Egli è altresì scritto…

Blog di Nicola Iannazzo

● Le Assemblee di Dio USA e tre dei divieti di Atti 15


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Gennaio 16th, 2012 Posted by | ADI (Assemblee di Dio in Italia), Assemblee di Dio in Italia, Assemblee di Dio USA, Comportamenti disordinati, Confutazioni, Cose strane, Francesco Toppi | 8 comments

8 Responses to “● Le Assemblee di Dio USA e tre dei divieti di Atti 15”

  1. Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all’idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. 8 Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. 9 Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. 10 Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli? 11 Così, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello per il quale Cristo è morto. (1cor 8:7-11).
    Fratello non riesco a capire il verso 8 e 9 perchè APPARENTEMENTE sembra che si possono mangiare ( lo so che non è così). Il verso 10 mi suscita una domanda ossia : ma come un fratello che si siede a tavola in un tempio dedicato agli idoli?Poi vi è anche un altro passo che non capisco:” Ma se qualcuno vi dice: «Questa è carne di sacrifici», non ne mangiate per riguardo a colui che vi ha avvertito e per riguardo alla coscienza; 29 alla coscienza, dico, non tua, ma di quell’altro; infatti, perché sarebbe giudicata la mia libertà dalla coscienza altrui? 30 Se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie?(1cor 10:28-30). Anche qui al verso 29 e al 30, fa capire APPARENTEMENTE che le possiamo mangiare, dicendo: ” …perché sarebbe giudicata la mia LIBERTA’dalla coscienza altrui? 30 Se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie?”Poi un altra cosa perchè dice che quando ci dicono che è carne di sacrifici non non la dobbiamo mangiare, ma non per la nostra coscienza ma per quella altrui, ma scusa se mangiamo quella carne non è danneggiata anche la nostra coscienza? Ed un ultima cosa : mangiare, per esempio, le lenticchie nel giorno di capodanno, si può definere un cibo sacrificato, e quindi al pari di mangiare carne HALAL? Oppure ci dobbiamo astenere solo per non conformanrci al mondo?Inoltre mangiare le cosiddette “zeppole di San Giuseppe ” in un altro giorno è permesso?Per esempio mangiarle il giorno dopo in cui è stato festeggiato il santo, oppure mangiarle in un giorno lontano e quindi essendo state preparate non nel giorno del santo?
    Spero di essermi espresso bene, aspetto una tua risposta a queste mie domande. Dio ti benedica

  2. “Il verso 10 mi suscita una domanda ossia : ma come un fratello che si siede a tavola in un tempio dedicato agli idoli?”

    Al riguardo c’è da tener presente che Paolo scrive a credenti greci (di Corinto) dove templi e idoli abbondavano (vedi ad esempio Atene in Atti 17:6) e perciò andavano istruiti.

    “Poi vi è anche un altro passo che non capisco: … (1cor 10:28-30). Anche qui al verso 29 e al 30, fa capire APPARENTEMENTE che le possiamo mangiare, dicendo: ” …perché sarebbe giudicata la mia LIBERTA’dalla coscienza altrui? 30 Se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie?” Poi un altra cosa perchè dice che quando ci dicono che è carne di sacrifici non non la dobbiamo mangiare, ma non per la nostra coscienza ma per quella altrui, ma scusa se mangiamo quella carne non è danneggiata anche la nostra coscienza?”

    La risposta la da Paolo nel verso 31 quando dice: “Se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie?” In quanto non è un cibo in sé che ci contamina se usato con rendimento di grazie a Dio, ma il fatto di sapere che quel cibo sia dedicato (o consacrato) ad un dio straniero oppure ad un idolo e che possa esser occasione di intoppo e caduta ad un fratello ancora senza conoscenza che, vedendoci, sarebbe incoraggiato a mangiare quello stesso cibo con altri propositi, legati magari ad una tradizione pagana non ancora abbandonata essendo ancora giovane nella fede.

    “Ed un ultima cosa : mangiare, per esempio, le lenticchie nel giorno di capodanno, si può definere un cibo sacrificato, e quindi al pari di mangiare carne HALAL? Oppure ci dobbiamo astenere solo per non conformanrci al mondo?

