● Alcune ragioni sul perchè ci sono dei bambini che nascono malati o con gravi disfunzioni fisiche
Perchè ci sono dei bambini che nascono malati o con gravi disfunzioni fisiche
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“Come mai ci sono dei bambini che nascono con delle malattie ed anche con gravi disfunzioni fisiche?”
Ora, le ragioni per cui un bambino nasce malato o con deficienze fisiche possono essere le seguenti.
La prima è che sia una punizione di Dio, infatti Dio dice:
“io punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano” (Es. 20:5).
Ovviamente tu dirai: ‘Come può un Dio così buono e misericordioso colpire il figlio di qualcuno per un suo misfatto personale?’ Bene, ricordati che Dio è anche giusto e fa mietere ad ognuno il frutto della sua malvagità. Tu sai per esempio che ci sono alcuni che in virtù di alcuni loro vizi contro natura mettono al mondo dei figli con l’AIDS; non pensi che ciò sia la conseguenza dell’iniquità dei genitori? Ma tornando al fatto della punizione di Dio, ti voglio ricordare quello che avvenne al re Davide.
Come tu sai il re Davide una notte mandò a chiamare Bath-Sheba, la moglie di Uria lo Hitteo, e si giacque con essa mettendola incinta, e in seguito fece uccidere il marito di Bath-Sheba. Ora, tu sai che Davide era un uomo secondo il cuore di Dio; ma che fece Dio? Chiuse gli occhi, lasciò stare Davide? No, ma gli mandò Nathan il profeta per annunciargli i suoi giudizi contro di lui.
Tra questi giudizi ci fu pure il seguente. Dio gli disse:
“Nondimeno, siccome facendo così tu hai data ai nemici dell’Eterno ampia occasione di bestemmiare, il figliuolo che t’è nato dovrà morire’ (2 Samuele 12:14).
Nathan se ne tornò a casa sua. E l’Eterno colpì il bambino che la moglie di Uria avea partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato. Ora, io ti chiedo: ‘Non credi che Davide e Bath-Sheba soffrirono per questa malattia di cui fu colpito il bambino partorito da Bath-Sheba?’ Io credo di sì.
Tieni presente anche che Davide digiunò per sette giorni in favore del bambino, pensando e sperando che Dio avrebbe avuto pietà del bambino, ma le sue preghiere e il suo digiuno non servirono a nulla; il bambino fu fatto morire da Dio (2 Sam. 12:16-18).
Che colpa aveva quel bambino per essere stato colpito da Dio? Io credo nessuna, tuttavia Dio agì con giustizia nei confronti di Davide.
Ovviamente la punizione Dio può infliggerla anche colpendo di malattia un bambino mentre è ancora nel seno della madre. Naturalmente, questa ragione è difficile da accettare, ma la Scrittura ci autorizza a sostenerla.
Ma c’è anche un’altra ragione per cui talvolta Dio fa nascere un bambino in queste condizioni, ed è “affinché le opere di Dio siano manifestate in lui” (Giov. 9:3), quindi in vista della sua gloria nel senso che poi Egli guarirà il bambino nato in quelle condizioni, traendo gloria per il suo nome, come nel caso del cieco nato a cui Gesù diede la vista quando questi era in età adulta (cfr. Giov. 9:6-34). Tieni presente che di questi casi di bambini nati zoppi, ciechi, o sordi, o con altre anomalie fisiche ce ne sono stati anche in questo secolo, e che quando è avvenuta la guarigione i genitori se erano dei credenti si sono fortificati nel Signore, se invece erano increduli si sono convertiti al Signore.
Quindi io credo che la cosa migliore da fare per un credente in verso quelle famiglie che hanno dei figli nati malati è quella di incoraggiare i genitori ad avere fede in Dio e a pregarlo affinché guarisca il loro figlio o la loro figlia, io credo fermamente che nel nome di Gesù Cristo gli ammalati vengono guariti ancora oggi. “Pregate gli uni per gli altri onde siate guariti; molto può la supplicazione del giusto fatta con efficacia”, dice Giacomo (Giac. 5:16).
