● Il diritto di vivere dell’Evangelo
Il diritto di vivere dell’Evangelo
Fratelli e sorelle nel Signore, ultimamente sono rimasto veramente meravigliato di come taluni che stimavo essere persone spirituali si siano dimostrati invece essere carnali, pieni di invidia e di gelosia; uomini che giudicano secondo l’apparenza delle cose e non con giusto giudizio, che diffamano il proprio fratello e che sospettano il male sul proprio fratello.
Pensavo dunque fossero uomini più maturi nella fede, a motivo anche dei loro anni di fede, e invece si sono dimostrati essere ancora dei bambini in Cristo.
Ad ogni modo, “il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo vivano dell’Evangelo.” (1°Corinzi 9:14)
Ora, la Scrittura parla di un diritto a tal riguardo (cfr. 1°Corinzi 9; 2°Tessalonicesi 3:9), e tale diritto può essere usufruito o meno. Nonostante ciò, chi usufruisce di tale diritto, non può e non deve pretendere alcunché dai santi, per due semplici ragioni, primo perché confida nel Signore e sa che Egli stesso si prenderà cura di lui, e secondo perché sa che Iddio ama un donatore allegro.
Le offerte inoltre dovranno essere segrete, oltre che volontarie.
Coloro che ricevono devono fare buon uso di quanto hanno ricevuto, ma questi ultimi non sono tenuti a dire, a coloro dai quali hanno ricevuto i loro beni, l’uso che ne hanno fatto. E questo perché sia coloro che hanno dato, di buon animo e volenterosamente, e sia coloro che hanno ricevuto, compariranno entrambi un giorno davanti al Signore e renderanno conto a Lui, in quel giorno.
Se pensi che il ministro viva una vita agiata, nella prosperità, o che sia un falso ministro, o per qualsiasi altra ragione, nessuno ti costringe a dargli alcunché. Ognuno faccia dunque le proprie valutazioni e dia, se vuole, a coloro i quali ritiene opportuno che sia dato.
Forse Iddio vi condannerà se avrete dato, in buona fede, a quanti pensavate fossero dei veri ministri ma poi si sono rivelati essere falsi? O Iddio forse vi condannerà se avrete dato dei soldi a dei poveri bisognosi, che stimavate essere davvero dei poveri e nel bisogno ma che in realtà fingevano di esserlo? No, Iddio non vi condannerà, condannerà piuttosto coloro che hanno ricevuto ingiustamente.
Detto questo, bisogna chiarire un’altra cosa, e cioè che il diritto di vivere dell’Evangelo e il dare ai poveri bisognosi sono due cose differenti. Dico questo perché c’è chi dice che un ministro che annunzia l’evangelo e riceve delle offerte dai santi, debba essere necessariamente nel bisogno. Questo è falso, anche l’apostolo Paolo ad esempio ha imparato ad essere sia nell’abbondanza che nella penuria (cfr. Filippesi 4:10-19), e proprio in questa circostanza ai Filippesi specificó pure di non essere in quel preciso momento nel bisogno (cfr. Filippesi 4:11), ma di avere gradito ed accettato ugualmente, come un profumo di odor soave, quanto ricevette da loro (cfr. Filippesi 4:18).
Questo perché il diritto di vivere dell’Evangelo non è uguale alla limosina che si fa’ ai poveri e ai bisognosi.
Può capitare che un servitore di Dio riceva dei beni da dei fratelli, pur non essendo nel bisogno in quel preciso momento, ma ciò non significa che sia un servitore di mammona, o che si sia messo ad amare il danaro. E non significa neppure che debba necessariamente rifiutare quell’offerta, l’importante è l’uso che ne farà di quel che ha ricevuto, o in quel preciso momento o in futuro.
Finché quel servitore non mostri chiaramente i frutti amari di coloro che hanno abbandonato il Signore, mettendosi ad amare il presente secolo malvagio, non lo si potrà accusare di alcunché.
L’albero non lo si riconosce forse dal suo frutto? E un albero buono potrà dare mai dei frutti cattivi? Dunque solo se i frutti saranno cattivi, allora si potrà dire che quell’albero non è buono, ma è cattivo.
Ora, è egli lecito dunque sospettare del male su un servitore di Dio che abbia ricevuto delle offerte da parte di alcuni fratelli, senza che egli abbia chiesto o preteso nulla da loro, solamente per il fatto che in quel preciso momento egli non ne avesse alcun bisogno? Così non sia. La carità non sospetta il male (cfr. 1°Corinzi 13:5).
Ribadisco dunque fratelli cari nel Signore, come scrissi anche diversi giorni fa, che senza la carità non siamo nulla, ripeto: nulla!
La carità deve essere al centro di ogni cosa che facciamo, che diciamo o finanche pensiamo. A questa naturalmente va’ associata la verità, e seguitando verità in carità noi così cresciamo verso Colui che è il Capo, cioè Cristo Gesù.
Dunque la verità e la conoscenza delle Sacre Scritture devono camminare necessariamente di pari passo con la carità, non si possono scindere. Lo capite che la carità è il sentimento che ci deve caratterizzare e contraddistinguere da quelli di fuori? Lo capite che ci conosceranno, quali discepoli di Gesù, proprio da questo, e cioè se ci amiamo gli uni gli altri? (Cfr. Giovanni 13:35) Lo capite che dobbiamo sopportarci con amore gli uni gli altri? (Cfr. Efesini 4:2) E che per mezzo dell’amore dobbiamo servire gli uni gli altri? (Cfr. Galati 5:13)
Ma cos’è che non v’è chiaro? Perché tutta questa spietatezza? Perché tutto questo odio? Perché tutta questa maldicenza, contenzione e cattivi sospetti?
Ora, fatemi chiarire un’ultima cosa, al fine di non essere frainteso. Il fatto di essere caritatevoli non significa affatto di ‘giustificare il peccato, o il peccatore’; non significa neppure di essere liberi di andare contro ciò che è scritto nella Parola di Dio, perché ‘tanto ciò che importa è solo amarsi’; ma significa bensì di riprendere coloro che peccano ma col fine ultimo di recuperarli, e non di distruggerli, facendogli capire con molta calma e con i giusti toni, attraverso la Parola di Dio, dove stanno sbagliando; significa di rispondere sempre a vostra difesa a chiunque vi chieda o vi attacchi, ma con dolcezza e rispetto; significa di avere sempre una parola dolce che possa calmare il furore dei vostri avversari, e non contrabbattere sempre con un parlare duro che ecciti ancor di più l’ira. Significa essere pazienti, lenti all’ira, benigni, misericordiosi, pacifici, umili, dolci.
Gesù era così: imitiamolo.
Salvatore Larizza – Fonte: Facebook
Ascolta audio mp3:
In difesa del diritto nell’Evangelo che hanno i ministri del Vangelo
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