● Guglielmo Standridge e i terremoti
Guglielmo Standrige e i terremoti
(91 minuti – scarica mp3)
_______________________
Guglielmo Standridge, responsabile di una Chiesa evangelica di Roma e capo redattore del giornale ‘La voce del vangelo’, nel suo libro ‘Coi terremoti Dio che c’entra?’ che ha avuto 4 edizioni, afferma quanto segue sui terremoti attuali:
‘È stato notato che i terremoti sono più numerosi in alcune zone del mondo, Giappone e Cina, per esempio, in oriente, e Italia, Grecia, i Balcani e nord Africa, in occidente. Dal confronto di queste zone, si è arrivati alla teoria che esistano nella crosta della terra delle fratture, o faglie, lunghe anche centinaia di chilometri. Secondo questa teoria, i terremoti avverrebbero quando, a motivo delle pressioni esercitate sulla superficie o in profondità, si produrrebbe un certo slittamento fra i due lati di queste fratture. Una teoria più recente afferma, invece, che esisterebbe circa una dozzina di zolle tettoniche che formano la crosta terrestre, e che queste sarebbero in costante, impercettibile movimento. Sarebbero un po’ come delle grandi lastre di ghiaccio che galleggiano e si scontrano in un mare appena scongelato. L’Italia sarebbe in una posizione particolarmente infelice, in un punto di incontro, o di scontro, fra una zolla formata dall’eurasia, che preme da est, una seconda zolla europea, che preme da ovest, ed una terza zolla africana che preme dal sud. Queste zolle, profonde circa cento chilometri, si muoverebbero di alcuni centimetri all’anno, premendo l’una sull’altra con una forza incredibile. Dal loro incontro deriverebbero non solo i terremoti, ma anche il sorgere di nuovi vulcani, l’azione di quelli esistenti e la formazione delle catene montagnose. Dato che si può definire l’origine dei terremoti e spiegare tutto scientificamente, si potrebbe concludere che Dio non c’entra. Certamente si può concludere che il terremoto non è un segno dell’ira di Dio contro un qualsiasi villaggio o nazione, come alcuni religiosi hanno avuto la sfrontatezza di dire. Dio non ha “voluto punire” con la morte nessuna delle vittime. I danni subiti non sono “colpa” di Dio. Il terremoto è soltanto il risultato di leggi della fisica, o della natura, che hanno provocato quelle scosse in quelle zone in quel momento. Forse, in alcuni casi, i morti e i danni potrebbero dipendere, in parte, addirittura dagli uomini, che non hanno badato, nelle costruzioni, al pericolo di terremoti o non hanno applicato le leggi antisismiche governative. Il fatto che un terremoto si è abbattuto sull’Italia e non sulla Svezia, si spiega non come giudizio di Dio, ma unicamente come un risultato delle formazioni geologiche in movimento’ (Guglielmo Standridge, Coi terremoti Dio che c’entra?, Associazione Verità Evangelica, IV Edizione, 2009, pag. 5-7).
Dunque, Standridge spiega l’origine dei terremoti nella stessa maniera in cui li spiegano gli scienziati.
Certo, lui riconosce che ‘anche i terremoti avvengono secondo un piano di Dio’ (ibid., pag. 8), ma nega ‘che Egli li scatena come punizioni contro delle persone o delle nazioni particolari’ (ibid., pag. 8). Essi sarebbero la conseguenza della violazione delle leggi della natura: ‘Dio ha stabilito delle leggi della natura ed ha decretato che la ribellione dell’uomo avrebbe portato risultati gravi e tristi, sia a livello personale che planetario’ (ibid., pag. 8).
‘Alcuni sciocchi hanno pensato che il terremoto fosse il giudizio sulla gente particolarmente cattiva’ (ibid., pag. 8).
E per provare questo cita queste parole tratte dal Vangelo scritto da Luca: “In quello stesso tempo vennero alcuni a riferirgli il fatto de’ Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato coi loro sacrificî. E Gesù, rispondendo, disse loro: Pensate voi che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei perché hanno sofferto tali cose? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, tutti similmente perirete. O quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate voi che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, tutti al par di loro perirete” (Luca 13:1-5), e difatti subito dopo dice: ‘Perciò, possiamo capire con sicurezza che i terremoti, e altri simili disastri, non sono un giudizio di Dio su certe persone particolarmente cattive’ (ibid., pag. 9).