Quindi, non ci si tiri indietro dal dire a queste persone che il Signore Gesù Cristo può guarire la loro figlia o il loro figlio; siano esortati – se ancora non sono dei credenti – a credere nel Signore Gesù Cristo innanzi tutto per la loro salvezza e poi per la guarigione del malato.
Sapete? Talvolta Dio “libera l’afflitto mediante l’afflizione, e gli apre gli orecchi mediante la sventura” (Giob. 36:15). La nostra speranza è che la famiglia sventurata, se ancora non è nella fede, mediante questa sventura possa venire alla conoscenza della verità: non sarebbe la prima volta che una cosa simile avviene. Quanti genitori nella disperazione per un figlio drogato o un figlio malato sono andati al Signore! La stessa cosa vale nel caso i genitori siano dei credenti, siano esortati a credere che il Signore può guarire il loro figlio o la loro figlia malata. In questa maniera essi si fortificheranno nel Signore e cominceranno ad aspettare la sua potente liberazione.
Ovviamente, sia fatta la volontà di Dio, Dio regna e fa quello che vuole. Io non posso assicurare che è la volontà di Dio che egli guarisca ogni bambino nato deformato o malato, ma fino a quando Dio non dice che non è la sua volontà guarire qualcuno occorre insistere presso il trono della sua grazia con fede: lui è l’Onnipotente ed è Misericordioso, ricordatevelo sempre.
Una cosa va detta a riguardo dell’eventualità che il Signore abbia deciso di non guarire un figlio o una figlia di una coppia di credenti con una buona coscienza e che lo invocano in fede e in verità per la guarigione del loro figlio o della loro figlia; in questo caso certamente una delle ragioni per cui il Signore decide di non esaudirli è quella di mantenerli umili, sì perché l’afflizione ci tiene umili, la prova – malattia o altro che sia – ci impedisce di insuperbirci.
Nella Scrittura abbiamo un esempio di come talvolta il Signore al fine di non far insuperbire dei suoi figliuoli infligge loro quella che apparentemente sembrerebbe una punizione per un loro misfatto e rifiuta di rimuovere questa afflizione alle loro suppliche, l’esempio è quello dell’apostolo Paolo.
Ecco quanto lui stesso dice ai santi di Corinto:
“E perché io non avessi ad insuperbire a motivo della eccellenza delle rivelazioni, m’è stata messa una scheggia nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi ond’io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto: La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi su me. Per questo io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando son debole, allora sono forte” (2 Cor. 12:7-10).
Come si può ben vedere, alle richieste, precisamente furono tre, di Paolo di rimuovere l’angelo di Satana postogli da Dio per schiaffeggiarlo, il Signore gli rispose che la sua grazia gli bastava perchè nella sua debolezza egli avrebbe mostrato la sua potenza. L’angelo di Satana in altre parole avrebbe continuato a schiaffeggiarlo affinchè Paolo non si insuperbisse a motivo della eccellenza delle rivelazioni ricevute. Ciò lo avrebbe reso debole, ma nello stesso tempo anche forte. La risposta a quelle sue specifiche richieste dunque fu negativa, dal punto di vista umano, ma ovviamente giusta da parte di Dio che sa sempre quello che fa e per quale motivo lo fa. Le sue vie sono giustizia, anche quando ci risponde negativamente. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.
