● Il “Vescovo” e il “Diacono”
Come deve essere chi aspira all’ufficio di vescovo
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Dei Vescovi e dei diaconi
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Secondo quello che insegna la Scrittura chi desidera assumere nella Chiesa l’ufficio di vescovo desidera un’opera buona perché vuole fare una cosa giusta nel cospetto di Dio; ma sia chi desidera questo ufficio, e sia la chiesa devono sapere quali requisiti deve avere chi aspira all’ufficio di vescovo per essere assunto come tale.
Ecco infatti quello che dice l’apostolo Paolo a Timoteo:
“Certa è questa parola: Se uno aspira all’ufficio di vescovo, desidera un’opera buona. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, assennato, costumato, ospitale, atto ad insegnare, non dedito al vino nè violento, ma sia mite, non litigioso, non amante del danaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figliuoli in sottomissione e in tutta riverenza (che se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che non sia novizio, affinchè, divenuto gonfio d’orgoglio, non cada nella condanna del diavolo. Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, affinchè non cada in vituperio e nel laccio del diavolo” (1 Tim. 3:1-7).
Ma in che consiste l’ufficio di vescovo? Esso consiste nel sorvegliare il gregge del Signore e nel cibarlo. Questo lo si apprende da delle parole che l’apostolo Paolo rivolse agli anziani della Chiesa di Efeso mentre ritornava a Gerusalemme dal viaggio che lo aveva portato in Asia, in Macedonia e in Grecia.
E’ scritto infatti che Paolo “da Mileto mandò ad Efeso a far chiamare gli anziani della chiesa” (Atti 20:17) e quando questi furono giunti presso di lui, egli rivolse loro molte parole tra le quali pure queste: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio…” (Atti 20:28).
Da questa esortazione di Paolo si intende chiaramente che il vescovo deve badare al gregge del Signore, sorvegliandolo (cioè proteggendolo dai lupi rapaci che s’insinuano in mezzo ad esso, vestiti da pecore), e dandogli il necessario nutrimento spirituale affinchè si fortifichi, e che per fare questo egli viene costituito dallo Spirito Santo.
A proposito di queste parole di Paolo vorrei che notaste che egli chiamò vescovi gli anziani della chiesa che egli aveva mandato a chiamare e riunito presso di lui a Mileto, il che fa capire che il Nuovo Testamento quando parla degli anziani della chiesa parla implicitamente dei vescovi della chiesa. Il termine anziano indica l’età matura del credente che ricopre l’ufficio di vescovo, mentre il termine vescovo indica la funzione dell’anziano che è quella di sorvegliare il gregge del Signore e difatti il termine greco tradotto con vescovo è episkopos che significa ‘sorvegliante’.
Le caratteristiche che deve avere il Vescovo.
Ma vediamo ora di esaminare una per una le caratteristiche che deve avere colui che aspira all’ufficio di vescovo nella Chiesa dell’Iddio vivente.
Il vescovo deve essere:
1) “irreprensibile” (1 Tim. 3:2), cioè senza colpa, che non è da riprendere su nulla;
2) “marito di una sola moglie” (1 Tim.3:2), ciò significa che bisogna che sia sposato (a tal proposito vi ricordo che Simon Pietro che disse nella sua prima epistola di essere anziano, era sposato), ma anche che non può essere assunto come vescovo chi è stato chiamato da Dio quando era già divorziato e già risposato con un’altra donna e la moglie precedente è ancora in vita, e neppure un arabo, che ha più di una moglie;
3) “sobrio” (1 Tim.3:2), cioè temperato anche per quanto riguarda il mangiare ed il bere, quindi non deve essere nè un ghiottone e nè un mangione (e neppure un dormiglione);
4) “assennato” (1 Tim.3:2) , cioè che si conduce con saggezza verso quelli di dentro e verso quelli di fuori;
5) “costumato“ (1 Tim.3:2) , cioè deve avere dei buoni costumi e non cattivi costumi come quello di intrattenere le pecore del Signore con buffonerie e facezie scurrili;
6) “ospitale“ (1 Tim.3:2) , cioè pronto ad ospitare i forestieri e i fratelli della chiesa;
7) “non deve essere violento“ , cioè non deve essere un uomo manesco che usa le sue mani per percuotere il suo prossimo;
8) “mite“ (1 Tim.3:2), cioè umile e lento all’ira;
