a venire fuori, allora non abbiamo alcun problema nel dichiarare che è proprio il Consiglio Generale delle Chiese, in quanto organo dell’Ente Morale ADI, ad essere stolto. E quando lo stolto piuttosto che ravvedersi tace perché non sa cosa rispondere, lo fa per apparire saggio agli occhi del mondo secondo che è scritto: “Anche lo stolto, quando tace, passa per saggio” (Prov. 17:28).
Ma i figli di Dio, ossia i chiamati e gli eletti, nati di nuovo, sanno discernere….
Non fatevi prendere in giro!
Tratto da: https://www.facebook.com/notes/pentecostalismo-adi/il-silenzio-degli-stolti/979457995436032
Leggi anche:
● La lettera aperta inviata ai vertici delle ADI da alcuni suoi membri, ancora in attesa di risposta
e:
● Alessandro Iovino scrive (ma non risponde…) al comitato “Pentecostalismo ADI”
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Leggete il libro: “La Massoneria smascherata”
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