Ma allora cosa sono i terremoti per Standridge? Sono degli ammonimenti o degli avvertimenti, in quanto ci dicono che ‘la vita è breve ed incerta per tutti’ (ibid., pag. 10). Per cui – dice lui – ‘si può dire con assoluta certezza che il terremoto non è un giudizio sui morti, ma un avvertimento per i vivi. Tu questo avvertimento lo hai capito?’ (ibid., pag. 11).
Dopo avere parlato dei terremoti attuali, Standridge passa a parlare dei terremoti futuri ed afferma:
‘La Bibbia predice per il futuro dei terremoti più numerosi e più devastanti di quelli del passato o del presente. Qual è il piano di Dio, rivelato nella Bibbia, riguardo ai terremoti? Abbiamo già visto che non è possibile attribuire i terremoti attuali a Dio come un giudizio su questo o quell’altro paese. È ovvio che i terremoti avvengono per cause “naturali” e secondo delle leggi che via via si stanno scoprendo. Dietro a quelle leggi, però, vi è un Dio onnipotente e eterno, che non ha soltanto creato il mondo, ma che ne ha deciso anche il destino. Secondo la Bibbia, Dio, nella sua onniscienza e onnipotenza, sa esattamente ciò che avverrà nel mondo, ed ha stabilito tutto per un suo scopo. Quando Gesù parlò, per esempio, con i suoi discepoli, della fine del mondo, si trattava di un argomento che interessava tanto loro quanto noi oggi. Egli fece loro una serie di profezie, o avvertimenti, per cui sarebbe stato possibile, per chi conosceva e credeva alle sue parole, prevedere la fine dell’epoca presente e prepararsi ad essa. Nel vangelo di Matteo, al capitolo 24, fra i diversi “segni” della fine del tempo presente, Gesù accennò a guerre, rivoluzioni, carestie e terremoti. “Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi” (Vangelo di Matteo, cap. 24, versetto 7). Nel suo commento a questo passo biblico, lo studioso biblico René Pache ha scritto: “Come è noto, vi sono stati sempre dei terremoti, ma la Scrittura annunzia che si moltiplicheranno e si intensificheranno alla fine dei tempi. Senza per questo dire di quanto siamo più vicini ai suddetti avvenimenti, molti credenti ed anche molti scienziati constatano da alcuni anni un innegabile aggravarsi dei sismi”. Secondo una stima che certamente sbaglia per difetto, oltre un milione e mezzo di vite umane sono state distrutte dai terremoti nel secolo scorso. Di queste, circa la metà sono morte negli ultimi decenni. Si tratta di un aumento sorprendente e spaventoso! In base alle parole di Gesù, Dio ha stabilito che il travaglio non solo morale e politico, ma anche della natura, in questo nostro pianeta aumentasse prima del ritorno di Cristo e della fine di questa epoca. Per quale motivo? Il motivo è sempre lo stesso: risvegliare le coscienze delle persone che vivono senza Dio, affinché si ravvedano e credano in lui. Un secondo motivo è risvegliare le coscienze dei credenti, perché si rendano conto della provvisorietà delle cose materiali, e si occupino, piuttosto, della vita spirituale e la diffusione del vangelo. Le profezie bibliche non indicano soltanto un aumento nel numero dei terremoti nel periodo attuale, ma predicono alcuni fenomeni ancora più grandi in un tempo futuro. L’ultima parte della Scrittura, l’Apocalisse, descrive i giudizi che Dio manderà sul mondo per punire definitivamente il male e riscattare l’universo. I giudizi saranno di varia natura, ma tra questi vi saranno anche numerosi grandi terremoti. Ecco alcune descrizioni contenute nelle visioni dell’apostolo Giovanni, riguardo al futuro: “Si fece un gran terremoto: il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue … e ogni montagna e ogni isola furono rimosse dal loro luogo” (Apocalisse, cap. 6, versetti 12 e 14). “Ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto” (cap. 8, versetto 5). “Ci fu un grande terremoto e la decima parte della città crollò e settemila persone furono uccise nel terremoto, e i superstiti furono spaventati e diedero gloria al Dio del cielo” (cap.11, versetto 13). “Ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da quando gli uomini sono sulla terra non se n’è avuto uno altrettanto disastroso …. Ogni isola scomparve e i monti non furono più trovati” (Apocalisse, cap. 16, versetti 18 e 20). Alla luce di queste descrizioni di terremoti futuri, che porteranno una distruzione non solo di vite umane e di città, ma anche della natura stessa, vi è ancora un’ultima cosa da imparare. Mentre è vero che i terremoti attuali non sono dei giudizi divini direttamente sulle persone che li subiscono, essi possono essere per noi anche degli avvertimenti simbolici di ciò che avverrà nel futuro. Il panico, le grida, il pianto, le preghiere e le bestemmie, la paura e la disperazione sono soltanto degli esempi di ciò che avverrà quando Dio deciderà finalmente di giudicare e condannare questo mondo corrotto’ (ibid., pag. 12-15).