Tratto da: http://www.lanuovavia.org/faq_bambini1.html
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“Caro fratello Butindaro ho appena letto una sua risposta al quesito “Come mai ci sono dei bambini che nascono con delle malattie ed anche con gravi disfunzioni fisiche?”; la cosa che mi ha fatto letteralmente rabbrividire è questa, copio interamente la tua risposta così la riconoscerai sicuramente:
“Ora, le ragioni per cui un bambino nasce malato o con deficienze fisiche possono essere le seguenti. La prima è che sia una punizione di Dio infatti Dio dice “io punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano” (Es. 20:5). Ovviamente tu dirai: ‘Come può un Dio così buono e misericordioso colpire il figlio di qualcuno per un suo misfatto personale?’ Bene, ricordati che Dio è anche giusto e fa mietere ad ognuno il frutto della sua malvagità. Tu sai per esempio che ci sono alcuni che in virtù di alcuni loro vizi contro natura mettono al mondo dei figli con l’AIDS; non pensi che ciò sia la conseguenza dell’iniquità dei genitori? Ma tornando al fatto della punizione di Dio, ti voglio ricordare quello che avvenne al re Davide. Come tu sai il re Davide una notte mandò a chiamare Bath-Sheba, la moglie di Uria lo Hitteo, e si giacque con essa mettendola incinta, e in seguito fece uccidere il marito di Bath-Sheba. Ora, tu sai che Davide era un uomo secondo il cuore di Dio; ma che fece Dio? Chiuse gli occhi, lasciò stare Davide? No, ma gli mandò Nathan il profeta per annunciargli i suoi giudizi contro di lui. Tra questi giudizi ci fu pure il seguente. Dio gli disse: “Nondimeno, siccome facendo così tu hai data ai nemici dell’Eterno ampia occasione di bestemmiare, il figliuolo che t’è nato dovrà morire’ (2 Sam. 12:14). Nathan se ne tornò a casa sua. E l’Eterno colpì il bambino che la moglie di Uria avea partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato. Ora, io ti chiedo: ‘Non credi che Davide e Bath-Sheba soffrirono per questa malattia di cui fu colpito il bambino partorito da Bath-Sheba?’ Io credo di sì. Tieni presente anche che Davide digiunò per sette giorni in favore del bambino, pensando e sperando che Dio avrebbe avuto pietà del bambino, ma le sue preghiere e il suo digiuno non servirono a nulla; il bambino fu fatto morire da Dio (2 Sam. 12:16-18). Che colpa aveva quel bambino per essere stato colpito da Dio? Io credo nessuna, tuttavia Dio agì con giustizia nei confronti di Davide. Ovviamente la punizione Dio può infliggerla anche colpendo di malattia un bambino mentre è ancora nel seno della madre. Naturalmente, questa ragione è difficile da accettare, ma la Scrittura ci autorizza a sostenerla’.
Il dubbio che mi nasce spontaneo è questo: nella Parola di Dio è scritto in Giovanni 9:1-3 (nota il verso 3)
“E passando vide un uomo ch’era cieco fin dalla nascita. E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? Gesù rispose: Né lui peccò, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui”
(Sappiamo tutti e due benissimo che Gesù è venuto per adempiere la legge).
In Ezechiele 18:18: Suo padre, siccome è stato un oppressore, ha commesso rapine a danno del fratello e ha fatto ciò che non è bene in mezzo al suo popolo, ecco che muore per la sua iniquità. 18:20 La persona che pecca è quella che morirà, il figlio non pagherà per l’iniquità del padre, e il padre non pagherà per l’iniquità del figlio; la giustizia del giusto sarà sul giusto, l’empietà dell’empio sarà sull’empio. in Deuteronomio 24:16: Non si metteranno a morte i padri per colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato.
Ora, presupposto che: “Deuteronomio 17:6 Colui che dovrà morire sarà messo a morte sulla deposizione di due o di tre testimoni; non sarà messo a morte sulla deposizione di un solo testimonio”, ho esposto 3 versi che vanno contro alla tua tesi. Che ne pensi?
vorrei capire come fai ad affermare che un bambino, puro alla nascita, possa essere afflitto da una punizione da Dio, per causa poi non imputabile a lui, quando poi sappiamo che tutti siamo responsabili delle nostre azioni. “Se mio padre non vuole convertirsi perchè dovrei io pagare per lui, quando poi Gesù ha pagato per tutti”.
Capisco l’esempio di Davide che hai citato, ma personalmente ho comparato vari passi della Bibbia, sia del NT che AT, con cui ti ho motivato la mia risposta.
Per quanto riguarda Davide, a mio avviso, era un eccezione, perchè, come saprai, molte cose della vita in Dio sono personali e quindi variabili da persona a persona, senza contare poi, che nel caso di Davide, Dio non avrebbe potuto mai permettere che suo figlio, frutto di una sua trasgressione, salisse al trono.
Fammi sapere che ne pensi, Dio ci aiuti e ogni cosa sia fatta per il prosieguo della Sua opera”.