9) “atto ad insegnare“ (1 Tim.3:2), cioè deve essere capace di insegnare le cose che si convengono alla sana dottrina ed anche capace di esortare nella sana dottrina e di convincere i contraddittori;
10) “non dedito al vino“ (1 Tim.3:3), cioè non deve essere un beone schiavo del vino;
11) “non litigioso“ (1 Tim.3:3), cioè non deve essere uno a cui piace litigare e contendere;
12) “non amante del danaro“ (1 Tim.3:3), cioè non deve essere uno che insegna per soldi e che per amore del danaro vende se stesso e la verità ai mercanti della pietà che vivono estorcendo danaro ai santi, ma deve essere uno che è contento delle cose che possiede;
13) “ che governi bene la propria famiglia e tenga i figliuoli in sottomissione e in tutta riverenza“ (1 Tim.3:4) , cioè deve avere dei figli fedeli che non siano accusati di essere ribelli ai genitori, ubriaconi o fornicatori, perchè se uno non sa governare la propria famiglia, non riuscirà neppure a prendersi cura della chiesa di Dio come si conviene;
14) “non sia novizio“ (1 Tim.3:6), cioè non deve essere uno che si è convertito da poco perchè gonfiandosi d’orgoglio cadrebbe sotto lo stesso giudizio sotto il quale è caduto il diavolo a motivo della sua superbia;
15) “bisogna che abbia pure una buona testimonianza da quelli di fuori“ (1 Tim.3:7), in altre parole, deve avere una buona reputazione fra quelli che non sono membri della famiglia di Dio e questo per evitare che cada in vituperio (ma in un vituperio meritato a motivo della sua condotta disordinata) e nel laccio del diavolo.
Voglio ricordarvi che è scritto: “Chi è che pasce un gregge e non si ciba del latte del gregge?” (1 Cor. 9:7); ciò significa che l’anziano che pasce la chiesa di Dio ha il diritto di non lavorare per essere dato completamente alla predicazione e all’insegnamento della Parola e perciò egli ha il diritto di mietere i beni materiali di quelli che ammaestra, secondo che è scritto: “Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra” (Gal. 6:6) ed ancora: “Gli anziani che tengono bene la presidenza, siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che faticano nella predicazione e nell’insegnamento; poichè la Scrittura dice: Non mettere la museruola al bue che trebbia; e l’operaio è degno della sua mercede” (1 Tim. 5:17,18; Deut. 25:4; Luca 10:7).
Le caratteristiche che deve avere il Diacono.
Per ciò che riguarda i diaconi, essi sono preposti nella chiesa a svolgere un’opera assistenziale in verso le vedove, gli orfani, i poveri, i forestieri, ma anche verso i ministri del Vangelo e verso tutti quelli che in seno alla chiesa hanno bisogno di essere assistiti.
Anche coloro che aspirano a questo ufficio devono avere delle caratteristiche ben precise che adesso esamineremo. Paolo dice:
1) “Parimente i diaconi debbono essere dignitosi” (1 Tim. 3:8), cioè devono avere una condotta decorosa e seria;
2) “non doppi in parole” (1 Tim. 3:8), cioè non persone che ti dicono prima una cosa e poi te ne dicono un’altra contraria alla precedente;
3) “non proclivi a troppo vino” (1 Tim. 3:8), cioè non devono essere persone inclini a bere il vino oltre la giusta misura permessa e sopportabile;
4) “non avidi di illeciti guadagni” (1 Tim. 3:8), cioè non amanti del danaro;
5) “uomini che ritengano il mistero della fede in pura coscienza” (1 Tim. 3:9), cioè uomini che serbano la fede esercitandosi ad avere una buona coscienza davanti a Dio e davanti agli uomini.
6) “I diaconi siano mariti di una sola moglie, e governino bene i loro figliuoli e le loro famiglie” (1 Tim. 3:12); qui vale lo stesso discorso fatto per il vescovo.
7) “E anche questi siano prima provati; poi assumano l’ufficio di diaconi se sono irreprensibili” (1 Tim. 3:10); ciò significa che coloro che si candidano all’ufficio di vescovo e coloro che si candidano all’ufficio di diacono devono essere prima messi alla prova e poi assunti se trovati irreprensibili.
Le mogli degli anziani e le mogli dei diaconi devono essere dignitose, non maldicenti, sobrie e fedeli in ogni cosa. È scritto: “Perchè quelli che hanno ben fatto l’ufficio di diaconi, si acquistano un buon grado e una gran franchezza nella fede che è in Cristo Gesù” (1 Tim. 3:13); ciò significa che coloro che avranno ben servito in seno alla casa di Dio, all’apparizione del Signore della gloria che è il Padrone di casa, saranno lodati e ricompensati da Lui stesso per la loro fedele opera a pro dei santi.