Dunque, giungerà un periodo della storia dell’umanità in cui i terremoti saranno finalmente dei giudizi di Dio contro questo mondo corrotto!
Passiamo ora a confutare i ragionamenti di Standridge.
Egli sbaglia grandemente nell’attribuire i terremoti attuali a delle leggi naturali, in quanto la Bibbia dice che essi avvengono per l’ira di Dio, per cui sono una manifestazione dell’ira di Dio.
La Scrittura dice che per l’ira di Dio trema la terra (cfr. Geremia 10:10),
e difatti sempre la Scrittura dice che ai giorni di Uzzia ci fu un forte terremoto (cfr. Zaccaria 14:5), che era stato predetto da Dio tramite il profeta Amos contro Israele a motivo della malvagità che imperava tra il popolo:
“Così parla l’Eterno: Per tre misfatti d’Israele, anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza. Perché vendono il giusto per danaro, e il povero se deve loro un paio di sandali; perché bramano veder la polvere della terra sul capo de’ miseri, e violano il diritto degli umili, e figlio e padre vanno dalla stessa femmina, per profanare il nome mio santo. Si stendono presso ogni altare su vesti ricevute in pegno, e nella casa dei loro dèi bevono il vino di quelli che han colpito d’ammenda. Eppure, io distrussi d’innanzi a loro l’Amoreo, la cui altezza era come l’altezza dei cedri, e ch’era forte come le querce; e io distrussi il suo frutto in alto e le sue radici in basso. Eppure, io vi trassi fuori del paese d’Egitto, e vi condussi per quarant’anni nel deserto, per farvi possedere il paese dell’Amoreo. E suscitai tra i vostri figliuoli de’ profeti, e fra i vostri giovani de’ nazirei. Non è egli così, o figliuoli d’Israele? dice l’Eterno. Ma voi avete dato a bere del vino ai nazirei, e avete ordinato ai profeti di non profetare! Ecco, io farò scricchiolare il suolo sotto di voi, come lo fa scricchiolare un carro pien di covoni. All’agile mancherà modo di darsi alla fuga, al forte non gioverà la sua forza, e il valoroso non salverà la sua vita; colui che maneggia l’arco non potrà resistere, chi ha il piè veloce non potrà scampare, e il cavaliere sul suo cavallo non salverà la sua vita; il più coraggioso fra i prodi, fuggirà nudo in quel giorno, dice l’Eterno. ….. Ascoltate questo, o voi che vorreste trangugiare il povero e distruggere gli umili del paese; voi che dite: ‘Quando finirà il novilunio, perché possiam vendere il grano? Quando finirà il sabato, perché possiamo aprire i granai, scemando l’efa, aumentando il siclo, falsificando le bilance per frodare, comprando il misero per danaro, e il povero se deve un paio di sandali? E venderemo anche la vagliatura del grano!’ L’Eterno l’ha giurato per colui ch’è la gloria di Giacobbe: Mai dimenticherò alcuna delle vostre opere. Il paese non tremerà esso a motivo di questo? Ogni suo abitante non ne farà egli cordoglio? Il paese si solleverà tutto quanto come il fiume, ondeggerà, e s’abbasserà come il fiume d’Egitto” (Amos 2:6-16; 8:4-8).
Notate in particolare queste parole pronunciate da Dio: “Ecco, io farò scricchiolare il suolo sotto di voi, come lo fa scricchiolare un carro pien di covoni” che confermano pienamente che un terremoto avviene per diretto intervento di Dio che fa tremare la terra; e queste altre: “Il paese non tremerà esso a motivo di questo?” che confermano che un terremoto è un giudizio di Dio contro coloro che fanno il male, infatti ai giorni di Amos gli Israeliti erano dati al male, e Dio a causa della loro malvagità li punì anche con un terremoto. Dico anche, perchè i giudizi di Dio furono di varia natura. Oltre i terremoti Dio mandò la siccità per esempio contro Israele a motivo delle loro malvagie azioni (cfr. Amos 4:7).