Innanzi tutto vorrei ribadire che nella mia risposta io non ho detto che tutti i bambini che nascono malati nascono in seguito ad una punizione di Dio verso i loro genitori, ma solo che in alcuni casi la ragione è questa. Difatti ho anche detto che in altri casi si tratta di una prova per i genitori, e quindi non è a cagione di un peccato dei genitori e in altri casi ancora è avvenuto così affinché le opere di Dio siano manifestate in lui e Dio tragga gloria da quella malattia.
Per cui nessuno mi può dire che io affermo che in ogni caso di malattia di un neonato o di una sua deformazione, si tratta di un giudizio di Dio contro i genitori o uno dei genitori. Può succedere, e succede, ma non sempre è per questa ragione. Dio ovviamente sa quando si tratta di un caso e quando si tratta di un altro; io ho solo detto quali possono essere le ragioni.
Riguardo ai passi che mi hai citato io sono d’accordo con essi, ma se tu leggi attentamente questi passi noterai che in essi Dio non dice che Lui non può punire delle persone facendogli morire i propri figli o magari colpendoli con delle malattie mentre essi sono ancora nel seno della madre o dopo che essi sono usciti dal seno.
Tanto è vero che nel caso di Davide, per una colpa da lui commessa, il bambino che gli nacque dal suo rapporto illecito con Bath-Sheba fu fatto morire proprio da Dio. Prima il bambino fu colpito da Dio con una malattia, e poi fu fatto morire. Tu dici che si tratta di un eccezione, ma rimane il fatto che chi fece morire quel bambino fu DIO.
Agì ingiustamente Dio? Non credo proprio.
Lo so, noi possiamo dire: ‘Ma che male aveva fatto quel bambino?’ Ma non era stato Davide a commettere adulterio e a fare uccidere Uria lo Hitteo? Che c’entrava quel bambino?’ Ma rimane il fatto che Dio punì Davide infliggendo prima una malattia ad un bambino appena nato e poi facendolo morire.
Ti confesso che dinnanzi a questa punizione di Dio verso Davide (e non verso il bambino) rimango meravigliato, ma devo prendere atto che ci fu e che dato che Dio non commette ingiustizie devo dire che quel giudizio verso Davide fu un giusto giudizio.
E qui vorrei farti notare che Dio non fece morire il figlio di Davide perché non avrebbe mai potuto permettere che suo figlio, frutto di una sua trasgressione, salisse al trono, ma per un’altra ragione che gli disse il profeta Nathan e cioè perché Davide aveva fatto uccidere Uria per mano degli Ammoniti dando in questa maniera ai nemici di Dio ampia occasione di bestemmiare (cfr. 2 Sam. 12:13-14).
Tienila dunque ben presente la ragione per la quale quel bambino fu fatto morire da Dio. Non fu perché il figlio di due adulteri non poteva salire al trono, anche perchè Dio ancora non aveva rivelato a Davide chi sarebbe stato quel suo figlio che Egli avrebbe posto sul trono, questo avvenne tempo dopo.
Davide per quel misfatto che aveva compiuto meritava la morte, su questo non c’è il minimo dubbio, tuttavia Davide quando Nathan lo riprese severamente da parte di Dio, si pentì infatti disse: “Ho peccato contro l’Eterno” (2 Sam. 12:13) e allora Dio lo perdonò infatti Nathan gli disse: “E l’Eterno ha perdonato il tuo peccato. Tu non morrai” (2 Sam. 12:13). Quindi quel peccato gli fu rimesso, ma a cagione delle conseguenze di quel peccato, cioè per il fatto che Davide aveva così facendo dato agli Ammoniti occasione di bestemmiare Dio, il bambino che gli nacque da Bath-Sceba fu fatto morire da Dio. Questo nel caso di Davide.
Ma ci sono casi trascritti nella Bibbia in cui padri e figli sono stati fatti morire da Dio per i misfatti dei padri. Ti cito alcuni esempi;
- L’esempio di Kore, Dathan e Abiram che per essersi ribellati contro Mosè ed Aaronne, furono fatti scendere vivi nel soggiorno dei morti assieme ai loro figli e ai loro piccini (cfr. Num. 16:1-35);
- L’esempio di Acan che per avere preso dell’interdetto in Gerico Dio ordinò che fosse dato alle fiamme con tutto quello che gli apparteneva quindi anche con i suoi figli e le sue figlie (cfr. Gios. 7:1-26).