    Premetto che se le desideri, le lenticchie potresti benissimo mangiarle con rendimento di grazie, anche il giorno che il mondo festeggia il capodanno. Il punto però è questo, come sicuramente saprai i non credenti le mangiano per superstizione perchè credono che mangiarle quel preciso giorno attirerà loro prosperità economica e materiale per l’anno nuovo mentre sappiamo che la prosperità (come pure la povertà) procedono invece da Dio e non nel mangiare un certo alimento. Che fare allora? Poichè potrebbe verificarsi a nostra insaputa l’occasione che un non credente si aggreghi a noi a pranzo o a cena proprio il giorno che il mondo festeggia il capodanno, allora è preferibile mangiare altro proprio per evitare di fornire noi stessi occasione di peccare a chi vive ancora schiavo delle superstizioni con cui il maligno lega gli uomini del mondo. Spero di essermi spiegato chiaramente che si è si liberi ma si deve anche essere avveduti.

    Un’altro buon motivo è certamente quello di non conformarci alle usanze del mondo, ma se paradossalmente quel giorno non avessi altro da mangiare non peccherei certamente se le mangiassi con rendimento di grazie a Dio, per avermele provvedute.

    Comunque nel caso delle lenticchie a capodanno, non lo si può definire proprio un cibo sacrificato in quanto non è dedicato ad un idolo o dio straniero particolare come nel caso delle zeppole di san giuseppe che sono invece proprio dedicate in onore ad un santo (che è idolatrìa) e perciò vanno evitate per questo.

    Mangiare le “zeppole di san giuseppe” il giorno dopo? Sapendo che sono state fatte in onore ad un santo o idolo non vanno mangiate affatto, nemmeno il giorno dopo o due giorni dopo ne mai, bensì vanno rifiutate motivando il perchè al non credente che ce le ha offerte, essendo quindi un ottima occasione di testimonianza dell’evangelo della salvezza che abbiamo ricevuto in Cristo Gesù. Lo stesso dobbiamo fare in occasione dei cibi preparati per gli onomastici, o altre occasioni religiose come pasqua, cresime, comunioni, ecc. Approfittiamo per evangelizzare i non credenti che potrebbero offrirci questi cibi ricordandoci che anche noi un tempo vivevamo nell’ignoranza finchè un giorno il Signore ha concesso che i nostri occhi fossero aperti e siamo quindi stati liberati dal laccio delle tradizioni superstiziose e idolatre che Dio condanna della Scrittura.

    Dio ti benedica

  3. Fratello, ti ringrazio della risposta, ma non ho ancora capito appieno, spero che mi aiuti a capire questo argomento (ti chiedo di avere pazienza) perchè è importante. Ciò che ancora devo capire è questo:
    -Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all’idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. 8 Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. 9 Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli (1cor8:7-9). Si parla di diritto, come se io dato che so che l’idolo non è niente, se mangio cibo sacrificato all’idolo non pecco perchè so che vi è un solo Dio e che l’idolo non è niente, quindi quel cibo non lo mangio come se fosse una cosa sacrificata così facendo non pecco, è così?;
    -Ma se qualcuno vi dice: «Questa è carne di sacrifici», non ne mangiate per riguardo a colui che vi ha avvertito e per riguardo alla coscienza(1cor10:28). Fratello ma se uno mi dice che è carne di sacrifici e io la mangio pecco? (non mi intendo peccare verso il fratello, mi intendo peccare perchè ho comunione con i demoni);
    -Se le faccio io le zeppole di san giuseppe (magari anche il giorno di san giuseppe) e quindi non le faccio in onore al santo, le posso mangiare?(credo di si), se il pasticciere quando fa le zeppole non le fa in onore al santo sono lo stesso contaminate? Non so se ho reso l’idea.
    Fratello aspetto una tua risposta, abbi pazienza perchè questo argomento non lo riesco a capire appieno spero che mi aiuti a sciogliere ogni mio dubbio. La pace sia con te.

  4. Per prima cosa definiamo bene quali sono le cose sacrificate agli idoli, risposta che è ben spiegata a questo link: http://www.lanuovavia.org/faq_cibi_02.html

    Ora è chiaro che se qualcuno ci dice che un certo cibo è “carne di sacrifici”, come lo è un cibo o dolce dedicato ad un santo (zeppole di san giuseppe comprese), siamo tenuti ad astenerci dal mangiarne, anche se siamo consapevoli che l’idolo è nulla e che v’è un solo Dio vivente e vero in cielo.