E che sia Dio a mandare i terremoti contro gli uomini è anche confermato da quello che dice sempre il profeta Amos quando domanda:
“Una sciagura piomba ella sopra una città, senza che l’Eterno ne sia l’autore?” (Amos 3:6).
Dunque, si può dire tranquillamente: ‘Un terremoto piomba esso su una città o una nazione senza che l’Eterno ne sia l’autore?’ E’ evidente che la risposta è no, perchè è proprio Dio a mandare anche i terremoti.
E poi, dico io, ma se la Scrittura chiama Dio “Colui che castiga le nazioni” (Salmo 94:10), e dice che “Egli, l’Eterno, è l’Iddio nostro; i suoi giudizi s’esercitano su tutta la terra” (Salmo 105:7), come castiga le nazioni esercitando i suoi giudizi contro di esse, se non mandando anche i terremoti contro di esse?
Certamente i terremoti fanno parte del piano di Dio, sia quelli già avvenuti che quelli che ancora devono avvenire, ma sono tutti dei giudizi di Dio.
Il terremoto che avvenne ai giorni del re Uzzia quando avvenne? Non avvenne centinaia di anni prima di Cristo? Fu un giudizio di Dio? Certo che lo fu, e quindi perchè dovremmo escludere che il recente terremoto in Giappone o quello verificatosi in Abruzzo e così via siano dei giudizi di Dio? Per quale recondito motivo dovremmo farlo? O meglio per quale ragione fondata sulla Bibbia dovremmo farlo? Forse per quella addotta da Standridge quando spiega l’uccisione di quei Galilei da parte di Pilato, e la morte di quei diciotto causata dalla caduta su di essi della torre di Siloe? Certamente no, infatti Gesù con quelle parole non volle assolutamente dire che quegli avvenimenti non erano stati dei giudizi di Dio, ma che quei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con i loro sacrifici non avevano sofferto quelle cose perchè erano più peccatori di tutti i Galilei, come anche quei diciotto sui quali era caduta la torre di Siloe non morirono perchè erano più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme. Le cose quindi stanno diversamente da come le spiega Standridge, perchè comunque sia quelle persone erano peccatori e colpevoli, e comunque sia quello che accadde loro fu un giudizio di Dio. Quello fu il giudizio di Dio verso quelle persone colpevoli e peccatrici, ma non tutti i peccatori o i colpevoli Dio li giudica nella stessa maniera. Dipende da Lui il tipo di giudizio con il quale vengono giudicati o puniti i peccatori sulla terra.
E così anche quando succedono i terremoti, noi non stiamo dicendo che il terremoto è piombato su quella città o su quella nazione perchè era più peccatrice o colpevole di altre città o nazioni, ma solo che quello è stato il giudizio che Dio ha deciso di usare contro quella città o quella nazione.
Vi faccio un esempio: io non dico che le persone morte nel terremoto dell’Abruzzo fossero più peccatrici o colpevoli di quelle che sono rimaste vive, o magari di quelle che vivono qui a Roma, ma solo che Dio ha decretato di porre termine alla vita terrena di alcuni peccatori in quella zona tramite il terremoto. Questo è stato il suo giudizio. Ma come ho detto prima, Dio esercita altri tipi di giudizi contro i malvagi sulla terra. Quindi il fatto che una città o una nazione non vengano colpiti da Dio con un terremoto, non significa che là non ci siano peccatori che meritano di morire a motivo della loro malvagità e di cui Dio ha decretato la loro morte, ma solo che essi moriranno colpiti da Dio in un altra maniera; come anche va detto, che Dio punisce i peccatori non necessariamente facendoli morire, ma per esempio anche mandando su di loro delle malattie o privandoli di loro beni materiali.