- L’esempio di Geroboamo che per i peccati che aveva commesso e che aveva fatto commettere al popolo fu prima colpito da Dio a morte (cfr. 2 Cron. 13:20) e poi Dio fece sterminare tutta la sua casa quindi anche i suoi figli (cfr. 1 Re 15:29-30).
Qui siamo di fronte a casi di uomini che hanno rinnegato il patto che Dio aveva fatto con loro, e il loro peccato ha avuto delle conseguenze anche sui loro figli. In questi casi vediamo adempiute in maniera evidente le seguenti parole di Dio:
“Io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano” (Esodo 20:5).
Il peccato di un padre quindi ha delle ripercussioni pure sui propri figli.
Ma non aveva forse detto Dio nella legge al popolo che se essi avessero disubbidito alla sua voce Egli li avrebbe puniti sterminandogli i figli secondo che è scritto:
“E se mi resistete con la vostra condotta e non volete darmi ascolto, io vi colpirò sette volte di più, secondo i vostri peccati. Manderò contro di voi le fiere della campagna, che vi rapiranno (nota mia: nella Diodati: ‘vi orberanno di’) i figliuoli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccol numero, e le vostre strade diverranno deserte” (Lev. 26:21-22)?
E quando i loro figli non sarebbero stati distrutti sarebbero invece stati menati via in cattività secondo che è scritto:
“I tuoi figliuoli e le tue figliuole saran dati in balìa d’un altro popolo; i tuoi occhi lo vedranno e languiranno del continuo dal rimpianto di loro, e la tua mano sarà senza forza” (Deut. 28:32)
e:
“Genererai figliuoli e figliuole, ma non saranno tuoi, perché andranno in schiavitù” (Deut. 28:41).
C’è anche un caso nel Nuovo Testamento in cui i figli di qualcuno sono stati puniti per la colpa di un loro genitore, è quello di Jezabel che nella chiesa di Tiatiri insegnava e seduceva i servitori del Signore perché commettessero fornicazione e mangiassero cose sacrificate agli idoli e a cui Dio aveva dato il tempo per ravvedersi ma lei non si era voluta ravvedere, allora Dio gettò lei sopra un letto di dolore e uccise i suoi figli.
Ecco le parole di Gesù:
“E metterò a morte i suoi figliuoli; e tutte le chiese conosceranno che io son colui che investigo le reni ed i cuori; e darò a ciascun di voi secondo le opere vostre” (Apoc. 2:23).
E assieme a questo caso ti potrei citare quello degli scribi e dei Farisei del tempo di Gesù a cui Gesù Cristo rivolse delle dure parole che predicevano una loro punizione anche a motivo dell’iniquità dei loro padri, ecco le parole del Maestro:
“Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché edificate i sepolcri ai profeti, e adornate le tombe de’ giusti e dite: Se fossimo stati ai dì de’ nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti! Talché voi testimoniate contro voi stessi, che siete figliuoli di coloro che uccisero i profeti. E voi, colmate pure la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna? Perciò, ecco, io vi mando de’ profeti e de’ savî e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché venga su voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figliuol di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l’altare. Io vi dico in verità che tutte queste cose verranno su questa generazione“ (Matt. 23:29-36).
Come puoi vedere da te stesso, Gesù disse agli scribi e ai Farisei che su loro sarebbe venuto il sangue dei profeti che era stato sparso dai loro padri. E questa punizione si compì nell’anno 70 quando Gerusalemme fu distrutta dall’esercito romano e migliaia di persone furono trucidate. Quindi la Scrittura conferma che Dio punisce l’iniquità dei padri sui figli di coloro che lo odiano anche sotto la grazia; nessuno si illuda dunque.
Ora, in tutti questi casi che ho citato la punizione di Dio inflitta ai figli fu la morte, nel caso del figlio di Davide fu preceduta da una grave malattia che il bambino contrasse dopo che fu nato e quindi non mentre era ancora nel grembo della madre. Ed oggi Dio agisce nella stessa maniera, non è cambiato.
Ci sono casi però in cui la punizione Dio la infligge ai figli dei peccatori mentre essi sono ancora nel seno della loro madre e mi riferisco a casi di malformazione, di cecità, di sordità e di mutismo, ecc., per un peccato commesso dai genitori.