    L’apostolo Paolo lo spiega chiaramente al capitolo 10 della prima lettera ai Corinzi da te citata:

    “20 … le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai demoni e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demoni. 21 Voi non potete bere il calice del Signore e il calice de´ demoni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. 22 O vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?” (1 Corinzi 10:20,22)

    Ora però l’apostolo non si ferma qui ma prosegue dicendo:

    23 Ogni cosa è lecita ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita ma non ogni cosa edifica.
    24 Nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma ciascuno cerchi l´altrui.
    25 Mangiate di tutto quello che si vende al macello senza fare inchieste per motivo di coscienza; 26 perché al Signore appartiene la terra e tutto quello ch´essa contiene.
    27 Se qualcuno de´ non credenti v´invita, e voi volete andarci, mangiate di tutto quello che vi è posto davanti, senza fare inchieste per motivo di coscienza.
    28 Ma se qualcuno vi dice: Questa è cosa di sacrifici, non ne mangiate per riguardo a colui che v´ha avvertito, e per riguardo alla coscienza; 29 alla coscienza, dico, non tua, ma di quell´altro; infatti, perché la mia libertà sarebb´ella giudicata dalla coscienza altrui? 30 E se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie? 31 Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun´altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio.
    32 Non siate d´intoppo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio: 33 sì come anch´io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando l´utile mio proprio, ma quello de´ molti, affinché siano salvati.” (1Corinzi 10:23,33)

    Quindi ricapitolando, dobbiamo astenerci quando sappiamo che un determinato cibo è cosa di sacrifici, sia per non provocare il Signore a gelosia e sia per riguardo alla coscienza altrui (non nostra, verso 29), affinchè vedendo la nostra astensione quella persona sia indotta a riflettere e Iddio possa quindi concedergli il ravvedimento.

    Possiamo invece mangiare di tutto se non ci viene detto o non sappiamo che un determinato cibo è cosa di sacrifici, secondo che è scritto:

    “25 Mangiate di tutto quello che si vende al macello senza fare inchieste per motivo di coscienza; 26 perché al Signore appartiene la terra e tutto quello ch´essa contiene. 27 Se qualcuno de´ non credenti v´invita, e voi volete andarci, mangiate di tutto quello che vi è posto davanti, senza fare inchieste per motivo di coscienza.” (1 Corinzi 10:25,27)

    A questo punto è chiaro che se tu a casa tua vuoi farti un dolce con gli stessi ingredienti e lo stesso procedimento di preparazione del dolce che hai citato, in qualsiasi giorno dell’anno e senza alcun fine se non quello di rendere grazie a Dio, non commetti peccato:

    “30 E se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie? 31 Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun´altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio.” (1 Corinzi 10:30,31).

    Badando bene però a non esser mai d’intoppo e occasione di caduta altrui, secondo che è scritto:

    “Non siate d´intoppo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio: 33 sì come anch´io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando l´utile mio proprio, ma quello de´ molti, affinché siano salvati.” (1 Corinzi 10:32,33).

    A tal punto che è preferibile rinunciare ad un nostro diritto pur di non essere occasione di caduta o di peccato al nostro prossimo, che sia credente o non credente. Perciò piuttosto mi asterrò dal preparare determinati cibi o dolci in determinati giorni se questi ultimi possono esser occasione di peccato altrui. Ad esempio eviterò di preparare un dolce come le “zeppole di san giuseppe” proprio il giorno in cui il mondo festeggia quel santo se magari ho un ospite a pranzo non credente che in più si chiama anche Giuseppe e che perciò magari festeggia anche il suo onomastico secondo la tradizione Cattolica Romana! Così facendo indurrei quest’ultimo ad interpretare la cosa come un avvallo a proseguire nel seguire una tradizione idolatra, frutto delle eresie insegnate dal Cattolicesimo, vanificando così il passo che dice: “…non cercando l’utile mio proprio, ma quello dei molti, affinché siano salvati” (verso 33). Quel dolce me lo preparerei quindi in un altro momento…

    Infine quando aggiungi: “… se il pasticciere quando fa le zeppole non le fa in onore al santo sono lo stesso contaminate? “

    In questo caso reputo che valga la regola del verso 25 e 26 di non fare inchieste per motivo di coscienza e perciò di aquistarne senza chiedere al pasticciere se i dolci che vende sono stati fatti in onore a qualche santo oppure no. Certo che se invece nella vetrina di un pasticcere vediamo pubblicizzati dei dolci in onore a San Valentino o a San Giuseppe è chiaro che dobbiamo astenerci, così come similmente dobbiamo astenerci dal comprare i cosiddetti “kebab” tanto diffusi negli ultimi anni anche in italia, laddove vediamo l’insegna “Halal” (vedi articolo), come pure dobbiamo astenerci nel partecipare a sagre culinarie o feste di paese chiaramente dedicate a determinati “santi patroni” locali, poichè peccheremmo provocando il Signore a gelosia.