Un’altro giudizio che Dio infligge per esempio contro i peccatori, è la siccità. Ora, anche la siccità viene spiegata scientificamente oggi da molti. Ascoltate quello che dicono gli scienziati per spiegarla:
‘Il termine siccità indica la prolungata mancanza d’acqua, in genere per insufficienti precipitazioni atmosferiche; si intende anche l’aridità del terreno che ne consegue. Dal punto di vista umano, la siccità non è semplicemente un fenomeno fisico, ma piuttosto un evento che segna la rottura dell’equilibrio tra la naturale disponibilità d’acqua e il consumo che ne fanno le attività umane e che può causare gravi danni sia all’ecosistema naturale sia alle attività agricole delle zone colpite. Un periodo di siccità può durare anche diversi anni, benché anche un breve ma intenso episodio possa essere altrettanto devastante. In molte regioni del pianeta, la siccità è un evento periodico e, con adeguate strategie, parzialmente contrastabile. In generale, le precipitazioni atmosferiche dipendono dalla quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera e dalla contemporanea risalita delle masse d’aria che lo contengono. Se qualcosa attenua questi due fenomeni, si genera una situazione di siccità; possibili fattori possono essere: – un periodo anomalo di prevalenza di sistemi di alta pressione; – venti in prevalenza continentali, che portano masse d’aria secche anziché quelle più umide degli oceani; – El Niño o altri cicli termici oceanici; – la deforestazione; – infine, anche il riscaldamento globale potrebbe avere un sostanziale impatto dannoso sull’agricoltura, soprattutto nelle nazioni in via di sviluppo’ (Sito ‘Riscaldamento globale’ http://globalwarming.altervista.org/siccita.htm)
Che dovremmo dire dunque nel caso della siccità? Che Dio non c’entra niente neppure nelle siccità? Che anche le siccità attuali non sono un giudizio di Dio contro gli abitanti della terra? Ma che dice la Bibbia? Non dice forse che la siccità è Dio a mandarla come punizione? Vediamo alcuni passi biblici a tal proposito.
In Giobbe è scritto:
“Egli [Dio] trattiene le acque, e tutto inaridisce” (Giobbe 12:15);
Dio disse ad Israele tramite Mosè:
“Ora, se tu ubbidisci diligentemente alla voce dell’Eterno, del tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti che oggi ti do, avverrà che l’Eterno, il tuo Dio, ti renderà eccelso sopra tutte le nazioni della terra; e tutte queste benedizioni verranno su te e si compiranno per te, se darai ascolto alla voce dell’Eterno, dell’Iddio tuo: … L’Eterno aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo, e per benedire tutta l’opera delle tue mani, e tu presterai a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito. …. Ma se non ubbidisci alla voce dell’Eterno, del tuo Dio, se non hai cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti e tutte le sue leggi che oggi ti do, avverrà che tutte queste maledizioni verranno su te e si compiranno per te: …. L’Eterno ti colpirà di consunzione, di febbre, d’infiammazione, d’arsura, d’aridità, di carbonchio e di ruggine, che ti perseguiteranno finché tu sia perito. Il tuo cielo sarà di rame sopra il tuo capo, e la terra sotto di te sarà di ferro. L’Eterno manderà sul tuo paese, invece di pioggia, sabbia e polvere, che cadranno su te dal cielo, finché tu sia distrutto” (Deuteronomio 28:1-2, 12,15,22-24);
ed ancora Dio disse a Israele tramite Amos:
“E v’ho pure rifiutato la pioggia, quando mancavano ancora tre mesi alla mietitura; ho fatto piovere sopra una città, e non ho fatto piovere sopra un’altra città; una parte di campo ha ricevuto la pioggia, e la parte su cui non ha piovuto è seccata. Due, tre città vagavano verso un’altra città per bever dell’acqua, e non potean dissetarsi; ma voi non siete tornati a me, dice l’Eterno” (Amos 4:7-8).
Dunque, per tornare ai terremoti, diciamo questo: come il grande terremoto che deve ancora accadere secondo che è scritto in Apocalisse: “Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria; e una gran voce uscì dal tempio, dal trono, dicendo: È fatto. E si fecero lampi e voci e tuoni; e ci fu un gran terremoto, tale, che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte. E la gran città fu divisa in tre parti, e le città delle nazioni caddero; e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle il calice del vino del furor dell’ira sua” (Apocalisse 16:17-19), sarà una manifestazione della Sua ira contro il mondo in quanto la coppa che il settimo angelo verserà nell’aria è una delle coppe dell’ira di Dio secondo che è scritto: “E udii una gran voce dal tempio che diceva ai sette angeli: Andate e versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio” (Apocalisse 16:1); così anche gli attuali terremoti sono la manifestazione della Sua ira, a motivo della quale trema la terra.
Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.
La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con voi
Giacinto Butindaro
Tratto da: http://giacintobutindaro.org/2011/04/21/guglielmo-standridge-e-i-terremoti/
________________________________________________________________________________
Articoli correlati:
● Lettera aperta a Raniero Cantalamessa predicatore della Casa pontificia
● ADI: e i terremoti diventarono ‘la furia della natura’
● Terremoti – Una parola di riprensione per Salvatore Cusumano, pastore ADI