L’esempio che mi viene in mente per primo è quello di un fratello e di una sorella che decidono di sposarsi mentre la Bibbia glielo vieta:
“Non scoprirai la nudità della tua sorella, figliuola di tuo padre o figliuola di tua madre, sia essa nata in casa o nata fuori” (Lev. 18:9);
“Se uno prende la propria sorella, figliuola di suo padre o figliuola di sua madre, e vede la nudità di lei ed ella vede la nudità di lui, è una infamia; ambedue saranno sterminati in presenza de’ figliuoli del loro popolo; quel tale ha scoperto la nudità della propria sorella; porterà la pena della sua iniquità” (Lev. 20:17).
Non è forse vero che in molti casi i bambini nati da questo matrimonio incestuoso sono ciechi, sordi, malformati, ecc.? Anche i matrimoni con i cugini sono pericolosi e da essi nascono spesso figli malati, come si legge in un trattato di ginecologia:
‘Da un punto di vista essenzialmente clinico occorre sottolineare gli aspetti negativi del matrimonio fra consanguinei ed essenzialmente del matrimonio fra cugini di primo grado. Tali rischi sono connessi sia alla morbilità che alla mortalità. Numerose sono le affezioni che insorgono più facilmente nei nati da matrimoni fra primi cugini che non nei matrimoni fra persone che non hanno alcun antenato in comune. Fra queste affezioni quelle che presentano una più elevata frequenza, come denunciato ormai chiaramente da una vasta serie di indagini statistiche, sono, oltre l’albinismo e l’idiozia infantile amaurotica già citati, l’ittiosi congenita, la cecità congenita ai colori e la xeroderma pigmentosa. Oltre alla morbilità il matrimonio fra consanguinei fa materialmente aumentare i rischi di mortalità …’ (Cesare Andreoli, ‘Genetica’ in Trattato italiano di Ginecologia, vol. 1, Novara 1966, pag. 38).
Come mai anche da questi matrimoni, vietati dalla Scrittura secondo che è scritto:
“Nessuno si accosterà ad alcuna sua parente carnale per scoprire la sua nudità. Io sono l’Eterno” (Lev. 18:6), nascono dei figli malformati o gravemente malati?
Semplice, si tratta della pena della loro iniquità che essi portano.
E che dire poi di quei casi in cui il padre per avere commesso un peccato contro natura e avere contratto certe malattie veneree, mette incinta la propria moglie che dà alla luce un figlio malato a motivo della trasgressione del padre? Non sono questi casi in cui Dio fa ricadere l’iniquità dei genitori sui loro figli? Certo che sì. Ma d’altronde è scritto chiaramente che Dio punisce l’iniquità dei padri sui figli di coloro che lo odiano fino alla terza e alla quarta generazione (cfr. Es. 20:5).
Un’altra cosa: nella Scrittura troviamo il principio che per la colpa di un padre, anche i suoi discendenti ne pagano le conseguenze, e questo principio lo vediamo chiaramente esposto nella vita di Adamo, il primo uomo e il padre di tutte le generazioni a venire. Il peccato infatti è entrato nel mondo proprio tramite Adamo (cfr. Rom. 5:12), e con il peccato è entrata la morte spirituale (la punizione inflitta da Dio su Adamo) che è passata su tutti gli uomini che quindi nascono sotto il peccato e perciò sotto la condanna (cfr. Rom. 5:18).
Perché la morte è passata anche sui discendenti di Adamo, anche se questi non hanno peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo? Che colpa hanno avuto i discendenti di Adamo per essere nati sotto la condanna divina? Non pensi che l’esempio di Adamo insegni che le conseguenze del peccato si fanno sentire anche sui propri figli?
E dato che ti ho citato questo principio ti cito un altro principio biblico e cioè che nel momento in cui un uomo fa del bene anche i suoi discendenti vengono in una certa maniera considerati come se avessero fatto quell’opera.