  5. Ti ringrazio per la riposta e ti ringrazio anche per la pazienza che stai avendo con me. Tuttavia ho bisogno che mi spieghi 1corinzi 8:8-9, perchè non riesco proprio a capirlo, perchè fa capire che se pure la mangi non fa niente perchè tanto la mangi sapendo che l’idolo non è niente. Poi hai detto che quando ci dicono: “questa è carne di sacrifici”, noi non la dobbiamo mangiare per non provocare il Signore a gelosia, e allora poi non riesco a capire perchè dice: ” alla coscienza, dico, NON TUA, ma di quell’altro; infatti, perché sarebbe giudicata la mia LIBERTA’ dalla coscienza altrui?” Perchè dice che non devi mangiare NON PER LA TUA COSCIENZA se poi se la mangi pecchi anche tu?In altre parole dato che se la mangio pecco, allora non mi devo forse astenere anche per la MIA COSCIENZA, dato che una volta che so che è carne sacrificata mangiandola posso avere comunione con i demoni?Per questo poi continuo a non capire perchè poi dice pure: “perché sarebbe giudicata la mia LIBERTA’ dalla coscienza altrui?” Quindi mi fa capire che io non la devo mangiare per riguardo alla coscienza altrui affinchè non venga giudicata la mia libertà di mangiare quella carne anche se sacrificata. Per questo non capisco perchè, da una parte dice che dato che hai conoscenza (1cor8:1) puoi mangiarle le carni sacrificate (1cor8:8), ma ti devi astenere solo per quelli che non hanno conoscenza(1cor8:9), poi da un’ altra dice che se le mangi hai comunione con i demoni (1cor10:20-22) e da un’altra ancora fa capire che quando ti dicono che è sacrificata tu non la devi mangiare per riguardo alla coscienza altrui e non tua (sebbene si contamina anche la tua coscienza perchè pecchi) perchè tu sei libero di mangiarla ma ti devi solo astenere affinche non venga giudicata la tua LIBERTA’. Questi sono i motivi per cui ancora non riesco a capire e vado in confusione perchè ci sono delle APPARENTI CONTRADDIZIONI. Abbi pazienza, il fatto è che voglio capire, ma il fatto è che ogni volta che leggo quei versi sembra sempre che si contraddice… La pace sia con te.

  6. “poi non riesco a capire perchè dice: ” alla coscienza, dico, NON TUA, ma di quell’altro; infatti, perché sarebbe giudicata la mia LIBERTA’ dalla coscienza altrui?” Perchè dice che non devi mangiare NON PER LA TUA COSCIENZA se poi se la mangi pecchi anche tu?In altre parole dato che se la mangio pecco, allora non mi devo forse astenere anche per la MIA COSCIENZA, dato che una volta che so che è carne sacrificata mangiandola posso avere comunione con i
    demoni?Per questo poi continuo a non capire perchè poi dice pure: “perché sarebbe giudicata la mia LIBERTA’ dalla coscienza altrui?” Quindi mi fa capire che io non la devo mangiare per riguardo alla coscienza altrui affinchè non venga giudicata la mia libertà di mangiare quella carne anche se sacrificata. Per questo non capisco perchè, da una parte dice che dato che hai conoscenza (1cor8:1) puoi mangiarle le carni sacrificate (1cor8:8) , ma ti devi astenere solo per quelli che non hanno conoscenza(1cor8:9), poi da un’ altra dice che se le mangi hai comunione con i demoni (1cor10:20-22) e da un’altra ancora fa capire che quando ti dicono che è sacrificata tu non la devi mangiare per riguardo alla coscienza altrui e non tua (sebbene si contamina anche la tua coscienza perchè pecchi) perchè tu sei libero di mangiarla ma ti devi solo astenere affinche non venga giudicata la tua LIBERTA’.”

    Ho voluto sottolineare ed evidenziare alcune tue affermazioni che sono errate in quanto 1 Corinzi 8:8 non autorizza affatto a mangiare carni sacrificate agli idoli poichè se leggi bene, Paolo quando scrive: “Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo, non abbiamo nulla di più. Ma badate che questo vostro diritto non diventi un intoppo per i deboli.” (1 Corinzi 8:8,9) … qui lui sta parlando di “un cibo” in senso generico, e non di carni sacrificate agli idoli, di cui l’apostolo stesso è stato molto chiaro in 1 Corinzi 10:20,22 nell’affermare che da quelle carni dobbiamo invece astenerci.