Secondo ciò che insegna la Scrittura può essere assunta nell’ufficio di diacono, anche la donna, se pure ella, dopo essere stata messa alla prova, viene trovata irreprensibile. Paolo, nella sua epistola ai santi di Roma, raccomandò loro una certa Febe, che era diaconessa della chiesa di Cencrea.
Ritengo doveroso ricordarvi che per essere assunti come diaconi non è necessario essere atti ad insegnare, e questo perchè i diaconi non sono preposti ad insegnare la Parola del Signore, ma ad assistere i santi.
Alla donna è permesso assistere i santi, ma non le è permesso di ammaestrare i santi; per questa ragione può essere eletta diaconessa. Oltre a ciò, ritengo doveroso dirvi che è giusto che gli anziani e i diaconi siano eletti dall’assemblea dei fratelli, perchè questo è confermato dalla Parola di Dio. Degli apostoli Paolo e Barnaba è detto che “fatti eleggere per ciascuna chiesa degli anziani, dopo avere pregato e digiunato, raccomandarono i fratelli al Signore, nel quale avevano creduto” (Atti 14:23); come potete ben vedere pure anticamente venivano eletti gli anziani, ma l’elezione avveniva dopo avere pregato e digiunato e questo perchè essa era considerata una cosa molto importante da non prendere alla leggera.
Anche per quanto riguarda l’elezione dei diaconi c’è un esempio nella Parola di Dio che mostra sì che essi venivano eletti dalla chiesa, ma anche che caratteristiche dovevano avere per essere eletti. Ecco cosa dice la Sacra Scrittura a proposito dell’elezione dei diaconi che avvenne a Gerusalemme: “Or in quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio degli Ellenisti contro gli Ebrei, perchè le loro vedove erano trascurate nell’assistenza quotidiana. E i dodici, raunata la moltitudine dei discepoli, dissero: Non è convenevole che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense. Perciò, fratelli, cercate di trovare fra voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, e che noi incaricheremo di quest’opera. Ma quant’è a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministerio della Parola. E questo ragionamento piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia; e li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani” (Atti 6:1-6).
Devono essere costituiti anziani, uomini giusti, santi e irreprensibili e non uomini che non hanno i requisiti necessari per essere assunti nell’ufficio di vescovo. Oggi, quasi tutti cercano di eleggere anziani, quelli che hanno un diploma, una laurea, molti beni materiali, una posizione sociale ‘prestigiosa’, un guardaroba ben fornito, insomma qualcuno che sappia parlare e abbia un’apparenza tale da poter essere definito ‘presentabile alla società moderna’. Le caratteristiche che deve avere un uomo per essere eletto vescovo, non vengono affatto tenute in considerazione da molti; ecco perchè oggi la posizione di anziano, in molte chiese, è ricoperta da uomini maneschi, violenti, arroganti, amanti del danaro, che non sono atti ad insegnare e che hanno dei figli che oltrepassano ogni limite di male.
Il Signore quando riprese Israele, disse tramite Osea: “Si sono stabiliti dei re, senz’ordine mio; si sono eletti dei capi a mia insaputa..” (Os. 8:4); oggi, molte chiese si sono elette come capi quelli che sono pronti e disposti a soddisfare tutte le loro cupidigie, quindi non c’è da meravigliarsi un gran che se molte chiese sono in balia di spietati predatori che non ricercano altro che il loro interesse e quello che torna a loro vergogna.
Molti dicono con la bocca che vogliono un risveglio, ma nello stesso tempo non vogliono sottomettersi ai comandamenti che hanno dato gli apostoli; l’anziano che vogliono eleggere deve essere come vogliono loro e non come vuole Dio; dicono a Dio: ‘Sia fatta la tua volontà’, ma gli mentono perchè nel loro cuore la decisione l’hanno già presa e la decisione è questa, e cioè che l’anziano deve essere corrotto come loro, e non santo e giusto perchè questo per loro sarebbe un disonore e una vergogna dinnanzi a quelli di fuori. Fratelli, nessuno vi seduca; attenetevi alle sane parole dell’apostolo Paolo e ne avrete del bene assai.
Giacinto Butindaro
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