Questo principio lo troviamo nell’epistola agli Ebrei dove viene detto:
“Or considerate quanto grande fosse colui al quale Abramo, il patriarca, dette la decima del meglio della preda. Or quelli d’infra i figliuoli di Levi che ricevono il sacerdozio, hanno bensì ordine, secondo la legge, di prender le decime dal popolo, cioè dai loro fratelli, benché questi siano usciti dai lombi d’Abramo; quello, invece, che non è della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che avea le promesse! Ora, senza contraddizione, l’inferiore è benedetto dal superiore; e poi, qui, quelli che prendon le decime son degli uomini mortali; ma là le prende uno di cui si attesta che vive. E, per così dire, nella persona d’Abramo, Levi stesso, che prende le decime, fu sottoposto alla decima; perch’egli era ancora ne’ lombi di suo padre, quando Melchisedec incontrò Abramo” (Ebr. 7:4-10).
Ora, Levi ancora non era nato, ma siccome era nei lombi d’Abrahamo quando questi diede la decima a Melchisedec, è come se anche lui avesse dato la decima, e ciò nella persona d’Abrahamo. Ecco perché Dio usa benignità verso i figli del giusto perché si ricorda del bene fatto dal loro padre. Per esempio quando Abrahamo fu provato da Dio e si mostrò ubbidiente fino ad essere disposto e pronto ad offrire il suo figlio Isacco, Dio per premiarlo gli giurò tra le altre cose questo:
“Io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido del mare; e la tua progenie possederà la porta de’ suoi nemici” (Gen. 22:17).
Quando Salomone si volse agli dèi delle nazioni e Dio si indignò contro di lui dicendogli che gli avrebbe tolto il regno per darlo al suo servo, gli disse:
“Nondimeno, per amor di Davide tuo padre, io non lo farò te vivente, ma lo strapperò dalle mani del tuo figliuolo. Però, non gli strapperò tutto il reame, ma lascerò una tribù al tuo figliuolo, per amor di Davide mio servo, e per amor di Gerusalemme che io ho scelta” (1 Re 11:12-13).
Nota come Dio promise due cose per amor di Davide; quindi in questi due casi la Scrittura evidenzia i meriti dei padri. Nel primo caso Dio fece una promessa alla progenie di Abrahamo per amor di Abrahamo, e nel secondo caso evitò a Salomone di vedere i suoi giudizi contro di lui mentre lui era ancora vivente per amore di Davide.
Ma non è forse vero che anche tra gli stessi esseri umani, ci sono uomini che per il bene ricevuto da qualcuno, quando questi muore fanno del bene ai suoi figli per amore di costui? Nella Bibbia non leggiamo forse che Davide dopo che morì Gionathan che gli aveva fatto tanto bene, fece del bene al figlio di Gionathan, per amore di Gionathan (cfr. 2 Sam. 9:1-13)?
Dunque, non esistono solo dei demeriti dei padri che hanno delle nefaste conseguenze sui loro figli, ma anche dei meriti dei padri che hanno delle benefiche conseguenze sui loro figli, tutto ciò perché Dio è giusto.
Per concludere quindi, quei passi che tu mi hai citato nella tua domanda vanno visti anche alla luce di queste Scritture da me citate, e con essi armonizzati.
Certamente quei passi da te citati sono veraci infatti un tribunale umano non può condannare a morte i figli di un uomo colpevole se questi suoi figli sono innocenti perché la legge insegna che ognuno deve essere messo a morte, nel caso la legge della nazione prescriva la pena di morte, per i propri crimini.
I figli non possono essere messi a morte per i crimini dei padri.
La legge di Dio vieta giustamente di punire i figli per i crimini dei padri perché ognuno deve essere punito per i propri misfatti. Quindi se il padre è malvagio e il figlio è giusto perché osserva la Parola di Dio, è giusto che la malvagità del malvagio lo faccia perire, e la giustizia del giusto faccia continuare quest’ultimo a vivere. Dal punto di vista legale, questo è giusto.
I passi dunque che tu citi a sostegno del fatto che i figli non possono essere puniti per delle colpe dei padri, riguarda l’aspetto legale della legge di Mosè, l’aspetto giurisdizionale della legge.
Comprendo che i due aspetti della questione possono apparire in contraddizione tra di essi, ma non c’è affatto contraddizione.
Tratto da: http://www.lanuovavia.org/faq2_bambini_01.html
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