    Ora, 1 Corinzi 8:9 parla si di un “diritto”, ma occorre ricordare che v’è un diritto (o libertà) di cui godono tutti i figli di Dio che è quello di poter mangiare di tutto, liberi dalla legge (tranne naturalmente le cose descritte in Atti 15:20), secondo che Dio disse a Pietro: “Le cose che Dio ha purificate, non le far tu immonde” (Atti 10:15), in quanto Dio, in Cristo ci ha liberati dal giogo della legge che vietava il mangiare determinati cibi.
    Inoltre se in 1 Corinzi 8:8 Paolo ci autorizzasse a mangiare carni sacrificate agl’idoli contraddirebbe le disposizioni degli apostoli dei già citati passi di Atti 15:19,20 dove Giacomo disse:

    “… io giudico che non si dia molestia a quelli dei Gentili che si convertono a Dio; ma che si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrificî agl’idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffocate, e dal sangue.” (Atti 15:19,20)

    Se dunque anche l’apostolo Giacomo ordina “di astenersi dalle cose sacrificate agli idoli” come avrebbe potuto invece Paolo autorizzare il poterle mangiare? Ma Paolo è stato invece chiaro e coerente alle disposizioni di Atti 15:19,20, infatti scrisse:

    “io dico che le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai demonî e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demonî. Voi non potete bere il calice del Signore e il calice de’ demonî; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demonî. O vogliam noi provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui? ” (1 Corinzi 10:20,22)

    Veniamo ora alla “libertà” di cui parla Paolo in 1 Corinzi 10: 29 quando scrive: “Ma se qualcuno vi dice: Questa è cosa di sacrificî, non ne mangiate per riguardo a colui che v’ha avvertito, e per riguardo alla coscienza; alla coscienza, dico, non tua, ma di quell’altro; infatti, perché la mia libertà sarebb’ella giudicata dalla coscienza altrui? E se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie? (1 Corinzi 10:28,30)

    Libertà di cosa? Di mangiare le cose sacrificate agl’idoli? No di certo. Bensì “libertà” di mangiare di tutto senza fare inchieste (in quanto liberi nel Signore), secondo i versi precedenti di 1 Corinzi 10:25,27 in cui è scritto: Mangiate di tutto quello che si vende al macello senza fare inchieste per motivo di coscienza; perché al Signore appartiene la terra e tutto quello ch’essa contiene. Se qualcuno de’ non credenti v’invita, e voi volete andarci, mangiate di tutto quello che vi è posto davanti, senza fare inchieste per motivo di coscienza.” (1 Corinzi 10:25,27). Questo tranne nel caso in cui veniamo a conoscenza diversamente (vedi verso 28 di 1 Corinzi 10) riguardo un determinato cibo.

    Le apparenti contraddizioni per cui vai in confusione sono perciò dovute al fatto che attribuisci a 1 Corinzi 8:8 una cosa che Paolo non dice, cioè che in Cristo saremmo anche liberi di mangiare le carni sacrificate agl’idoli quando lui non dice questo.

  7. Grazie fratello, ho capito adesso, tuttavia voglio farti un’altra domanda riguardo alle seguenti parole: “Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. 10 Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli?” (1cor8:9-10). La domanda è questa: se Paolo quando parla di questo diritto si intende il diritto di mangiare qualsiasi cibo e non di mangiare le carni sacrificate, che non deve essere di inciampo, perchè poi parlando dell’inciampo (verso 10) parla delle carni sacrificate ? A causa del verso 10 uno può essere portato a pensare che il diritto del verso 9, che non deve essere di inciampo, sia proprio quello di poter mangiare le carni sacrificate, appunto perchè dopo aver detto che dobbiamo badare che il nostro diritto non diventi un inciampo (verso 9), poi dice che se qualcuno che NON HA CONOSCENZA ti vede a mangiare in un tempio d’idoli (quindi carne sacrificata) tu lo puoi far inciampare, quindi puoi facilmente arrivare alla conclusione che il diritto che non deve essere d’inciampo sia proprio quello di poter mangiare le carni sacrificate. Non so se ho riuscito a spiegare bene quale sia la domandda, aspetto una tua risposta. La grazia sia con te

  8. “Astenetevi da ogni apparenza di male” (1 Tessalonicesi 5:22 versione Diodati e Nuova Diodati). In questo verso c’è la risposta alla tua domanda in quanto proprio per evitare che uno possa esser “portato a pensare” una cosa per un’altra, siam tenuti a fare attenzione al nostro agire nei confronti di chi ci osserva, soprattutto i fratelli nuovi nella fede che sono definiti “deboli” proprio perchè ancora privi di una maggiore conoscenza.

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