● “…e saran tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.” (Ap.20:10)
Dove va il peccatore quando muore
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Dove va il cristiano quando muore
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L’inferno è un luogo dal quale Dio ha ritirato la Sua misericordia e la Sua bontà, dove l’ira di Dio viene rivelata come un fuoco terrificante e consumante e dove gli uomini vivranno con le loro concupiscenze insoddisfatte nei secoli dei secoli.
Charles Haddon Spurgeon disse:
“Nell’inferno non c’è speranza alcuna. Là non c’è nemmeno la speranza di morire, o la speranza di essere annientati. Là vi sono persone perdute, perdute nei secoli dei secoli! Su ogni catena dell’inferno c’è scritto “per sempre”. Sopra la loro testa i dannati leggono “per sempre”. I loro occhi sono molestati e il loro cuore è tormentato al solo pensiero che sarà “per sempre”. Oh se solo questa sera io potessi dirvi che un giorno l’inferno terminasse, e che tutti i reprobi potranno un giorno essere ricuperati, ci sarebbe un’espressione di giubilo all’inferno al solo pensiero. Così però non è, è “per sempre” che essi sono cacciati nelle tenebre di fuori”.
È cosa spaventevole e terribile cadere nelle mani del Dio vivente! Peccatore, tu non potrai sfuggire all’inferno. Dio sarà il tuo inferno e la Sua ira ti consumerà e ti sarà riversata addosso per tutta la Sua esistenza: “Chi conosce la forza della tua ira e il tuo cruccio secondo il timore che t’è dovuto?” (Salmo 90:11)
È proprio perché Dio stesso sarà il fuoco dell’inferno, che le parole non potranno mai esprimere adeguatamente il terrore dei dannati all’inferno.
In Luca 16:19-26 Cristo ci parla di due uomini. Uno di loro era ricco (è conosciuto tradizionalmente come “il ricco Epulone”) e l’altro era un mendicante (Lazzaro).
Entrambi erano morti. Il mendicante venne subito portato dagli angeli in cielo, mentre il ricco andò all’inferno.
Il ricco non era finito all’inferno, perché fosse ricco, né il mendicante era andato in paradiso semplicemente perché fosse povero. Il Signore ci mostra questo contrasto per insegnarci che le nostre circostanze possono mutare radicalmente una volta che passiamo nella dimensione dell’eternità. Non dobbiamo ingannarci per il solo fatto che dopotutto Egli ci abbia trattato bene quaggiù: dopo la morte potrà fare molto diversamente.
L’eterno luogo di dimora di questi due uomini era il risultato della condizione del loro cuore davanti a Dio qui sulla terra. Lazzaro era un vero seguace di Dio, il ricco Epulone no.
Notiamo attentamente ciò che le Scritture ci dicono su Epulone e sulla sua condizione, perché da questo apprenderemo molto a riguardo dell’inferno.
I versetti 23 e 24 ci dicono che Epulone si trovava “tra i tormenti nell’inferno”. Che significa essere tra i tormenti? Questi tormenti si riferiscono ai tormenti del corpo come pure a quelli dell’anima.
Come abbiamo visto sarà il corpo ad essere tormentato in una fornace di fuoco. Ogni parte del corpo soffrirà il dolore di quel fuoco. Chi soffre di acuti dolori di stomaco, può essere in grande agonia, ma questo dolore sarà ancora più acuto. La morte per cancro può talvolta causare estremo dolore al corpo, ma il dolore dell’inferno sarà ancora più grande. Se il vostro corpo fosse afflitto da molte diverse e dolorose malattie allo stesso tempo, sareste ancora lontani dall’immaginare come potrebbe essere il dolore dei dannati all’inferno.
All’inferno anche la coscienza sarà tormentata.
La coscienza è esattamente quel “verme che non muore” di cui parlano le Scritture (Marco 9:48; Isaia 66:24). Ad Epulone viene detto “ricordati… che durante la tua vita…”.
Si sarà tormentati da intenso dolore, ma si sarà pure tormentati dalle proprie memorie. Ricorderete di aver sentito parlare dell’inferno e di esservene fatto beffa. Ricorderete che qualcuno vi aveva pure messi in guardia e esortandovi a ravvedervi dai vostri peccati e a credere all’Evangelo. Sarete tormentati dal vedere a distanza le glorie del paradiso (come Epulone era pur in grado di fare) e dal sapere che mai e poi mai potrete raggiungerle.
Sarete tormentati da desideri e da concupiscenze insoddisfatte (Epulone non era in grado di ricevere persino una goccia d’acqua fresca sulla lingua).
Sarete tormentati dal sapere che dall’inferno non potrete più sfuggire (ad Epulone vien detto che “coloro che vorrebbero da qui passare a voi non possono”).
