● Massimo Ripepi, “pastore” della chiesa di Gallico (RC) condannato per diffamazione
E pensare che molti membri di chiese si affidano proprio a questi tali per condurre le anime loro… Nicola Iannazzo
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Per il gip Davide Lauro, le feroci omelie hanno arrecato un danno alla destinataria delle invettive
Massimo Ripepi (Fratelli d’Italia) condannato per diffamazione
A febbraio del 2018 è stato condannato per diffamazione e danno d’immagine, aggravato dalla pubblicità dei mezzi di diffusione: si tratta di Massimo Ripepi, consigliere comunale di Reggio Calabria e candidato al Senato con Fratelli d’Italia. A rivelarlo al tempo dei fatti è La Repubblica, attraverso un articolo a firma della giornalista Alessia Candito.
Per mesi è stata bersagliata di insulti via mail, lettera e facebook e oggetto di mirate “omelie” durante le quali veniva paragonata al diavolo tentatore. Una vera e propria persecuzione che le avrebbe «cagionato un disagio psico-fisico, ed un forte timore per la sua incolumità», a detta della professionista. Ma così sembrano pensarla anche le istituzioni cui la donna si è rivolta.
La crociata contro di lei è infatti costata a Ripepi prima un ammonimento per stalking, emesso dal Questore Raffaele Grassi che in calce al provvedimento ricordava al politico-pastore «che a Reggio è disponibile il dipartimento di Salute mentale a cui potrà rivolgersi». Nel 2018, un decreto penale di condanna. Per il gip Davide Lauro, le feroci omelie di Ripepi «esorbitano del tutto ogni possibile riferimento alla libera espressione del pensiero e al libero esercizio del culto», per questo per lui ha stabilito una pena pecuniaria di 500 euro (ma con pena sospesa). Ripepi, come riferisce La Repubblica, sarebbe intenzionato però ad opporsi al provvedimento del Giudice.
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