● Il ministerio di “Evangelista”
I doni di ministerio –
l’evangelista
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L’evangelista è colui che porta la Buona Novella di città in città e di villaggio in villaggio; ne abbiamo un esempio in Filippo, chiamato appunto “l’evangelista” (Atti 21:8). Filippo, inizialmente fu eletto assieme ad altri sei fratelli, per servire alle mense, infatti “era uno dei sette” (Atti 21:8). Questi sette fratelli che furono eletti dalla moltitudine dei discepoli, avevano una buona testimonianza, erano ripieni di Spirito e di sapienza.
In quel tempo vi fu una gran persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme, e tutti, salvo gli apostoli, furono dispersi per le contrade della Giudea e della Samaria. Coloro che erano stati dispersi se ne andarono di luogo in luogo, annunziando la Parola, “e Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. E le folle di pari consentimento prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli ch’egli faceva. Poichè gli spiriti immondi uscivano da molti che li avevano, gridando con gran voce; e molti paralitici e molti zoppi erano guariti” (Atti 8:5-7). Molti dei Samaritani credettero nella Buona Novella e furono battezzati da Filippo, secondo che è scritto: “Quand’ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furono battezzati, uomini e donne” (Atti 8:12).
L’evangelista, secondo l’esempio che abbiamo in Filippo, oltre che predicare l’Evangelo, compie pure delle guarigioni, perciò ha i doni di guarigione, ed ha l’autorità di battezzare in acqua quelli che credono nel Signore.
Qualcuno dirà: ‘Ma che differenza c’è tra l’apostolo e l’evangelista, dato che tutti e due predicano l’Evangelo agli increduli? La differenza è che l’apostolo viene mandato da Dio a predicare in un’altra nazione, mentre l’evangelista, nella maggior parte dei casi, predica nella propria nazione; inoltre, l’apostolo va a predicare dove non ci sono ancora chiese, le fonda e fa eleggere per ciascuna di esse degli anziani, mentre l’evangelista, nella maggior parte dei casi, arriva in luoghi dove ci sono già delle comunità, predica l’Evangelo e poi se ne va.
Secondo quello che è scritto nel libro degli atti degli apostoli, v’è un’altra cosa che contraddistingue l’apostolo dall’evangelista, ed è questa: l’apostolo ha l’autorità di pregare per i credenti affinchè ricevano lo Spirito Santo, mentre l’evangelista non ha questo dono. Questa è una conclusione a cui si arriva leggendo la narrazione dei fatti accaduti in Samaria. Dopo che molti dei Samaritani credettero e furono battezzati da Filippo, “gli apostoli ch’erano a Gerusalemme, avendo inteso che la Samaria avea ricevuto la parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni. I quali, essendo discesi là, pregarono per loro affinchè ricevessero lo Spirito Santo; poichè non era ancora disceso sopra alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signor Gesù. Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo” (Atti 8:14-17).
Ora se Filippo avesse avuto la stessa autorità degli apostoli Pietro e Giovanni, non ci sarebbe stato bisogno che Pietro e Giovanni discendessero in Samaria per pregare per quei credenti, affinchè ricevessero lo Spirito Santo; mentre invece fu necessario, appunto perchè Filippo non aveva il dono di imporre le mani ai credenti affinchè ricevessero lo Spirito, nonostante lui stesso fosse ripieno dello Spirito. Anche l’apostolo Paolo aveva il dono di imporre le mani ai credenti affinchè ricevessero lo Spirito Santo, infatti è scritto, a proposito di quei circa dodici discepoli di Efeso: “Furono battezzati nel nome del Signor Gesù; e dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano” (Atti 19:5,6); questo conferma ciò che vi ho detto prima.
Giacinto Butindaro
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