Sarete tormentati dalle grida, dai gemiti e dalle maledizioni dei dannati intorno a noi. I tormenti più estremi che un uomo possa avere sulla terra non sono che una puntura d’ape comparate ai tormenti dell’inferno.
Jonathan Edwards nel suo sermone:
“Il futuro castigo dei malvagi” parla di come gli uomini non saranno in grado di trovare neanche il più piccolo sollievo nell’inferno: “…né essi saranno in grado di trovare il minimo sollievo all’inferno. Laggiù non troveranno il minimo riposo, nemmeno un angolino che possa essere considerato più fresco, del resto per prendere un po’ di fiato, nemmeno il minimo allentarsi di questo estremo tormento. In quel luogo non saranno mai in grado di trovare un torrente o una fontana fresca; no, neanche una goccia d’acqua per rinfrescare la loro lingua. Non troveranno nessuno che possa loro dare un po’ di conforto o far loro il minimo bene. Non troveranno alcun luogo dove possano fermarsi un attimo per riposare e prendere respiro, perché saranno tormentati con il fuoco e con lo zolfo; e non avranno riposo, né giorno né notte”.
Ogni qual volta che l’incredulo pecca, aggiunge solo ulteriori gradi al suo tormento nell’inferno. Romani 2:5 ci dice:
«Tu invece, seguendo la tua durezza e il tuo cuore impenitente, t’accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio».
L’inferno è un luogo dove i reprobi malediranno Dio e malediranno se stessi, urleranno e useranno un linguaggio blasfemo verso i loro simili che li circonderanno. Gli uomini malvagi aumenteranno il reciproco tormento accusandosi, biasimandosi e condannandosi l’un l’altro.
All’inferno gli uomini non si pentiranno perché il carattere del peccatore laggiù non cambierà più. Rimangono ancora peccatori, peccheranno per l’eternità e quindi Dio li castigherà eternamente.
I profeti dell’Antico Testamento ripetutamente ci ammoniscono del pericolo di finire all’inferno:
«I peccatori son presi da spavento in Sion, un tremito s’è impadronito degli empi: ‘Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?» (Isaia 33:14),
«Chi può reggere davanti alla sua indignazione? chi può sussistere sotto l’ardore della sua ira? Il suo furore si spande come fuoco, e le roccie scoscendono davanti a lui» (Naum 1:6).
Peccatore, sei tu così arrogante da pensare di potere sopportare l’ira che Dio verserà su di te a piene mani? Potrai magari pensare che l’inferno non sia poi così caldo e che tu lo possa benissimo sopportare. Se credi questo sei molto più di un folle. I terrori dell’inferno fanno tremare persino i diavoli e tu sei così folle da rimanervi indifferente o da prendere queste cose alla leggera? Sareste pronti ad andare all’inferno e a stare in mezzo ai tormenti solo per godere un poco di piacere illecito qui sulla terra?
Fuggite dal peccato! Fuggite dal vivere solo per voi stessi e gettatevi nelle braccia di Cristo Gesù!
Quando morrete sarà troppo tardi. Ogni opportunità di ravvedersi termina alla morte.
(Fonte:Repentance Cry Ministries-Italiano)
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“E il mare rese i morti ch’erano in esso; e la morte e l’Ades resero i loro morti, ed essi furon giudicati, ciascuno secondo le sue opere. E la morte e l’Ades furon gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè, lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” (Apocalisse 20:15)
“Chi vince erediterà queste cose; e io gli sarò Dio, ed egli mi sarà figliuolo; ma quanto ai codardi, agl’increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda.” (Apocalisse 21:7,8)
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Commento by Valent | Luglio 8th, 2016
Le uniche descrizioni attendibili dell’inferno sono quelle della Sacra Bibbia. Diffido di quasi tutte le rilevazioni o visione dell’inferno dei cosiddetti “profeti” attuali (con tanto di presunti demoni che vi dimorano torturando i dannati, mentre i demoni sono qui, sulla Terra), che, oltre a risultare molto diverse tra loro, spesso vanno in contrasto con la Sacra Parola.
Gesù sempre ha dato al suo popolo visioni del Cielo, la loro eredità.
Poi, se davvero Gesù avesse voluto donare al suo popolo la testimonianza di un Santo in un tour dell’inferno o del Paradiso, non sarebbe Lazzaro il miglior candidato per una tale rivelazione?
Inoltre, Gesù vuole farci credere la Sua Parola. Egli vuole che noi abbiamo la fede “La fede è la sostanza delle cose che si sperano, dimostrazione delle cose che non si vedono” (Ebrei 11: 1)
Anche Paolo ha scritto che se la fede si basa sulle prove dei nostri occhi, non è più di fede.
Molti, a mio dire, sono solo falsi profeti che furono preannunciati